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Campania. Atti aziendali, piano ospedaliero, precari e turni di lavoro: faccia a faccia tra sindacati e Regione. Prima urgenza la nomina del commissario

Una quindicina di sigle della categoria, riunite nell'intersindacale, chiede alle segreterie nazionali di sollecitare la presidenza del Consiglio e i ministeri vigilanti alla nomina del Commissario. Regione pronta a partire con accorpamenti e chiusure di ospedali e servizi sottoutilizzati e privi di standard di efficacia ed efficienza. Ma resta il nodo del personale a fronte delle nuove regole su turni e orari di lavoro. 

04 DIC - Nomina del commissario ad acta al palo, sindacati della dirigenza medica in campo: con una lettera, indirizzata alle segreterie nazionali, l’intersindacale chiede compatta un intervento presso la presidenza del Consiglio dei ministri e i dicasteri di Salute ed Economia per sbloccare un’impasse che dura da ormai sei mesi. Intanto, in un documento consegnato nelle mani dei delegati Sanità del governatore Vincenzo De Luca, i sindacati in quattro punti condensano altrettanti nodi gravi e indifferibili per uscire dal tunnel nel quale si è infilato il governo della Salute in Campania.

Ecco il distillato del primo confronto che si è consumato ieri a Palazzo Santa Lucia, tra la dirigenza medica e la Regione. All’indice del documento - firmato da Anaao assomed, Aaroi Emac, Cimo, Cgil Fp Medici, Uil Fop Medici, Cisl Medici, Fvm, Fassid, Fesmed, Cgil Fp Spta, Antpo, Ascoti, Fials Medici, Aupi, Sinafo e Sidirss - ci sono dunque la nomina del Commissario ad acta, la stabilizzazione dei precari, la recente circolare regionale sull’adeguamento agli standard ospedalieri e le nuove norme sugli orari di lavoro. Interlocutorie le risposte della Regione che attende anch’essa l’insediamento del commissario per fare piazza pulita del vecchio Piano ospedaliero (decreto 49 del 2010 peraltro ancora inattuato) e dei relativi atti aziendali pur licenziati (solo per le Asl) dalla precedente amministrazione, ma mai pubblicati sul Burc.

Presenti all’incontro, per la parte regionale, Enrico Coscioni, consigliere delegato per la Sanità dal governatore Vincenzo De Luca, il sub commissario Ettore Cinque e il dirigente di staff Antonio Postiglione. Assente l’altro sub commissario Mario Morlacco dimissionario (resterà nelle funzioni fino al 10 dicembre).

Commissariamento di tutte le aziende
Secondo le intenzioni comunicate ai sindacati la Regione procederà, a stretto giro, al commissariamento di tutte le aziende sanitarie per dare attuazione a una vera e propria rivoluzione nell’assetto dei servizi sanitari regionali. In forza delle disposizioni della nuova legge regionale di riordino della Sanità - licenziata nei giorni scorsi in Commissione e attesa al vaglio dell’Aula del Consiglio da mercoledì 9 dicembre - gli incarichi commissariali, ai vertici di Asl e ospedali, potranno durare fino a sei mesi in attesa della nomina dei direttori generali. Su quest’ultimo punto, com’è noto, De Luca ha riaperto i termini per la selezione dei candidati con un bando che si è chiuso il 9 novembre scorso. Proprio la nuova legge, inoltre, semplifica le selezioni dei candidati con l’istituzione di un’unica commissione esaminatrice.

“Dal confronto – avverte Antonio De Falco, segretario regionale della Cimo – abbiamo avuto l’impressione di una controparte armata di tante buone intenzioni che tuttavia bisognerà verificare sul campo per la loro effettiva portata. L’intenzione è di chiudere tanti piccoli ospedali sottoutilizzati che non assicurano standard di sicurezza e con personale in alcuni casi insufficiente ad assicurare gli standard della loro classificazione. Un’idea che potrebbe funzionare ma solo se pensata in stretta collaborazione con le forze sindacali della dirigenza medica laddove invece, almeno per ora, sembra più una soluzione di ripiego rispetto alle stringenti esigenze dettate dalle nuove norme contingenti sull’osservanza degli orari di lavoro. Sul 118 siamo in gravi difficoltà: per questo abbiamo chiesto, come primo atto, la stabilizzazione dei medici convenzionati precari dell’emergenza e l’omogeneizzazione delle procedure anche sull’adozione dei nuovi turni di lavoro affinché i commissari e i direttori evitino fughe in avanti, con interpretazioni personali delle norme o deroghe senza riferimenti certi".

"Certo la buona volontà della Regione non manca, sono - sottolinea -  tante le decisioni da prendere, molte dichiarazioni di intenti, ma la strada è in salita. Forse l’unica soluzione è la chiusura di presìdi che non ha senso mantenere in piedi riformulando l’offerta dei servizi. Ma deve essere un processo pensato sulla base di dati epidemiologici e rilievi della domanda di salute che non si improvvisano. Anche gli accorpamenti e le riconversioni devono seguire certi criteri razionali in base alla richiesta di prestazioni e alla copertura di tutti i bacini di utenza su scala provinciale a partire dall’analisi dei fabbisogni. C’è poi una circolare regionale sugli standard ospedalieri che abbiamo duramente contestato nella misura in cui lascerebbe briglia sciolta ai direttori generali per procedere alla riduzione e riorganizzazione del personale. Ci è stato detto che l’abbiamo interpretata male. Vedremo. Intanto gli atti aziendali non ci sono, e quelli licenziati dalla precedente giunta saranno azzerati. E anche il Piano ospedaliero è da rifare. Bisogna fare presto altrimenti i problemi si incancreniscono”.

Giuseppe Galano, segretario regionale Aaroi
“Finalmente siamo stati convocati, la prima urgenza è la nomina del commissario ad acta. Abbiamo investito della questione anche le nostre segretarie nazionali altrimenti oggettivamente c’è la paralisi amministrativa di un profondo processo di riforma della rete dei servizi per la salute della Campania. Pensiamo alla stabilizzazione dei precari: è un punto fermo per l’adeguamento delle dotazioni organiche. Dopo il primo lodevole impulso, impresso dal governatore, con un’interpretazione estensiva del Dpcm quadro del 6 marzo del 2015, si è rallentato. Bisogna avere inoltre un quadro certo sulle carenze e sulla platea dei precari. Finora su circa 1500 precari tra medici e infermieri ne sono stati stabilizzati 900 e mancano all’appello 600 unità. Un problema c’è soprattutto a Caserta dove il collegio sindacale ha prodotto diverse obiezioni al dispositivo di stabilizzazione messo in atto dai commissari. La Regione ha però risposto chiarendo i punti contestati e di dovrebbe procedere alle immissioni in ruolo di 100 unità tra medici e infermieri. C’è poi la circolare sui fondi aggiuntivi per la dirigenza e gli standard della legge Balduzzi: qui la Regione chiede di procedere alle riorganizzazioni in base agli atti aziendali. Ma quali visto che non ci sono?".  

"C’è il rischio - osserva -  che i manager possano procedere in totale libero arbitrio. Coscioni ci ha detto che la nota indica una visione generale delle cose in attesa che giunga il Commissario e si proceda con la riorganizzazione degli ospedali e i nuovi atti aziendali. La nostra esigenza è che la Regione dsi riappropri della funzione di indirizzo, pianificazione e controllo. In Campania abbiamo 120 punti nascita, pochissimi sono sopra la soglia dei mille parti annui, e molti sotto il livello di guardia di 500. Che senso ha tenere aperte 140 chirurgie addominali con ospedali che fanno interventi annui a una sola cifra. L’altra emergenza che viviamo riguarda gli orari di lavoro. Da un lato ci sono le nuove norme su turni e riposi e dall’altro i cittadini che chiedono aiuto e noi dobbiamo dare risposte ma non abbiamo abbastanza personale. L’unica è derogare al blocco del turn-over subito. Altre regioni come Veneto e Basilicata hanno proposto deroghe. Non spetta a noi valutare se sono praticabili. La Regione qui è stata netta: la legge c’è e va rispettata. Tant’è che il Monaldi, che aveva diramato una moratoria sugli orari di lavoro fino al 16 gennaio, l’ha subito ritirata. Ma le difficoltà ci sono. Il Cardarelli ha chiesto un mese, una piccola deroga per assicurare i Lea".

"In questo momento, spiega ancora Galano, il calo assistenziale è piccolo ma in tutta la regione ciò che si faceva in una settimana si farà in un mese. Le sedute operatorie sono state decimate in tutti gli ospedali. In particolare registriamo 500 interventi al mese in meno al Cardarelli, 6 mila in tutta la Campania. L’unica alternativa è chiudere tutto quello che non può tenersi aperto ma ciò inevitabilmente genera carenze assistenziali. Perché un conto è accorpare e razionalizzare in base a scelte pensate e programmate un altro è procedere random rispetto alle necessità contingenti. Intanto il 118 deve fare i conti con tre postazioni in meno su 19 a Napoli (Corso Europa, Piazza del Gesù e Incurabili), e altrettanti Psaut cancellati (Pianura, San Gennaro e Ascalesi)”.

Domenico Cattaneo, vicesegretario regionale dell’Anpo
“Quel che è emerso chiaramente da questo incontro è che la Regione in assenza del Commissario governativo non può prendere decisioni. Ci siamo fatti carico del problema investendo il presidente del Consiglio e i ministri. Qui si gioca sulla salute dei cittadini campani. Un ritardo di sei mesi è inaccettabile. Per il resto abbiamo avuto ampia disponibilità all’ascolto. Sul nodo precari saranno convocati tutti i direttori generali che dovranno seguire procedure omogenee. Gli atti aziendali saranno azzerati e rifatti daccapo. Quelli vecchi sono da buttare in quanto non tenevano conto delle tabelle del governo centrale. La Regione ha intenzione di riprendere in mano la bussola della programmazione non lasciando alcuna delega in bianco ai manager delle aziende sanitarie. I direttori dovranno attuare quanto la Regione dirà loro di fare. Le parole d’ordine saranno delocalizzare, accorpare".

"A dicembre saranno nominati in tutte le aziende sanitarie nuovi commissari - fa notare -  anche se non è chiaro se questa indicazione riguarda le aziende appunto attualmente commissariate o anche quelle che hanno al vertice direttori con piani poteri. Il rilancio non potrà prescindere da organici di personale certi e dunque il turn-over sarà assicurato al 100% almeno per medici e infermieri che andranno in pensione dal 2016 e così anche per ferie e maternità. Il punto di partenza della riorganizzazione sarà a quanto pare il Piano esiti dell’Agenas. Alcuni dati sono significativi per recuperare gli standard da assicurare per la qualità dell’assistenza. Il nostro appello è stato a fare presto e bene. I primari sono in Campania una categoria di pensionandi con un’ampia platea di facenti funzioni che rischiano di invecchiare senza poter fare il concorso. Il 118? Soffre, tanti i posti vacanti per tamponare l’emergenza. Si pensa all’utilizzo della sanità militare. C’è consapevolezza del problema ma i margini di manovra sono stretti”.

Bruno Zuccarelli segretario regionale Anaao Assomed
“Nell’incontro in Regione abbiamo discusso prevalentemente tre punti: in primo luogo la nostra preoccupazione sugli orari di lavoro, perché pare ci siano circolari in alcune aziende che non rispettano le regole. In secondo luogo il problema della stabilizzazione dei precari, che in alcuni casi, come l’Asl e l’Azienda ospedaliera di Caserta, non è stata completata. Ci sono infatti 12 Co.co.co. il cui contratto scadrà il 31 dicembre e per i quali i sub-commissari del ministero hanno proposto una collaborazione liberoprofessionale. Questo è motivo di grave preoccupazione perché si rischia gravare ancor più sull’assistenza. Terzo punto, la circolare che la Regione ha inviato sugli standard ospedalieri, che può essere interpretata solo nel senso di una riduzione delle strutture complesse. Un altro punto molto importante è la richiesta fatta di una forzatura sullo sblocco turnover, secondo il modello Veneto, quindi con la possibilità di fare assunzioni a tempo determinato per i nuovi pensionati, maternità e lunghe malattie”.

Tante le domande dei sindacati ancora senza risposta: la Regione si è presa l’impegno di un nuovo incontro prima di Natale per tutte le risposte.
 
Ettore Mautone

04 dicembre 2015
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