Non solo gentilezza ma soprattutto rispetto
29 NOV -
Gentile Direttoreleggo dalla rubrica “lettere al Direttore” del suo autorevole giornale che la donna di oggi ha solo bisogno di gentilezza come strumento di lotta alla violenza di genere. Credo purtroppo che sia una visione bucolica ed edulcorata che semplifica una problematica complessa nei suoi multiformi aspetti.
Nell’analisi del fenomeno violenza di genere ,di volta in volta, si è individuata come cause principali il patriarcato che è alla base della diseguaglianza di genere, la mascolinità tossica che identifica la donna in stereotipi di genere, il basso grado di scolarizzazione, l’abuso di alcool e droghe e la eventuale presenza di disturbi mentali.
Nella disamina dei dati statistici le vittime di violenza di genere, sono donne separate o divorziate, con incidenza maggiore di casi di violenza nelle donne di età compresa tra i 25-44, che lavorano in posizioni elevate o in cerca di occupazioni. Le donne separate e divorziate sono maggiormente a rischio di subire tutti i tipi di violenza sia dagli ex partner che dagli altri uomini. Le violenze avvengono principalmente nelle regioni del Sud e del Centro.
All’incirca un milione e 400 mila donne subiscono violenza sui luoghi di lavoro. Dati che fanno rabbrividire perché ci descrivono un’ Italia femminile da scenari di film che definirei da Profondo Rosso e per le quali non bastano più manifestazioni con scarpe, panchine rosse e simbologie varie.
Gli interventi di contrasto al multiforme fenomeno della violenza di genere andrebbero, a mio avviso, fatti ripartire dalla famiglia a cominciare dalla restitutio ad integrum del ruolo di genitori che si è ormai fragilizzato nel suo paradigma educativo.
Il rispetto e l’educazione debbono essere fortemente voluti e resi obbligatori anche nei luoghi di lavoro sede dei casi più frequenti di violenza di genere con corsi di formazione che insegnino il valore dell’altro e che promuovano un clima di fiducia e trasparenza reciproci.
Concordo con quanto affermato da Howard Gardner, psicologo di fama mondiale, docente di Scienze cognitive e dell’educazione ad Harvard, principale rappresentante della teoria delle intelligenze multiple che imparare a rispettare gli altri è una sfida prioritaria ed ineludibile che riguarda tutti coloro che lavorano con altre persone: genitori, insegnanti ma anche istituzioni, aziende, mezzi di comunicazione.
Maria Ludovica Genna Direttrice Associazione- Osservatorio Sanitario di Napoli
29 novembre 2024
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