Lieto fine per centro di ricerca Glaxo di Verona. Ricercatori e campus passano ad Aptuit
Dompè: “Un accordo che conferma l’eccellenza e la qualità raggiunta da questa realtà e che è stato ottenuto ricorrendo esclusivamente al mercato e senza alcun intervento finanziario pubblico.
02 LUG - Si è conclusa positivamente la vicenda del centro ricerche di Verona di GlaxoSmithKline. Dopo mesi di trattative seguite all’annuncio da parte dell’azienda di chiudere sei centri di ricerche nel mondo (tra cui quello veronese), ieri la multinazionale britannica ha presentato al tavolo governativo coordinato dal Ministro Sacconi, l’accordo definitivo per la cessione delle attività di ricerca svolte nel centro all’americana Aptuit.
L’accordo, che è già in vigore e i cui dettagli restano riservati, consente il pieno salvataggio del personale e dell’attività del centro: prevede infatti il trasferimento da parte di GSK ad Aptuit di circa 500 addetti alla ricerca e la concessione d’uso delle infrastrutture di ricerca presenti nel campus di Verona.
“Si tratta di un’acquisizione strategica che rafforza le competenze scientifiche di Aptuit consentendole di offrire ai propri clienti un servizio di ricerca e sviluppo di nuovi farmaci fortemente integrato e articolato a partire da una singolo centro”, ha commentato Tim Tyson, presidente e chief executive officer di Aptuit. “L’accordo esemplifica il modello cooperativo e di terziarizzazione delle attività che si sta determinando nella ricerca e sviluppo farmaceutica e la grande preparazione scientifica ed industriale dello staff di Verona sarà di notevole contributo alla squadra Aptuit".
Soddisfazione è stata espressa anche da GSK: "Si tratta di un’intesa innovativa e vantaggiosa per tutti, raggiunta in tempi brevi grazie alla capacità del Centro ricerche di attrarre investitori, alla tempestiva attenzione del Governo italiano nel seguire la vicenda con una sensibile opera di mediazione ed ai Sindacati che hanno saputo fare squadra, bilanciando le tutele del presente con la sostenibilità futura”, è stato il commento di Luc Debruyne, general manager e presidente di GSK Italia. “Ora - ha proseguito - l’azienda tornerà a concentrarsi sul consolidamento e sull’espansione della propria presenza industriale in Italia, a partire dalla ricerca clinica che sta lavorando su 32 nuovi composti e 7 nuove indicazioni per prodotti già registrati, da rendere disponibili nel periodo 2011-2016. Ma sono previste novità anche per il network produttivo italiano, dotato delle certificazioni più rigorose per esportare in 120 paesi del mondo. A Parma si sta lavorando ad un importante accordo d’incremento della produzione mentre Verona, che già esporta per il 25 per cento in Cina, ha aumentato del 10 la produzione e sta facendo in questi giorni le prime consegne di antibiotici anche in India, Cambogia e Vietnam".
Anche il presidente di Farmindustria, Sergio Dompé ha accolto positivamente l’accordo che, ha dichiarato in una nota, “è l’esito dell’impegno comune e immediato di istituzioni, sindacati e management GSK. L’acquisizione del centro - ha proseguito - consentirà di mantenere e valorizzare il patrimonio professionale delle persone che vi lavorano e il loro know how riconosciuto a livello internazionale”.
Per il presidente Farmindustria, insomma, l’accordo è un grande successo “che conferma l’eccellenza e la qualità raggiunta da questa realtà” e che è stato “ottenuto ricorrendo esclusivamente al mercato e senza alcun intervento finanziario pubblico”.
Un esempio, ha concluso Dompè, “dell’integrazione possibile quando eccellenza e valori economici si fondono” e che permette “all’Italia di confermare investimenti importanti per l’economia della conoscenza, la cultura scientifica e l’attrattività del Paese”.
A.M.
02 luglio 2010
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