Campania. Bufera al “San Rocco” di Sessa Aurunca: struttura sequestrata per mancata autorizzazione ad esercitare e 28 indagati per assenteismo
I sigilli dopo un’ispezione dei Nas scattata nell'ambito di una inchiesta sull’assenteismo, nel corso della quale sono state riscontrate gravi carenze strutturali, funzionali e organizzative. L'ospedale resta comunque attivo per evitare l’interruzione delle prestazioni mediche e disagi ai pazienti. Quanto all’inchiesta sull’assenteismo, tra i 28 indagati ci sono dirigenti medici, 3 infermieri e 6 dipendenti amministrativi
03 APR - Ospedale di Sessa Aurunca (Asl di Caserta) sotto sequestro preventivo: in quello storico ospedale non solo ci sarebbero molti assenteisti ma manca anche l’autorizzazione all’esercizio dell’attività sanitaria, primo gradino degli accreditamenti cui sono sottoposti per legge (articolo 193 Testo unico delle Leggi sanitarie, decreto legislativo 502 del 1992 recepito dalla Delibera di giunta regionale della Campania n. 7301 del 2001) tutti i centri sanitari pubblici e privati. I carabinieri dei Nas di Caserta, diretti dal
colonnello Vincenzo Maresca, hanno apposto per questo i sigilli al San Rocco a seguito di un’ispezione scattata per le verifiche relative all’inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere sull’assenteismo. Qui lavorano 16 dei 18 indagati raggiunti il 2 aprile scorso i provvedimenti cautelari nell’ambito di tale inchiesta.
Gli accertamenti sono stati fatti per 28 persone tra cui 18 dirigenti medici, 3 infermieri e 6 dipendenti amministrativi. Le accuse dell’ordinanza di custodia cautelare sono di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e sono state contestate svariate ipotesi di truffa aggravata ai danni dello Stato, realizzate con false attestazioni sulla presenza, alterando i sistemi di rilevamento. Tra i medici indagati ci sono 7 anestesisti, psichiatri, pediatri e addetti del 118.
L’ordinanza ricostruirebbe un sistema di complicità tra dirigenti medici, infermieri e personale amministrativo, in cui ci si copriva a vicenda marcando i badge degli assenti per far risultare che fossero al lavoro.
Le indagini risalgono al febbraio 2017 e si sono concluse nell’arco dei 5 mesi successivi mia solo ora confluite nei provvedimenti conseguenti a intercettazioni, appostamenti, rilevamenti della posizione dei telefoni e di telecamere installate nell’ospedale. Nelle immagini si vedono gli assenteisti passare davanti ai marcatempo e poi uscire dall’ingresso sul retro.
La misura eseguita è quella della presentazione alla polizia giudiziaria. L’attività sanitaria prosegue ma gli indagati ora dovranno farsi identificare immediatamente prima e subito dopo l’ingresso nella sede lavorativa.
Il provvedimento è stato notificato ai 18 nelle loro residenze, tra Napoli, Caserta e a Sessa Aurunca, Mondragone, Teano, Cellole, Carinola e Casagiove, tutte in provincia di Caserta. L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, diretta da
Maria Antonietta Troncone, e affidata ai carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Caserta e della Compagnia di Capua, agli ordini del tenente
colonnello Nicola Mirante e del c
apitano Francesco Mandia.
L’intera struttura è stata ora sequestrata in seguito agli accertamenti dei carabinieri del Nas che hanno riscontrato, durante i controlli, gravi carenze strutturali, funzionali e organizzative; i problemi sono stati riscontrati in particolare modo nel complesso delle sale operatorie e nella Radiologia.
Scattata la denuncia all’Autorità giudiziaria anche del rappresentante legale, ovvero il direttore generale dell'Asl di Caserta,
Mario De Biasio che sul fronte degli assenteisti però si considera parte lesa: “Saremo inflessibili e appena la Procura mi darà contezza dei provvedimenti adottati avvieremo l'iter per il licenziamento secondo quanto disposto dalla legge Madia sciagure nel rispetto dei termini di garanzia previsti dalla norma”.
Nel provvedimento è prevista la facoltà d’uso dell'ospedale per evitare l’interruzione delle prestazioni mediche ed ulteriori disagi ai pazienti che già si trovano ricoverati nell’ospedale.
La direzione regionale per la tutela della Salute fa sapere con una nota che è stata disposta una visita ispettiva regionale per individuare eventuali responsabilità, la qualità dell'assistenza offerta nel nosocomio e garantire la regolare presa in carico dei pazienti, senza interruzione delle prestazioni ai cittadini.
All’attacco il consigliere regionale del M 5S Vincenzo Viglione: “Un ospedale sprovvisto di autorizzazione all’esercizio e con un record di dipendenti assenteisti finiti sotto indagine. Con il commissariamento dell’ospedale di Caserta credevamo di aver toccato il fondo, ma lo scandalo del San Rocco di Sessa Aurunca è una vergogna che getta nuova onta sulla gestione della sanità in Campania. Nessun controllo, nessuna attività di monitoraggio sui requisiti minimi che un nosocomio, più di ogni altra struttura pubblica, dovrebbe possedere. Ci chiediamo come sia possibile che chi dirige un ospedale come quello finito al centro dell’ultima bufera giudiziaria possa aver consentito tutto questo. Una situazione drammatica a fronte delle quotidiane criticità dell’offerta sanitaria del Casertano che fa i conti con ataviche disfunzioni di presidi strategici come quelli di Maddaloni, San Felice a Cancello, Santa Maria Capua Vetere e Aversa”.
“A Ovest della provincia di Caserta - conclude l’esponente grillino - a fronte di un processo di espansione di tre strutture convenzionate, sono stati dismessi gli ospedali pubblici di Teano, Roccaromana e Capua, mentre nella zona orientale a Est di Caserta sono stati ridimensionati il presidio di San Felice a Cancello, a vocazione oncologica, e quello di Maddaloni. La Campania è l’unica regione dove il privato cresce, mentre nel pubblico gli ospedali sono addirittura sprovvisti di autorizzazione all’esercizio”.
Ettore Mautone
03 aprile 2019
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