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Vicenza. Al San Bartolo il sistema di monitoraggio delle aritmie che trasmette i dati in tempo reale al cardiologo

Il dispositivi è lungo 5 centimetri e ha uno spessore di 3 millimetri. Si impianta sottocute in meno di 10 minuti e può trasmettere per due anni le informazioni sullo stato di salute del cuore alla centrale della Cardiologia utilizzando lo smartphone del paziente


04 MAG - Alla Cardiologia dell’Ospedale San Bartolo di Vicenza è partito l’impianto di un sistema di monitoraggio delle aritmie cardiache sottocutaneo che trasmette in tempo reale i dati alla Centrale della Cardiologia tramite una app scaricata dal paziente. È il primo ospedale pubblico del Veneto ad adottare questa tecnologia.


“I sistemi di monitoraggio impiantabili non sono una novità assoluta”, dice Angelo Ramondo, direttore dell’U.O.C. di Cardiologia del S. Bortolo. “Vengono utilizzati da tempo per studiare nel lungo periodo le aritmie irregolari, che possono sfuggire anche ad un esame holter sulle 24 ore. Per la prima volta, però, in caso di necessità il paziente può inviare in tempo reale i dati rilevati”.

Normalmente, infatti, con questo tipo di dispositivi il controllo e l’eventuale invio dei dati viene effettuato solo durante la notte, utilizzando un apposito trasmettitore che il paziente deve tenere sul proprio comodino. Con questa tecnologia, invece, non solo il trasmettitore non è più necessario, in quanto è sufficiente lo smartphone del paziente, ma quest’ultimo può partecipare attivamente al percorso diagnostico, registrando i sintomi sullo smartphone, segnalando eventi come svenimenti o altre situazioni anomale e attivando una trasmissione in tempo reale in caso di necessità. Inoltre i pazienti possono anche confermare la trasmissione dei dati al medico e ricevere avvisi automatici se hanno tralasciato una trasmissione programmata.
 
Il tutto grazie ad una “scatolina” di dimensioni molto contenute - appena 49 millimetri di lunghezza, 9,4 millimetri di larghezza e 3,1 millimetri di spessore - che viene inserita sotto la cute, nel torace, con un’operazione estremamente semplice: per il suo impianto e la successiva medicazione sono sufficienti 10 minuti. A quel punto il dispositivo inizia a registrare automaticamente le informazioni cardiache essenziali, che vengono lette dalla App installata sullo smartphone del paziente e trasmesse alla Cardiologia. Tutto questo per un periodo di tempo che può arrivare fino a due anni. In questo modo, i dati raccolti consentono di identificare anche le aritmie cardiache più difficili da rilevare, compresa la fibrillazione atriale.
 
“Una volta raccolti tutti i dati necessari - conclude Ramondo - siamo in grado di comprendere con precisione la causa dell’aritmia e quindi di intraprendere il percorso terapeutico più adatto, sempre privilegiando un approccio di tipo mini-invasivo”. 

04 maggio 2018
© Riproduzione riservata

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