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Cosa è stato fatto per la medicina del territorio? Assolutamente nulla

di Enzo Bozza
24 GIU - Gentile Direttore,
può succedere che in un momento di serena meditazione nel relax estivo, a qualcuno venga in mente di chiedersi cosa è stato fatto per la medicina del territorio, altrimenti detta medicina di base, dopo questi mesi di sofferta battaglia contro la sindrome Covid. Vorrei rassicurarvi; esattamente nulla, come è nella più classica tradizione italiana, dove tutto si fa in emergenza per poi scordarsi dell’emergenza stessa.

Quando Giulio Cesare scriveva; si vis pacem, para bellum, nel senso di pianificare le battaglie e preparare le armi in tempo di pace, non si rivolgeva a noi che affrontiamo sempre ogni battaglia con le braghe in mano. Eppure Giulio Cesare era romano, noi invece continuiamo a vivere beatamente su Marte perché se c’è una cosa che l’epidemia ci ha mostrato è la nostra bella propensione a dimenticare, governo in testa.

Rinfreschiamo la memoria: si era detto a più voci che i medici di base erano fondamentali per gestire l’emergenza sul territorio, infatti è stata loro tolta tutta la pratica vaccinale dei pazienti, sono stati messi in piedi i centri vaccinali che hanno lavorato in maniera autonoma senza nessun collegamento con i medici di famiglia. Se ce lo avessero chiesto, potevamo elencare chi vaccinare e chi no, per svariati motivi. Forse così avremmo potuto evitare qualche grave incidente vaccinale.

Nei prossimi cinque anni decine di migliaia di medici di base andranno in pensione, come tanti altri medici ospedalieri: abbiamo lanciato l’allarme da tempo ormai: mancano i medici.
Qualcuno si è premurato di eliminare il numero chiuso nelle Università? Evidentemente, no. Le guardie mediche del bellunese sono in grave carenza di medici, alcune sedi come Mel e Belluno, rischiano la chiusura: quando dicevamo che la montagna ha bisogno di incentivi, qualcuno si è premurato per la Montagna? Evidentemente no, a tal punto che la Usl Dolomiti è stata l’unica azienda veneta a non chiedere un solo euro di quelli messi a disposizione dalla regione, tranne poi chiudere il bilancio con quasi 5 milioni di euro in deficit. Grande programmazione.

Quando si è posto il problema del rilascio dei green pass alle persone, cosa viene in mente alle teste di cuoio governative? Facciamolo fare ai medici di base, così con un altro carico burocratico, l’ennesimo, li solleviamo da quella fastidiosa mania di voler curare la gente e li mettiamo a fare i notai, cosa per la quale hanno notoriamente studiato. Questo è stato l’unico caso di menzione dei medici di base. Per quanto concerne le risorse economiche europee messe a disposizione dell’Italia, la voce “spesa per la Sanità Pubblica” è all’ultimo posto con appena 19 miliardi di euro.

Ma non si era detto che la Sanità Pubblica era fondamentale? Come per il santo, passato il virus, finita la festa? Forse la vera risposta alla questione del nostro cronico stato di emergenza me l’ha data quel pescatore di Scoglitti, fantastico borgo di pescatori in Sicilia: “Dottori, megghiu cornutu ca malu sentutu”, per il resto di Italia: meglio cornuto che inascoltato. Alla prossima emergenza sanitaria, andrò a pescare col il mio amico siciliano, a Scoglitti, dove ci sono meno cornuti e meglio ascoltati.

Enzo Bozza
Medico di base per i Comuni di Vodo e Borca di Cadore (BL)


24 giugno 2021
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