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Una sanità senza confini per i pazienti europei


È stato raggiunto un accordo di massima tra i ministri della sanità dei Paesi Ue per garantire la mobilità sanitaria dei pazienti all’interno dei confini comunitari e permettere così di essere curati all’estero ricevendo dal proprio Stato il relativo rimborso. Particolare attenzione è stata rivolta al problema dell’autorizzazione per interventi a rischio per i quali devono essere garantiti specifici standard di qualità e di sicurezza
 

08 GIU - I ministri della sanità dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo sul sistema di mobilità dei pazienti all’interno dei confini comunitari. Uno dei nodi più importanti da sciogliere era, ovviamente, quello dell’eventuale aggravio di spesa per i vari sistemi sanitari nazionali. Come spiegato il nostro ministro della Salute, Ferruccio Fazio, si tratta di “Un primo passo importante”. L’accordo infatti potrebbe permettere, come ha ancora illustrato Fazio, “a un cittadino italiano che intende recarsi in Belgio per determinate cure, di essere rimborsato in Italia nello stesso modo in cui lo sarebbe stato sul territorio nazionale”. Tra le novità previste c’è quella di un sistema di autorizzazione destinato a regolamentare specifici interventi a rischio per il paziente. L’autorizzazione ha ancora spiegato il ministro “sarà concessa ma dopo un’attenta valutazione del livello di qualità e sicurezza di chi fornisce assistenza sanitaria all’estero".
“Nel nostro Paese” ha aggiunto Fazio “ci sono standard qualitativi elevati”. Per questo è necessario che nell'ambito della UE “ci siano livelli essenziali di assistenza, ossia venga garantito un certo livello di cure con determinati standard di qualità e di sicurezza”.
Per superare il parere contrario di alcuni dei rappresentanti degli altri Paesi europei, c’è stata una mediazione in base alla quale gli standard “ non saranno definiti a monte ma lo Stato membro potrà accertarli prima di procedere al rimborso”. Fazio ha comunque auspicato di poter quanto prima giungere ‒ “grazie anche all'impegno assunto oggi dalla Commissione Ue”  - a una sorta di “accreditamento europeo: le strutture che forniscono determinati servizi dovranno garantire standard predefiniti in maniera chiara e con precise linee guida”. È stato accolto anche un ulteriore intervento dell’Italia destinato a far si che i sistemi di sanità elettronica degli Stati dell’UE possano colloquiare tra loro attraverso un linguaggio comune.
 

08 giugno 2010
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