Emilia Romagna. No alla soppressione del servizio veterinario e igiene alimenti
27 OTT -
Gentile Direttore,
la scorsa settimana si è svolto a Rimini il Congresso Regionale del Sindacato Veterinari di Medicina Pubblica dell' Emilia Romagna dal titolo “Lavorare in Sanità: una corsa ad ostacoli tra tagli e riorganizzazioni”. L'assise è stata impreziosita dalla relazione del Professore
Ivan Cavicchi che ha delineato l'attuale quadro generale economico in cui la sanità si dibatte tra definanziamento, decapitalizzazione, tagli lineari ecc .
In questo contesto l'aspetto maggiormente in difficoltà è il lavoro in Sanità, e su questo aspetto particolare il Prof. Cavicchi non si è limitato ad articolare una disanima approfondita delle implicazioni sul lavoro di anni di sotto-finanziamento della Sanità Pubblica Italiana, ma ha anche accennato a interessanti proposte per ridare finalmente la dignità che si merita al lavoro di chi a vario titolo è impegnato a dare salute ai cittadini.
Nel lavoro che produce salute vi è anche il Veterinario
Fermo restando che la tendenza a livello internazionale di tutta la letteratura scientifica è quella di superare la separazione sanità animale /sanità umana, perché la salute dell’uomo e dell’animale è una sola e ad essa concorre forse più di ogni cosa, la sicurezza alimentare, la salute ambientale, l’assenza di ogni genere di nocività , vorrei sottolineare che poca attenzione, probabilmente anche per colpa nostra, è dedicata alla veterinaria pur essendo essa una componente importante della medicina pubblica. Ricordo anche la definizione comunemente accettata a livello internazionale di sicurezza alimentare (World Food Summit, 1996 Roma): “tutte le persone, in ogni momento, hanno accesso fisico, sociale ed economico ad alimenti sufficienti, sicuri e nutrienti che garantiscano le loro necessità e preferenze alimentari per condurre una vita attiva e sana”.
Dal punto di vista prettamente sanitario la sicurezza alimentare è intesa anche come sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti e dei mangimi nell'ottica di filiera integrata ambientale. Un piccolissimo esempio di questa tutela igienico-sanitaria-ambientale è il controllo , a noi delegato, dei prodotti dell’alveare e delle malattie delle api formidabili indicatori della salute di un territorio o al contrario della presenza di contaminanti ambientali pericolosi anche per l'uomo
Noi veterinari siamo coloro che fanno in modo che le persone non debbano mangiare alimenti insani, o inquinati, o corrotti, o adulterati, cioè facciamo soprattutto prevenzione primaria.
Nel nostro paese la prevenzione è la cenerentola del sistema sanitario per cui chi fa prevenzione come noi veterinari non ha visibilità, salvo quando la stampa riporta di qualche indagine in cui qualche collega è coinvolto ( e vista la enorme quantità di norme spesso poco chiare è possibile)
Nonostante gli indubbi valori del nostro lavoro ha sorpreso tutti apprendere che la Regione Emilia Romagna ha deciso la soppressione del Servizio Veterinario Regionale e Igiene Alimenti ( quindi Veterinari e Igienisti che si occupano di sicurezza alimentare), (DGR 682 del 29/05/2015).
La sorpresa è stata maggiore considerando che questo sia avvenuto in una regione che esporta in tutto il mondo almeno il 70 % delle sue produzioni alimentari
Non si comprende la ratio di questa decisione. Si intuisce che con il “definanziamento coatto” come lo chiama il Prof. Cavicchi la nostra Regione sta raschiando il barile, trovandosi ormai al limite in cui, sempre per citare il professore, ”le politiche di compatibilità diventano incompatibili con i diritti, con la sicurezza, con la qualità ecc”. La soppressione di questo servizio è cosa grave e sta ad indicare la messa in mora del coordinamento regionale posto tra norme tecniche comunitarie e ministeriali e il territorio chiamato ad applicarle.
L'ultima lettura al Senato della modifica del articolo 117 della Costituzione vede la sicurezza alimentare ritornare alla legislazione esclusiva dello Stato.
Forse l'Emilia Romagna come prima della classe si è già preparata a dismettere un ruolo e una funzione che resta comunque strategica per l'economia regionale? Ma se così fosse perché non cogliere la palla al balzo per ripensare tante cose: i dipartimenti di prevenzione ad esempio, di cui noi siamo parte; o il nostro ruolo, l’esercizio della nostra funzione, la ridefinizione della tutela che spetta a noi garantire, le interconnessioni tra veterinaria ed altre discipline mediche.
Noi veterinari abbiamo seguito gli stati generali dei medici, e ci ritroviamo nei loro problemi che sono anche nostri, riteniamo come loro che serva una vasta mobilitazione per dire “basta” alla deriva nella quale anche la nostra professione è coinvolta. La sanità è una e in quanto una non può dividersi. Dobbiamo essere capaci di riprenderci il ruolo che ci aspetta disponibili certo a negoziare, a ripensarci e a riorganizzarci ma anche decisi a definire una linea invalicabile oltre la quale c’è il rischio che nè noi nè i medici siamo i professionisti che dovremmo essere.
Luca Turrini
Segretario SIVeMP Emilia Romagna
27 ottobre 2015
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