Veneto. La protesta Snami: “Cure territoriali in crisi. La Regione cambi rotta”
Per il presidente nazionale del sindacato, Angelo Testa, “il decantato modello sanitario Veneto rischia il declassamento per una serie di criticità che stanno emergendo” e legate alla decisione della Regione di “trascurare il territorio”. “I nuovi posti letto degli Ospedali di Comunità e Hospice sono state solo promesse disattese”, incalza il segretario regionale Salvatore Cauchi. Al via lo sciopero telematico. “E se la parte pubblica cercherà di imperdirlo, sarà protesta nazionale”.
13 SET - I medici di famiglia veneti hanno avviato iniziative di protesta verso la Regione per richiamare l’attenzione dei cittadini, delle associazioni dei malati, dei sindaci, e delle forze politiche sulle pesanti criticità nelle cure territoriali promesse con il Piano socio sanitario del 2013 ma che si sarebbero arenate negli anni.
“Non si può non riconoscere al Veneto il fatto che negli ultimi anni abbia sviluppato livelli di eccellenza per la qualità degli ospedali e per le alte tecnologie per le malattie acute, ma di aver trascurato le cure territoriali per i pazienti fragili e cronici”, afferma
Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami.
“Di fatto - continua Salvatore Cauchi, presidente regionale di Snami Veneto e vice segretario nazionale - è stato bloccato ‘il potenziamento e il consolidamento dell’offerta territoriale’ previsto dal PSSR che entro il 2016 avrebbe dovuto sviluppare potenziamento dell’ADI e il rafforzamento organizzativo della medicina di base. A fronte della riduzione di 1.219 posti letto ospedalieri la DGR 2122 del 2013 prevedeva di attivare 1.263 nuovi posti letto negli ospedali di comunità e Hospices. Non risulta ne siano stati attivati in Veneto, in qualche ULSS, addirittura, sono stati ridotti”.
Le organizzazioni venete dei medici di famiglia (Fimmg, Smi, Snami, Intesa sindacale) ribadisce
Bruno di Daniel, presidente di Snami Treviso “hanno concordato sulla necessità di dire basta e intervenire prima che sia troppo tardi per invertire la tendenza che affossa il Piano sanitario regionale. Porremo in essere una serie di iniziative pubbliche e per alcuni giorni bloccheremo la telematica per dare un segnale e non creare troppo disagio ai cittadini, sperando di non dover arrivare nei mesi successivi anche alla chiusura degli studi se non ci sarà una risposta adeguata”.
“Saremo vicini allo Snami Veneto - conclude Angelo Testa - in una campagna di sensibilizzazione rivolta agli amministratori locali, ai pazienti e ai Medici per sostenere la richiesta alla Regione di cambiare rotta. E’ chiaro che se la parte pubblica porrà in essere azioni contro i Colleghi Veneti che sciopereranno ci sarà una mobilitazione generale e l’astensione dal lavoro sarà su tutto il territorio nazionale”.
13 settembre 2017
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