Maltrattamenti e furti in una Rsa di Lanciano, tre indagati
Accertato l’utilizzo di mezzi di coercizione tali da non permettere la deambulazione dei pazienti (utilizzando a perimetro del letto armadi metallici), il distacco notturno dei campanelli salvavita, la sostituzione dei farmaci, riempiendo i relativi flaconi, con dell’acqua. Effettuati anche ripetuti prelievi di denaro dal conto corrente di un paziente per un ammontare di oltre 7 mila euro, da parte del gestore della RSA.
17 LUG - Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Chieti, nell'ambito di due distinte attività d'indagine, ha notificato gli avvisi di conclusione delle indagini a 3 soggetti, nei confronti dei quali si ipotizzano i reati di “maltrattamenti e indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti”, e 22 parti offese.
Le indagini, spiega una nota delle Fiamme Gialle, sono partite da un controllo finalizzato al contrasto del lavoro sommerso in una RSA locale che ha evidenziato, all’atto dell’accesso, un difetto di assunzione per cinque lavoratori, i quali erano impiegati totalmente in “nero”.
Gli accertamenti hanno consentito ai finanzieri di ricostruire plurimi episodi di sopraffazione in danno degli ospiti della residenza sanitaria assistenziale e di condotte illecite, perpetrate dal gestore dei servizi socio-sanitari (un 45enne residente a Lanciano).
Nello specifico, spiega la nota, è stato accertato l’utilizzo di mezzi di coercizione tali da non permettere la deambulazione dei pazienti (utilizzando a perimetro del letto armadi metallici), il distacco notturno dei campanelli salvavita, la mancata comunicazione alle competenti Autorità Sanitarie dell’insorgenza di un focolaio di scabbia, occorso ad inizio 2023, la sostituzione dei farmaci, riempiendo i relativi flaconi, con dell’acqua.
Inoltre, è emerso che un anziano, degente presso la casa di cura, ha subìto ripetuti prelievi di denaro dal proprio conto corrente, per un ammontare di oltre 7 mila euro, da parte del gestore della RSA, il quale accumulava fondi mediante continue ricariche postepay, poi utilizzate per l’acquisto di vari beni personali.
La condotta è stata accertata sulla scorta della documentazione bancaria e commerciale progressivamente acquisita, comprovata anche dagli stessi esercenti ove risultava la compravendita effettuata, in quattro casi, da una delle dipendenti della residenza sanitaria (una donna di 52 anni di Lanciano), nonché da altro soggetto (un uomo di 63 anni di Paglieta), collegato da conoscenza pregressa al gestore.
“Una vicenda amara e con dei risvolti inquietanti”, così la definisce il Comandante Provinciale,
Col. Michele Iadarola, nell’esprimere piena solidarietà ai poveri anziani che, “nella loro condizione di evidente fragilità, sono stati oltraggiati nell’animo e defraudati nelle sostanze”.
17 luglio 2024
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