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Liberalizzazioni e farmacie. Un decreto che favorirà i ricorsi


L’Utifar ha organizzato un convegno per fare il punto sul “Cresci Italia”. I giurisiti, i politici e i tecnici intervenuti si sono confrontati e, da posizioni diverse, hanno concordato sul fatto che le tante criticità e i dubbi sull’art 11 del decreto faranno crescere i contenziosi. 

18 APR - Circa un centinaio i farmacisti intervenuti ieri al Nobile Collegio Chimico Farmaceutico invitati da Utifar (Unione tecnica farmacisti italiani) per un Convegno il cui scopo era fare il punto sul decreto “Cresci Italia” che contiene norme per lo sviluppo attraverso le liberalizzazioni. In particolare l’articolo 11 che per le farmacie prevede il “Potenziamento del servizio di distribuzione farmaceutica, accesso alla titolarità delle farmacie e modifica alla disciplina della somministrazione dei farmaci”.
 
Dopo i saluti del presidente dell’Utifar, Eugenio Leopardi, i lavori sono stati organizzati in modo da far intervenire i giuristi Antonino Morello, Quintino Lombardo e Paolo Leopardi che hanno cercato di fare chiarezza, ognuno commentando secondo la propria visione i 17 commi che compongono l’art 11, sul discusso decreto.
 
L’intervento dell’avvocato Morello è stato centrato sostanzialmente sul problema della pianta organica e della relazione con il concetto di zona prevista dalla nuova normativa. Morello ha sostenuto come il concetto di “zona debba essere necessariamente ricondotto ad una delimitazione territoriale, anche e soprattutto in relazione al diritto delle farmacie esistenti di trasferirsi in altri locali ed al diritto stesso delle nuove farmacie a futuri trasferimenti”.
Proseguendo nel suo intervento Morello ha evidenziato come i due concetti, quello di equa distribuzione e quello di garantire l'accessibilità anche ai residenti in aree scarsamente abitate, debbano sommarsi nell'individuare le nuove sedi farmaceutiche.
 
Di norme relative al concorso straordinario ha parlato l’avvocato Lombardo il quale ha sottolineato come il principio, a suo modo di vedere, “presenta numerosi profili di potenziale contenzioso”. Essendo quindi prevedibile il sorgere di contenziosi sia nei confronti dei bandi che delle graduatorie regionali è anche prevedibile che il ricorso ai Tribunali amministrativi finirà per vanificare i tempi rapidi nell'apertura delle nuove sedi auspicati dal decreto.
 
Liberalizzazione di turni e orari. Su questo si è concentrato l’intervento di Paolo Leopardi, anch’egli avvocato. Leopardi ha ricordato che la relativa facoltà di “liberalizzazione trova un limite nelle leggi regionali che stabiliscono le regole per lo svolgimento dei turni e per l’apertura delle farmacie”. Secondo Leopardi infatti “gli eventuali limiti minimi e massimi, contenuti nelle leggi regionali, non potranno essere disattesi”. E quindi la possibile soluzione è che le “regioni provvedano rapidamente alla revisione delle proprie leggi regionali nello spirito di quella nazionale sopprimendo anche, laddove esistente, l’obbligo delle ferie”.
 
Leopardi ha anche parlato del criterio del limite di età per il mantenimento della direzione della farmacia privata. Criterio questo che sta facendo discutere a causa delle lettere che molte Asl stanno spedendo ai titolari di farmacia di 65 anni in cui li si invita a cedere l’attività. Leopardi, ha rilevato la contraddizione tra l'età limite per la partecipazione al concorso straordinario ed il medesimo limite per la direzione della farmacia ed ha escluso il ricorso al differimento dell'assegno pensionistico come soluzione ammissibile.
A questo proposito Emilio Croce, presidente di Enpaf, ha annunciato che l’Ente di previdenza dei farmacisti sta per disporre una modifica del regolamento tendente ad aumentare l’età pensionabile.
 
“L’articolo 11 del decreto liberalizzazione è una misura compensativa per gli avvocati”. Così il senatore del Pdl Luigi D’ambrosio Lettieri ha iniziato il suo intervento cercando di sdrammatizzare con una battuta le difficoltà di applicazione dell’articolo 11 del decreto liberalizzazioni.
“È una materia molto difficile – ha proseguito il senatore – a cavallo tra le politiche sociali, di sviluppo e di occupazione. E l’equilibrio non è facile. La necessità principale era quella di consegnare al Paese un sistema più moderno per garantire i cittadini, dandogli un miglior servizio e offrire possibilità di sviluppo. La politica, in affanno, ha dovuto arretrare e il governo ha fatto uno sforzo per mantenere in equilibrio le diverse visioni in campo”.
 
“È un fatto positivo – ha notato D’Ambrosio – che per settimane i due relatori al provvedimento liberalizzazion,i Filippo Bubbico del Pd e Simona Vicari del Pdl, abbiano lavorato insieme” cercando la quadra. Ma lo sforzo secondo il senatore “non è riuscito e il risultato non è quello ci si aspettava”.
Adesso dunque che fare? “Se ci leviamo di dosso la partigianeria – ha aggiunto D’Ambrosio – il dibattito parlamentare può crescere di livello. Il mio approccio non è né quello del lobbista, né quello del difensore della casta, però dico che alcune cose potevano essere fatte meglio e altre invece potevano non essere fatte del tutto.”.
 
A questo punto D’Ambrosio ha parlato di una serie di emendamenti suoi sulla reintroduzione della pianta organica e delle distanze minime, presentati nel decreto legge 29, quello sulle commissioni bancarie, che però, ha riconosciuto lo stesso senatore del Pdl, difficilmente potranno essere ritenuti ammissibili e approvati.
 
Claudio De Giuli, consulente del ministro Balduzzi, dichiarandosi d’accordo con i dubbi sollevati nel corso del convegno ha però anche ricordato che “il testo iniziale del governo conteneva solo una minima parte le criticità di cui si è parlato oggi”. In questa condizione, ha aggiunto De Giuli “in cui il governo tecnico, affidandosi al Parlamento, deve trovare dei punti di equilibrio è facile creare disastri”. Affermazioni che in una certa misura chiamano in causa anche le responsabilità del legislatore nella stesura finale del decreto.
 
De Giuli ha infine precisato che i comuni, nell'individuare le “zone delle nuove farmacie, dovranno indicare dei precisi confini territoriali”. In merito al concorso straordinario il suo auspicio è che le “regioni a predispongano i bandi in maniera omogenea”, mentre relativamente all’età per la direzione De Giuli ha ricordato che “nel testo iniziale questa non c’era” e dunque è il frutto di una concertazione politica tra posizioni opposte. 

18 aprile 2012
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