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Convenzioni medici. Onotri (Smi): “Al fianco delle proteste, a partire dal Veneto, pronti anche a uno sciopero nazionale”

Nell'ambito delle trattative per il rinnovo della convenzione dei medici di medicina generale e del territorio, lo Smi mette l'accento su quella che definisce una “ondata di disagio e proteste”. Per Onotri bisogna frenare gli avventurismi delle Regioni, come si è fatto con il no all'h16, arrivando a paventare uno sciopero nazionale


13 SET - Ripartono domani le trattative per il rinnovo della convenzione dei medici di medicina generale e del territorio, per il Sindacato dei Medici Italiani-Smi parteciperà alla riunione il segretario generale Smi, Pina Onotri e il responsabile 118-area convenzionati, Nicola Marini.

Pina Onotri, segretario generale Smi, alla vigilia dell’incontro sottolinea come l’Italia sia attraversata da una “ondata di disagio e proteste” e che la Sisac innanzitutto deve rispondere a questo clima di preoccupazione  e incertezza: “La controparte pubblica - spiega Onotri - deve frenare gli avventurismi delle Regioni, come si è fatto con il no all’h16, ipotesi che deve essere definitivamente cancellata, e intervenire affinché si garantiscano gli accordi di lavoro e, quindi, i diritti dei medici. Non possiamo assistere a continui attacchi alle legittime indennità delle guardie mediche, come in Basilicata e Abruzzo, allo scippo di competenze ai medici di famiglia, come in Lombardia e Veneto o come sta avvenendo con i medici dell’emergenza nel 118 in Sicilia”.

“Per questa ragione - continua il segretario generale Smi - abbiamo contribuito a creare fronti unitari e intersindacali per avviare proteste forti in molte realtà, per esempio in Sicilia e Veneto, appunto. Ma anche sul piano giudiziario, in Abruzzo, Basilicata e Lombardia. Nel caso del Veneto è bene ricordare che la Regione ha attaccato in queste settimane il diritto allo sciopero, contestando il ricorso alla disobbedienza telematica, lo stop all’invio delle ricette, minacciando, addirittura, la disdetta della convezione per i medici che avessero aderito a una forma di protesta che non avrebbe colpito i pazienti, ma solo la macchina burocratica. Grottesco: la Regione preferisce gli ambulatori chiusi. È bene lo Smi starà a fianco di tutti i colleghi, non li lascerà soli, in Veneto come nel resto del Paese e, se necessario, sarà astensione dal lavoro in tutta Italia”.

“Infine - conclude Onotri - crediamo che sulla stessa linea delle iniziative intersindacali a livello periferico, sia giusto e opportuno andare al tavolo della Sisac in modo compatto, come, purtroppo, non è avvenuto nel passato, e con decisioni, e proposte, condivise e unitarie e con chiari obiettivi: tutelare, sempre e comunque, i medici, ripensare il sistema, prevedere risorse adeguate”.

Lorenzo Proia

13 settembre 2017
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