Basilicata. Strutture private accreditate adottano un ‘tariffario etico’ per utenti extraregionali
I non residenti potranno accedere alle prestazioni convenzionate anche senza ricetta allo stesso costo del ticket previsto dal Ssn. La decisione dopo che la Regione ha stabilito l’impossibilità, una volta raggiunto il tetto di spesa assegnato, di ricevere i pazienti provenienti da altre Regioni attraverso il Ssn. “I pazienti non sono un numero, il diritto alla salute e alla libera scelta è un diritto”, spiega Sanità Futura.
12 OTT - Un “tariffario etico” per permettere ai non residenti in Basilicata l’accesso alle prestazioni convenzionate anche senza ricetta allo stesso costo del ticket previsto dal Servizio Sanitario Nazionale. Sanità Futura, associazione delle strutture sanitarie private accreditate, ne sta avviando la sperimentazione a Melfi (Polimedica). Una decisione che, spiega una nota, “fa seguito alle disposizioni della Regione Basilicata, secondo le quali non è più possibile, una volta raggiunto il tetto di spesa assegnato, ricevere i pazienti provenienti da regioni diverse della Basilicata attraverso il Servizio Sanitario Nazionale. Una situazione che riguarda tutte le strutture sanitarie lucane accreditate che da tempo hanno già raggiunto il tetto assegnato e che di fatto penalizza l’utenza extraregionale specie delle aree cosiddette di confine, perchè i pazienti di altre regioni potranno accedere ai servizi erogati dalle strutture lucane solo in regime privato, vale a dire pagando di tasca propria. Per le prestazioni la cui tariffa supera il limite di 36,15 euro, si applicherà dunque un tariffario etico”.
Ecco alcuni esempi forniti da Sanità Futura. Per tutte le visite specialistiche si pagherà 20,66 euro. Tutte le visite specialistiche di controllo: 12,91 euro; visita + Ecg + Ecocolordoppler cardiaco 50,00 euro; Ecografia addome completo 35,00 euro; Ecografia della tiroide 28,41 euro; Visita pneumologica + spirometria 50,00 euro; Elettrocardiogramma 11,62 euro; Visita + ecografia ginecologica 50,00 euro.
“Per chi ha adottato come ‘mission’ la parola d’ordine ‘caring people’ (attenti ai bisogni dei cittadini) – spiega Sanità Futura - i pazienti non sono un numero, il diritto alla salute e alla libera scelta è un diritto. Se lo Stato non lo garantisce noi cerchiamo di fare il possibile per venire incontro ai cittadini. E’ del resto – spiega una nota di Sanità Futura – un passaggio coerente con la campagna “Non siamo un numero” promossa l’estate scorsa che sui social ha raggiunto, in un paio di mesi, oltre 100mila persone con 12mila interazioni e ha visto circa 500 cittadini iscriversi Sanità Futura che ha aperto l’associazione direttamente agli utenti. Un’iniziativa - che è anche una battaglia per la trasparenza e il rispetto delle leggi, in nome di tutti, medici, operatori, cittadini e della salute pubblica – che proseguirà perché il sistema va riformato e non per finta.”
“Dobbiamo garantire il diritto alla salute alle fasce più deboli della popolazione attraverso il sistema di assistenza primaria realizzato in maniera capillare su tutto il territorio. L'obiettivo è quello di evitare il rischio oggi e nel prossimo futuro di garantire tutto a pochi e sempre meno a molti. Una divaricazione che si basa sulle disponibilità economiche, perché sempre più spesso le famiglie pagano i servizi di tasca propria, con una spesa 'out of pocket'. Un altro aspetto – dice
Michele Cataldi, presidente di Sanità Futura – riguarda la libertà di scelta dei cittadini in ambito sanitario: tutto viene affidato alle decisioni dell'apparato burocratico, invece ci sono sentenze dei Tar che hanno individuato nella libera scelta la stella polare del sistema. Per questo riteniamo che ai cittadini non deve essere concessa la carità delle cure ma il diritto alla cura, affermando nei fatti il diritto alla libera scelta”.
12 ottobre 2016
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