Manovra: pazienti di cancro e Aids, “No allo spostamento dei farmaci dall’ospedale al territorio”
Nps (Network persone sieropositive) e Favo (Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia) chiedono che venga cancellata dalla manovra la norma che prevede lo spostamento dei farmaci dall’ospedale alle farmacie territoriali. E in un documento inviato al presidente del Consiglio, ai ministri della Salute e dell’Economia, alle commissioni Bilancio e Sanità del Senato e all’Agenzia italiana del Farmaco spiegano i rischi che lo spostamento dei farmaci avrebbe sulla qualità e la sicurezza delle cure.
01 LUG - Temono di essere lasciati soli a gestire terapie complesse. Temono difficoltà di accesso ai farmaci e problemi di continuità delle cure. Temono terapie meno efficaci e conseguenze negative sulla privacy. Per questo i pazienti di cancro e Aids chiedono alle istituzioni la cancellazione dalla manovra la norma che prevede lo spostamento di molti farmaci dall’ospedale alle farmacie territoriali.
A lanciare l’allarme sono state Nps (Network persone sieropositive) e Favo (Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia), che nel corso di una conferenza stampa tenuta stamani a Roma, hanno illustrato un documento che analizza i rischi per il diritto alla salute, la qualità e la sicurezza delle cure che potrebbe derivare dal trasferimento dei farmaci dall’ospedale al territorio.
Le due associazioni chiedono "chiarezza” e “consultazione”. “Dobbiamo incontrarci e ragionarci insieme – ha proposto la
presidente Nps, Rosaria Iardino - perché forse, così, potremo tranquillizzare tutti i nostri utenti, preoccupati dalle nuove misure”. “Ci aspettiamo una risposta – ha aggiunto il
segretario nazionale Favo, Elisabetta Iannelli - perché qui stiamo parlando di farmaci 'salvavita’ ed è vietato prendere sotto gamba il problema”.
Proprio allo scopo di sensibilizzare le istituzioni sui possibili effetti negativi della norma, il documento di analisi elaborato dal Nps e Favo è stato trasmesso anche al presidente del Consiglio, ai ministri della Salute e dell’Economia, alle commissioni Bilancio e Sanità del Senato e all’Agenzia italiana del Farmaco. Nel documento le associazioni chiedono certezze sull’applicazione della norma affinché sia assicurata la tutela e sicurezza della salute dei pazienti. Ma l’appello lanciato stamani in conferenza stampa da Iardino e Iannelli è stato ancora più diretto. L’auspicio è quello della “cancellazione completa” della norma.
01 luglio 2010
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