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Padova. Studio Anaao lancia l’allarme sulla fragilità degli anziani e propone contromisure di ‘invecchiamento attivo’

Dallo studio emerge che la percentuale di residenti over 65 nella città di Padova è significativamente più elevata del dato provinciale, regionale e nazionale. Una condizione aggravata dalla fragilità fragilità sanitaria, economica e sociale (solitudine abitativa e relazionale) degli anziani. LO STUDIO

di Endrius Salvalaggio
15 APR - Da un recente studio sulle fragilità demografiche, sanitarie, economiche e sociali condotto dal Centro Studi e Formazione Nazionale di Anaao Assomed sui residenti della città di Padova, è emerso che già nel 2016 (ultimo anno in cui sono presenti tutti dati studiati) la percentuale di residenti over 65 è significativamente più elevata del dato provinciale, regionale e nazionale. Questa condizione di forte anomalia demografica è ancor più preoccupante per la concomitante presenza di una elevata quantità di anziani affetti da importante fragilità sanitaria, economica e sociale (solitudine abitativa e relazionale).

Questa accurata fotografia sulla situazione degli anziani a Padova è stata possibile perché gli autori - Giuseppe Montante, medico in pensione e responsabile del suddetto Centro Studi e Formazione ANAAO e Adriano Benazzato segretario regionale Veneto dell’ANAAO - hanno correlato i dati demografici ISTAT con quelli sanitari ed economici e sociali in possesso della Az. Sanitaria e del Comune di Padova, elaborandoli statisticamente e studiandoli. Tale condizione già nel 2016 è risultata ai limiti della sopportabilità operativa del sistema sanitario e di welfare cittadino.
 
Gli autori dello studio hanno inoltre condotto sugli stessi dati degli anziani residenti in Padova uno studio previsionale al 2026 da cui risulta un significativo incremento delle condizioni di fragilità demografica, sanitaria, economica e sanitaria con grave rischio di collasso del sistema sanitario e del welfare cittadino e di impoverimento economico della città. I dati statistici previsionali del 2026 pur avendo un valore presuntivo tendenziale, danno una fotografia attendibile della situazione a quella data perché possono presentare un margine di errore minimo (2%) rispetto al dato statistico reale a consuntivo.

Questo studio vuole dare un importante contributo alla popolazione ed alle autorità lanciando l’allarme su questo grave problema e sulle sue conseguenze. Si augurano che la realtà inconfutabile che emerge da tale ricerca scientifica non venga ignorata dalle Autorità come è già accaduto dal 2011 fino a pochi mesi addietro, in occasione di un altro allarme lanciato sempre dall’ANAAO sulla progressiva carenza di medici specialisti per errori programmatori dei Governi nazionali e regionali.

Montante e Benazzato hanno individuato anche una metodologia concreta di studio e analisi delle condizioni della popolazione anziana e delle fragilità correlate, replicabile in qualunque altra area d’Italia.
 
I dati più significativi e preoccupanti dello studio sono quelli previsionali del 2026 che danno una fotografia attendibile di come saremo, da cui è scaturita la necessita di suggerire una proposta correttiva.

Di seguito alcuni dati relativi alle tabelle più rilevanti dello studio.
- Dai dati della tabella 16, la popolazione residente comune Padova anno 2026, possiamo dire che ci sarà una riduzione delle nascite. Da 7.4/1000 abitanti nel 2016, ad 7.1/1000 abitanti nel 2026. Questo decremento è imputabile essenzialmente alla riduzione quantitativa dei residenti compresi fra 20 e 45 anni e alla difficoltà di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Un incremento dei decessi annui dei residenti, consequenziale al progressivo aumento della popolazione anziana, malgrado il miglioramento delle condizioni socio-sanitarie e della durata della vita media. Infatti, dalla tabella l’indice di mortalità risulta essere di 12.3/1000 abitanti nel 2016 e 13.5/1000 abitanti nel 2026. Con un saldo naturale delle nascite sempre negativo su 1.044 unità nel 2016 per aumentare ancora negativamente, di 274 unità nel 2026.
 
- Dai dati della tabella 17, inerenti alla dimensione quantitativa della popolazione patavina di origine italiana, di origine straniera e quello inerente l’intera popolazione, risulta come in 10 anni l’aumento della popolazione straniera aumenti del 18.33%, con una riduzione della popolazione italiana del 3% circa. Il Saldo demografico totale resta modesto grazie all’aumento della popolazione straniera.
 
- Dai dati della tabella 19, collegati alla popolazione residente, risulta un ulteriore incremento della popolazione anziana, fascia 65-74 anni, da 24.257 del 2016 ad un ulteriore aumento di 2.499 unità nel 2026. L’aumento riguarda anche la fascia di età 75-100 anni, con un saldo di 29.629 nel 2016 con ulteriore aumento di 2.466 unità nel 2026. Con l’aumentare degli anziani, in entrambe le fasce, risulta esserci un aumento della fragilità sanitaria in entrambe le fasce di età.

- Dallo studio della tabella 13, risulta che la percentuale di fragilità economica nel 2026 sarà presumibilmente maggiore a quella nota nel 2016. Questo incremento di fragilità economica è dato, secondo il Centro Studi ANAAO ASSOMED, in conseguenza della prevedibile riduzione del valore economico delle pensioni in conseguenza della metodologia contributiva del calcolo delle pensioni.
 
- Dalla tabella 14, risulta che la percentuale di fragilità sociale nel 2026, sarà presumibilmente maggiore a quella nota nel 2016, stavolta, in conseguenza al fattore di solitudine abitativa e relazionale. Dai dati risulta che i residenti soli nella fascia di età 65-74 anni, sono nel territorio padovano 5.579, con un incremento del 23.2% nel 2026. Le persone sole, nella fascia d’età 75-100 anni, aumentano in 10 anni del 36.2%.

Il Centro Studi e Formazione Nazionale dell’ANAAO ASSOMED, diretto dal dott. Montante, non si è limitato a rendere palese a tutti l’esistenza già di un significativo invecchiamento della popolazione residente in Padova e delle criticità correlate e come queste evolveranno in modo pericoloso per la comunità nel 2026, ma si è posto il quesito: cosa fare di concreto?

A questo proposito gli autori hanno subito compreso che qualsiasi azione da intraprendere, praticabile a livello locale, deve mirare a ridurre l’impatto negativo sulla città conseguente alla crescita della popolazione anziana.

In conseguenza di questo principio guida, nello studio è stata avanzata una proposta concreta per ridurre l’impatto negativo di questa rivoluzione demografica sulla città di Padova, basata sul concetto di “invecchiamento attivo”. Questa proposta intenderebbe trasformare gli anziani ancora in buona salute della fascia d’età compresa tra 65-74 anni (in elevata percentuale), da una condizione percepita dalla società e da loro stessi di costo passivo e di peso sociale a una risorsa positiva per la città.

Giuseppe Montante suggerisce nello studio di creare condizioni diffuse di “invecchiamento attivo”. Tutto ciò farebbe sentire questi anziani ancora utili e socialmente vivi e li aiuterebbe ad uscire dalla solitudine e dalla condizione di depressione e malinconia, presente in molti di loro, che li spinge verso uno stato di auto abbandono che accelera l’invecchiamento e l’insorgenza di patologie.

Lo stesso autore a tal proposito suggerirebbe la costituzione al livello comunale di una Agenzia di protezione sociale, gestita dal Comune in collaborazione con l’Az. Sanitarie e la Regione Veneto.

Questa Agenzia avrebbe il compito di coordinare la meritevole azione sia del volontariato cattolico e laico sia delle Istituzioni verso la creazione di molteplici iniziative basate sull’invecchiamento attivo che utilizzeranno la popolazione residente sana e disponibile, compresa fra 65 e 74 anni.

Le attività che sarebbero effettuate dagli anziani con fragilità economica, dovrebbero essere remunerate agli anziani che le eseguono con reddito basso a prezzi calmierati da parte di coloro che ne fruiscono (essendo una retribuzione integrativa e non sostitutiva della pensione e usufruendo anche di facilitazioni fiscali, già esistenti).

Le attività fornite invece dagli anziani con condizioni di reddito migliori (superiori alla soglia di esenzione ticket per reddito), sarebbero effettuate come attività di volontariato senza alcuna remunerazione.
 
Gli autori dello studio e della proposta affermano che i I costi di remunerazione degli anziani e di esercizio di tale agenzia sarebbero in buona parte pagati sia dai privati, usufruenti di tali attività, e sia dalla Parte Pubblica mediante i risparmi economici determinati dai lavori socialmente utili e dalla riduzione dei costi della spesa sanitaria e sociale.
 
In conclusione Montante e Benazzato affermano che l’azione di stimolo e coordinamento di questa Agenzia porterebbe ai seguenti vantaggi:
- contribuirebbe a ridurre la condizione di frustrazione e depressione di parte degli anziani;
- contribuirebbe ad una percezione positiva di tale popolazione a Padova; 
- costituirebbe una rete capillare di sorveglianza attiva delle condizioni sociali e sanitarie di questa popolazione, nonché di primo intervento sociale;
- contribuirebbe ad integrare la rete pubblica di assistenza socio-sanitaria degli anziani;
- contribuirebbe a ridurre i costi crescenti della spesa sanitaria e sociale per la popolazione anziana senza ridurre il grado di copertura assistenziale.
  
Endrius Salvalaggio

15 aprile 2019
© Riproduzione riservata

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