“Porteremo la Facoltà di Medicina a Treviso”. La sfida del Dg dell’Ulss 2 Francesco Benazzi
Il progetto prende le mosse dal ruolo già ricoperto dall'Azienda in campo accademico. Già da diversi anni Treviso è infatti sede dei corsi di Medicina per il quarto, quinto e sesto anno. ”Abbiamo 7 unità operative clinicizzate con l’Università di Padova. Oltre alla frequenza di numerosi specializzandi e alla presenza dei corsi per le professioni sanitarie“, spiega il Dg in questa intervista.
di Endrius Salvalaggio
31 GEN - Nella Ulss 2 sta per essere realizzata l’opera che da tempo molti stavano aspettando: la Cittadella della Salute. Il Direttore Generale
Francesco Benazzi, oltre ad essere in prima linea in questo progetto, ha nel cassetto un altro programma ovverosia di portare la facoltà di medicina a Treviso. “Non si tratta di portare a Treviso una novità – spiega il dg Francesco Benazzi - si tratta di proseguire un cammino già iniziato da diversi anni e che vede già affermata l’azienda sanitaria trevigiana come azienda d’insegnamento. Ogni giorno sono oltre 700 gli studenti universitari che studiano nelle nostre sedi e frequentano laboratori e reparti. Abbiamo 7 unità operative clinicizzate con l’Università di Padova, ossia reparti ospedalieri il cui primariato è affidato ad un professore dell’ateneo patavino con tutte le caratteristiche e le prerogative di una clinica universitaria. Da diversi anni siamo già sede dei corsi di Medicina per il quarto, quinto e sesto anno per un totale di circa 150 studenti. Poi, abbiamo la frequenza di numerosissimi specializzandi e la presenza dei corsi per le professioni sanitarie: Infermieristica, Ostetricia, Tecniche di Radiologia, Tecniche Audioprotesiche, Igiene dentale a Treviso; Assistenti sanitarie, Fisioterapia, Terapista occupazionale a Conegliano. Negli ultimi vent’anni i laureati sono circa 2000”.
Non si tratta di realizzare un progetto da zero ma di sviluppare l’attuale realtà. Per quanto concerne gli investimenti, sicuramente sarà un passo importante, ma il dg è più che convinto che tra Università di Padova e la Regione Veneto, quando si creeranno le condizioni giuste, ci sarà la volontà di realizzare il progetto. “Tra Ulss trevigiana e l’ateneo di Padova c’è un rapporto ultratrentennale – continua il dg - sono certo che in questi decenni hanno avuto modo di conoscerci bene e di apprezzare il contributo fornito dalla sede di Treviso. Ai vertici delle nostre unità clinicizzate abbiamo sempre avuto personalità accademiche di prima levatura. Una consuetudine confermata anche recentemente con la nomina del professor
Carlo Agostini, forse il maggior esperto di malattie rare nel panorama nazionale, e del professor
Giacomo Zanus, strettissimo collaboratore del professor Di Cillo, rispettivamente in seconda Medicina e IV Chirurgia del Ca’ Foncello: due reparti strategici nella nostra organizzazione. Grazie a questo rapporto particolare con il Bo, siamo, di fatto, il terzo polo universitario in campo medico del Veneto dopo la casa madre di Padova e Verona”.
Secondo le carte, l’ospedale di Treviso subirà un completo rinnovo e all’interno di quest’opera è prevista tutta un’area didattica. “Il Ca’ Foncello diventerà una struttura Hub - conclude il dg - che possiamo considerare la portaerei della nostra azienda provinciale. Il cantiere in corso ci mette in condizione di poter pensare e disporre ulteriori laboratori e ambienti didattici negli edifici che verranno razionalizzati con la costruzione di quelli nuovi. A qualche chilometro siamo proprietari della ex sede del Pime su Terraglio, un grande e moderno complesso (oggi occupato da uffici amministrativi) ben collegato dai servizi pubblici che potrebbe ospitare anche strutture ricettive oltre che didattiche. Non ultimo, in centro città c’è la prestigiosa e grande sede del Seminario vescovile. Penso che un intesa con la Diocesi per il suo utilizzo possa rivelarsi di grande utilità. Anche per la rivitalizzazione del centro cittadino”.
Endrius Salvalaggio
31 gennaio 2019
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