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Catanzaro. Ispezioni pilotate nei laboratori dell’Università per assicurarsi fondi per la ricerca, 11 arresti

Emerso tra Asp e Ateneo un rapporto di reciproci favoritismi. I reati contestati sono associazione per delinquere, corruzione, falso, truffa aggravata ai danni dello Stato, maltrattamento e uccisione di animali. La Guardia di Finanza parla di attività di ricerca svolta in modalità che da una parte cagionavano l’uccisione immotivata di animali, dall’altra falsavano l’attendibilità delle ricerche. Oltre agli arrestati, informazioni di garanzia per altre 21 persone e un dipendente Asl sospeso per 1 anno.

15 GEN - Dodici misure cautelari emesse nei confronti anche dei vertici dell’Università Magna Grecia e dirigenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, indagati a vario titolo per associazione per delinquere, corruzione, falso, truffa aggravata ai danni dello Stato, maltrattamento e uccisione di animali. Undici indagati finiti agli arresti domiciliari, mentre per un’altra persona è stata decisa la sospensione per un anno dall’esercizio delle pubbliche funzioni rivestite in seno all’Asp. Oltre a loro, 21 persone a cui sono state notificate le informazioni di garanzia. L’accusa è di avere messo in atto un sistema di favoritismi ispezioni manipolate per accaparrarsi i fondi per la ricerca. Per questo tra le misure c’è anche il sequestro preventivo di due laboratori scientifici (cd. stabulari) dell’Università Magna Graecia, adibiti alla sperimentazione sugli animali per finalità di ricerca, nonché della somma di 23.222,17 euro nei confronti di due indagati, ritenuta il provento del delitto di truffa aggravata ai danni dello Stato.

In particolare, spiega una nota della Guardia di Finanza, dalle indagini preliminari sarebbe esmersa l’esistenza di un collaudato sistema illecito posto in essere mediante l’esecuzione “pilotata” di visite ispettive svolte dall’A.S.P. presso i laboratori scientifici dell’Ateneo universitario catanzarese condizionandone i relativi esiti, assicurando in tal modo l’espletamento delle onerose attività progettuali autorizzate dal Ministero della Salute. L’analisi della documentazione, corroborata dagli ulteriori elementi di prova acquisiti, ha consentito di delineare un rapporto di compartecipazione e di reciproci favoritismi sussistenti tra i preposti degli Enti pubblici in gioco (l’A.S.P. di Catanzaro quale controllore e l’Università Magna Grecia quale ente controllato).

Dalle investigazioni condotte è emerso, inoltre, che i vari responsabili di progetto di volta in volta nominati, hanno fatto ricorso ad ingenti fonti di finanziamenti pubblici - dell’ordine di circa 2 milioni di euro - utili alla copertura economica delle varie attività progettuali, costantemente garantite dall’ottenimento dell’attestazione di regolarità rilasciata “illecitamente” dai veterinari dell’A.S.P. preposti alle ispezioni, nonostante le precarie condizioni in cui versavano i laboratori.

Il coinvolgimento dei dirigenti dell’A.S.P. da parte dell’organizzazione criminale si era reso necessario per la presenza nei laboratori scientifici di numerose criticità le quali, ove rilevate, avrebbero comportato l’immediata chiusura, con la conseguente perdita dei fondi erogati per lo svolgimento della ricerca e l’irrogazione di pesanti sanzioni amministrative.

I rapporti corruttivi tra alcuni indagati sarebbero emersi, tra l’altro, nell’ambito della redazione delle graduatorie finali afferenti a specifiche procedure concorsuali presso l’U.M.G., all’esito delle quali veniva dichiarata vincitrice la figlia di uno degli indagati, dirigente dell’A.S.P. di Catanzaro, nonché nel riconoscimento di cospicue somme di denaro - quale prezzo della corruzione - ad un veterinario dell’A.S.P. di Catanzaro, in virtù dei numerosi incarichi di docenza illecitamente ottenuti presso l’Ateneo universitario, in cambio del sistematico esito positivo delle visite ispettive dallo stesso svolte presso i laboratori scientifici dell’U.M.G..

Grazie alle attività svolte nei laboratori, invece, diversi docenti dell’Università Magna Graecia di Catanzaro hanno potuto svolgere attività di ricerca con sperimentazione in vivo che costituisce - se ben espletata - un passaggio fondamentale per la validazione delle ipotesi scientifiche. In realtà le attività sperimentali con animali vivi sono state effettuate, in gran parte, attraverso la violazione delle basilari norme di igiene e benessere animale.

Le indagini condotte, infine, hanno consentito di riscontrare l’esistenza di un allevamento abusivo di animali da laboratorio costantemente utilizzato dagli indagati per alimentare le attività di ricerca riscontrando, in taluni casi, ipotesi di maltrattamento degli animali coinvolti nei relativi progetti. Ciò con un duplice risvolto: da un lato cagionando l’uccisione immotivata di animali non autorizzata dal Ministero della Salute, dall’altro, falsando l’attendibilità delle ricerche espletate.

15 gennaio 2025
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