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Sacconi: il fabbisogno in sanità si deve basare sui costi standard


Il ministro del Welfare, intervenuto al Forum di Arezzo sul Risk Management con un video messaggio, dice la sua sul federalismo fiscale chiarendo che la determinazione del fabbisogno finanziario non può basarsi solo sui bisogni ma deve essere agganciata alle disponibilità di finanza pubblica, tenendo conto dei costi migliori.

25 NOV - “La definizione delle risorse necessarie nelle regioni non può essere realizzata dal basso verso l'alto, partendo cioè soltanto dai bisogni e poi definendo le relative risorse”, occorre agire “dall'alto verso il basso, considerando le risorse compatibili con le esigenze di equilibrio di finanza pubblica, tenendo conto dei fabbisogni, considerati però secondo i costi migliori”. Così il Ministro del Lavoro e della Politiche Sociali Maurizio Sacconi, che ha ricordato la proposta del governo per realizzare quel “federalismo responsabile da attuare mediante l'impiego dei costi standard, che è ora all'attenzione delle Camere e delle Regioni”.

Sacconi ha sottolineato che “arriverà seppure con gradualità il tempo nel quale ciascuna regione nel proprio ambito dovrà riuscire a soddisfare le prestazioni essenziali e i bisogni fondamentali della propria comunità sulla base dei costi migliori praticati, che la proposta di governo ha individuato”. “Soprattutto la dimensione socio-sanitaria è destinata a beneficiare di una gestione più responsabile del fondo sanitario regionale – ha detto - perché per molte regioni più inefficienti si tratta di realizzare davvero quella presa in carico della persona che si snoda attraverso una serie di servizi, primi tra i quali quelli dedicati alla prevenzione, che devono vedere un equilibrio nell'impiego delle risorse tale per cui la spedalità per acuti si deve contenere al di sotto della metà della spesa dedicata ai servizi di carattere socio-sanitario concentrando così la funzione ospedaliera in luoghi caratterizzati da forte efficienza, nei quali ci sia quindi anche una capacità di governarne il rischio clinico”. “In questo modo – ha aggiunto - non solo si dà una risposta ai bisogni acuti ma si liberano risorse per i servizi socio-assistenziali, in modo che i servizi territoriali possano integrarsi anche con il ruolo delle famiglie, del volontariato e di quanti nella società possono concorrere a realizzare una buona inclusione sociale per le persone in condizioni di fragilità”.  “L'integrarsi della dimensione territoriale con quella familiare – ha spiegato - richiede ancora una volta una valutazione adeguata del rischio che può prodursi, in modo da prevenirlo, governarlo e azzerarlo”.

Il titolare del Welfare ha inoltre ricordato il tema cardine del Forum, incentrato sulla salute nella sicurezza e in particolare, in questa edizione, sulla sicurezza e la prevenzione del rischio nei percorsi di carattere socio-sanitario. “Apprezzo – ha aggiunto - il rilievo e la specifica attenzione dati dal Forum al rapporto che i due ministeri, della Salute e del Lavoro e delle Politiche Sociali, hanno realizzato per quanto riguarda la non autosufficienza e il modo in cui questa viene trattata, purtroppo in modo molto diverso nelle varie regioni”.
 

25 novembre 2010
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