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Asl 2 Abruzzo. Giovani, istruiti, italiani e colti: ecco chi beve di più in provincia di Chieti

L’indagine ha preso in considerazione l’abitudine ad assumere alcol, nel periodo 2015-2018, in un campione di maschi e femmine di 1.091 unità. Nel territorio dell’Azienda sanitaria il 22,8% rientra nella categoria ‘consumatori a maggior rischio’ a fronte di un dato nazionale del 17,1% e regionale che si ferma al 15,3%.

14 MAG - "In provincia di Chieti si beve di più che nel resto dell’Abruzzo, e a farlo sono per la maggior parte maschi, italiani, senza problemi economici e con un livello di istruzione medio alto. È la fotografia che emerge dalla rilevazione sul consumo di alcol condotto dal Dipartimento Prevenzione della Asl Lanciano Vasto Chieti nell’ambito del sistema di sorveglianza Passi, finalizzato a stimare i fattori di rischio per la salute legati ai comportamenti individuali". È quanto si legge in una nota della Asl 2 Abruzzo.
 
"L’indagine ha preso in considerazione l’abitudine ad assumere alcol, nel periodo 2015-2018, in un campione di maschi e femmine di 1.091 unità, estratte dagli elenchi anagrafici dei residenti in provincia di Chieti, in età compresa tra 18 e 69 anni. La maglia nera arriva nella categoria dei 'consumatori a maggior rischio' - spiega la nota -, che configura l’abitudine al consumo abituale elevato, riferita sia alle assunzioni fuori pasto sia al numero di 'unità di bevanda alcolica', che corrisponde a una lattina di birra, a un bicchiere di vino o a un bicchierino di superalcolico da 40 ml".
 
"Nel territorio dell’Azienda sanitaria tale comportamento appartiene al 22,8% del campione - specifica la nota -, a fronte di un dato nazionale del 17,1% e regionale che si ferma al 15,3%. Ma le cifre restano alte anche sul fronte del consumo di alcol in generale, che contempla l’assunzione di almeno un’unità di bevanda alcolica negli ultimi 30 giorni precedenti la rilevazione, e che riguarda il 57,2% del campione, contro la media nazionale del 55,5% e quella dell’Abruzzo pari a 47,6%. Di buono, però, nel caso dei consumatori a maggior rischio, si registra la tendenza alla diminuzione, perché il 2018 si è chiuso con un 19%, dopo i picchi elevatissimi degli anni precedenti".
 
"Sempre in quest’ultima categoria - aggiunge l'Azienda -, a bere di più sono le persone più i giovani, soprattutto quelli tra 18 e 24 anni, mentre l’11% del campione ha guidato dopo aver bevuto nell’ora precedente almeno due unità alcoliche.
 
"In generale lo studio ha rilevato che assumere alcol è comune a più della metà della popolazione della Asl Lanciano Vasto Chieti, che due su dieci hanno abitudini di consumo considerate a maggior rischio, e tra questi i maschi sono tre su dieci, e i giovani uno su due. Diversamente dalle rappresentazioni basate su luoghi comuni - conclude la nota -, bere non è costume che si sviluppa in contesti degradati, perché a farlo sono persone che non hanno nessuna difficoltà economica e mediamente istruite".
 
"Dedichiamo attenzione ed energie alla sorveglianza dei fattori di rischio - sottolinea Giuseppe Torzi, direttore del Dipartimento Prevenzione - perché mettendo a fuoco le cattive abitudini possiamo orientare meglio le azioni correttive. Nel caso dell’alcol, è importante che in particolare i medici di medicina generale prestino attenzione agli assistiti per identificare precocemente i soggetti a rischio e attivare un counseling ove necessario, ma è ugualmente importante intervenire sull’aspetto educativo, necessario per contrastare il marketing e informare correttamente sui danni per la salute. L’alcol, inoltre, causa dipendenze gravissime e può indurre alterazioni del comportamento che possono dare origine a episodi di violenza e incidenti".

14 maggio 2019
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