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Coronavirus. Parte a Padova una ricerca sulle diverse risposte del sistema immunitario

L’obiettivo è chiarire perché il virus provochi un decorso complesso e a volte addirittura infausto nel 10% e il 20% dei pazienti contagiati. Lo studio che nasce dall’Istituto di ricerca pediatrico di Città della Speranza, con l’ausilio della prof.ssa Antonella Viola, direttrice scientifica dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza e ordinario di Patologia generale al Dipartimento di Scienze Biomediche e del prof. Andrea Crisanti, coordinatore dello studio di Vo’ Euganeo e direttore del laboratorio di microbiologia e virologia dell’Università di Padova.

di Endrius Salvalaggio
06 APR - Nasce dall’Istituto di ricerca pediatrico di Città della Speranza una ricerca che mira a capire cosa succede nel corpo di una persona contagiata dal virus Covid-19 e, in particolare, a comprendere perché in certe persone il sistema immunitario riesce a neutralizzare il virus ovvero avere una sintomatologia lieve mentre per altri pazienti il decorso sia complesso o addirittura infausto.
 
“Con questo progetto puntiamo a dare risposte a molteplici domande vogliamo comprendere, infatti, perché lo stesso virus abbia effetti così diversi negli adulti e tendenzialmente lievi nei bambini, se vi sia la possibilità di contrarre nuovamente l’infezione e che cosa succede ai polmoni”, entra nel dettaglio la prof.ssa Antonella Viola, direttrice scientifica dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza e ordinario di Patologia generale al Dipartimento di Scienze Biomediche, che collabora allo studio insieme al prof. Andrea Crisanti, coordinatore dello studio di Vo’ Euganeo e direttore del laboratorio di microbiologia e virologia dell’Università di Padova.
 
“Riteniamo di poter giungere ad importanti conclusioni studiando il comportamento del sistema immunitario, in particolare identificando i meccanismi molecolari responsabili dello sviluppo o del fallimento dell’immunità a SARS-CoV-2, nonché quei fattori che causano infiammazione sistemica nei pazienti con sintomatologia severa e che sono coinvolti nella patologia respiratoria”, afferma Viola.
 
“Questi dati potranno arricchire e completare lo studio virologico ed epidemiologico – conclude il prof. Andrea Crisanti – che fornirà il razionale allo sviluppo di vaccini e per comprendere la patogenesi dell’infezione”.
 
Questo studio permetterà nel giro di un paio di mesi di chiarire perché l’infezione, nella percentuale che va dal 10% al 20%, ha un decorso complesso talora addirittura infausto. In questi casi i pazienti presentano un quadro di infiammazione generalizzata perché il sistema immunitario non è stato in grado di attivare sin da subito una risposta corretta, consentendo al virus di replicarsi pur rimanendo localizzato a livello polmonare.
 
Endrius Salvalaggio

06 aprile 2020
© Riproduzione riservata

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