Campania. In 35 strutture più cesarei che parti naturali. De Luca: “Eredità vergognosa di cui liberarci”
Ad assegnare alla Campania la maglia nera in fatto di tagli cesarei è il Piano nazionale esiti. De Luca interviene: “Siamo al lavoro” per “liberarci” di “una delle eredità più vergognose che riceviamo dalla gestione sanitaria degli anni passati”.
25 GEN - “Le dieci peggiori realtà ospedaliere d'Italia in relazione alla percentuale di parti cesarei sono in Campania. A fronte di ospedali che in Lombardia hanno parti cesarei nella misura del 5%, in Campania abbiamo realtà nei quali la proporzione è invertita (90% di parti cesarei). È una delle eredità più vergognose che riceviamo dalla gestione sanitaria degli anni passati ed e' una delle eredità più vergognose di cui dobbiamo rapidamente liberarci. Siamo al lavoro. #LaCampaniaRiparte”. Con questo post il presidente della Campania,
Vincenzo De Luca, è intervenuto su Facebook per commentare i dati del Piano nazionale esiti rilanciati su alcuni organi di stampa nel fine settimana.
Dal Piano nazionale esiti emerge, infatti, non solo che nove delle dieci peggiori realtà ospedaliere d'Italia in relazione alla percentuale di parti cesarei sono in Campania, ma che ben 35 strutture campane, di quelle prese in esame dall’Agenas, superano il 50% dei parti effettuati con taglio cesareo a fronte del regolamento del Ministero della Salute sugli standard quantitativi e qualitativi dell’assistenza ospedaliera che fissa al 25% la quota massima di cesarei primari per le maternità con più di 1000 parti e al 15% per le maternità con meno di 1000 parti (la media italiana è del 25%). In quelle strutture, in pratica, nascono più bimbi con taglio cesareo che non con parto naturale. Addirittura la quota di cesarei raggiunge il 95,05% alla Casa di cura Villa Cinzia di Napoli, l’87,62% alla Casa di cura Sanatrix di Napoli e con l’87,58% alla Casa di cura Villa Bianca, sempre di Napoli con l’87,58%.
25 gennaio 2016
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