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Veneto. Lanzarin: “Nostra sanità promossa da tutte le indagini. Assurda ostilità all’autonomia”

Così l'assessore alla sanità oggi alla presentazione dei risultati 2018 della Regione in campo sanitario, valutati dal Sistema di Valutazione delle Performance dei Sistemi Sanitari Regionali della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dal Programma Nazionale Esiti, dalla valutazione dell’Esperienza di Ricovero dei Pazienti avviata nel 2018 in forma sperimentale dall’Ulss 6 Euganea e dall’Indagine sul Clima Organizzativo delle Aziende Sanitarie del Veneto che ha coinvolto 58.354 dipendenti.


11 LUG - “Gli esami a livello nazionale ai quali è stato sottoposto il sistema sanitario veneto nel 2018 hanno inequivocabilmente sancito la sua promozione. Ne prendiamo atto con orgoglio e, ancor di più, focalizziamo d’ora in avanti la nostra attenzione su quegli aspetti ancora migliorabili. Nessuno è perfetto, ma vogliamo arrivare il più vicino possibile all’obbiettivo”.
 
Lo ha detto l’Assessore alla Sanità della Regione del Veneto, Manuela Lanzarin, intervenuta oggi a Padova alla presentazione, curata dalla Fondazione Scuola di Sanità Pubblica del Veneto, dei risultati 2018 della Regione in campo sanitario, valutati dal Sistema di Valutazione delle Performance dei Sistemi Sanitari Regionali della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dal Programma Nazionale Esiti sviluppato dall’Agenas per conto del Ministero della Salute, dalla valutazione dell’Esperienza di Ricovero dei Pazienti avviata nel 2018 in forma sperimentale dall’Ulss 6 Euganea e dall’Indagine sul Clima Organizzativo delle Aziende Sanitarie del Veneto che ha coinvolto 58.354 dipendenti.
 
“Tutte queste indagini – fa notare la Lanzarin – hanno dato esiti positivi o molto positivi e, non essendo autoreferenziali, dicono che quando si parla di sanità il Veneto è davvero una Regione all’avanguardia. Fa particolarmente piacere l’alto indice di gradimento espresso dai pazienti ricoverati – aggiunge l’Assessore – perché la nostra stella polare è la miglior assistenza possibile ai malati”.
 
“Il successo del Veneto nelle comparazioni nazionali – dice l’Assessore – è il risultato dell’applicazione di buone pratiche che, non da oggi, mettiamo a disposizione di tutte le Regioni italiane. Ciò significa che il Veneto merita l’autonomia, ma anche che l’autonomia consentirebbe a tutte le Regioni, a cominciare da quelle del sud, di crescere applicando nuovi criteri di gestione, organizzazione e di spesa, tarati sulle necessità dei loro territori e delle persone amministrate. Dove oggi va male potrà andare meglio e dove va bene continuerà ad andare bene. La sanità di serie A e serie B c’è oggi ed è con l’autonomia che si potrebbe puntare ad un livellamento in alto. L’ostilità palesata anche oggi da un partito in particolare, anche da esponenti di governo di quel partito, è assolutamente incomprensibile, assurda. Dicendo no all’autonomia in sanità si dice no a un futuro migliore per la tanta gente che oggi, in Italia, non riceve le cure di cui ha costituzionalmente diritto”.
 
Particolarmente significativo è lo studio della Scuola Superiore sant’Anna. Dei 292 indicatori di valutazione analizzati per il veneto, il 48,5% presenta un trend di miglioramento mentre il 19,6 % è stazionario. Sostanzialmente il 70% degli indicatori è quindi in miglioramento o con un trend stabile.
 
Tra i risultati positivi che spiccano in particolare la riduzione dei ricoveri ad alto rischio di inappropriatezza: in Veneto ad esempio, best practice del Network, il tasso cala ulteriormente dai 111 ricoveri (per 10.000 residenti) del 2017 a 104 del 2018. Il risultato sui tempi di attesa per chirurgia oncologica,  va a migliorare ulteriormente il dato già buono del 2017: da 23,99 a 20,24 attesa media per ricovero per tumore, mammella 15,83, colon 14,41, retto 16,92, polmone 18,64, utero 18,41.
 
Performance ottime anche per quanto riguarda i Lea medici e le patologie sensibili alle cure ambulatoriali, il tasso di ospedalizzazione pediatrico per asma, la copertura vaccinale per varicella, lo screening mammografico e della cervice uterina, il consumo di antibiotici in età pediatrica, gli ultra 75enni dimessi con accesso domiciliare entro i 2 giorni. Valutato positivamente anche l’impegno nell’ambito della ricerca.
 
Il Progetto, che negli anni ha consentito di analizzare e confrontare la capacità organizzativa dei sistemi sanitari, il miglioramento nella capacità gestionale dei medesimi e che ad oggi si compone di circa 400 indicatori monitorati, è andato integrando la classica struttura di restituzione dei risultati, tramite i tradizionali "bersagli" con quella dei "pentagrammi", così da rappresentare anche la capacità di presa in carico dei sistemi, nelle patologie complesse e di offrire servizi in linea con i percorsi dei pazienti, in particolare nelle aree: oncologica, materno/infantile, cronicità, emergenza/urgenza.
 
Altro risultato si riscontra nel settore "stato di salute della popolazione" con miglioramento degli indicatori relativi all'adesione a stili di vita sani e la conferma degli altri parametri valutati in questa area, in cui la Regione Veneto non presenta alcuna "insufficienza " e colleziona molti "verdi".
 
E ancora, nell'area del "governo della cronicità" e dei servizi offerti alla popolazione cronica, il miglioramento di svariati indicatori di performance, in particolare: tasso di ospedalizzazione per diabete, la capacità di presa in carico dei pazienti over 65 anni in cure domiciliari.
 
Inoltre aumenta l'appropriatezza nel ricorso alla ripetizione di indagini strumentali (percentuale di pazienti che ripetono Risonanza Magnetica entro 12 mesi).
 
Opportunità di miglioramento sono segnalate per le giornate di degenza medica e chirurgica. Inoltre può migliorare la sezione sulla comunicazione dei siti web delle aziende sanitarie. 

11 luglio 2019
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