Finanziamento dei centri diurni per disabili. Lanzarin convoca tavolo regionale
L’incontro si terrà il 12 gennaio. Al centro l’introduzione di una nuova metodologia per determinare le rette rendendo omogeneo ed equo il finanziamento regionale per ogni assistito nelle strutture educative e occupazionali del Veneto. “Per la Regione non esistono disabili di serie A e di serie B, e a tutti vogliamo garantire servizi di qualità e parità di trattamento”, ha detto l’assessore al Sociale.
10 GEN - L’assessore regionale del Veneto alle politiche sociali
Manuela Lanzarin ha convocato per giovedì 12 gennaio, a palazzo Balbi (ore 10), il tavolo per riorganizzare interventi e finanziamenti a favore dei centri diurni che accolgono in Veneto le persone disabili. Al centro dell’incontro, spiega una nota della Regione, c’è l’introduzione di una nuova metodologia per determinare le rette, in modo da rendere omogeneo ed equo il finanziamento regionale per ogni assistito nelle strutture educative e occupazionali del Veneto, superando l’attuale diversificazione.
“Ho convocato le 21 conferenze dei sindaci, i direttori sociali delle Ulss, i dirigenti delle strutture assistenziali e i vertici delle federazioni delle cooperative sociali che gestiscono i 286 centri diurni attivi in Veneto per concordare il percorso di definizione e applicazione del valore medio della quota giornaliera pro-capite che la Regione riconosce a queste strutture – dichiara l’assessore – Attualmente sono circa 6300 le persone con disabilità grave, fisiche e psichiche, che frequentano i centri diurni”.
Il punto di partenza del percorso che sarà avviato il 12 gennaio è la delibera regionale 740 del 14 maggio 2015 che ha delineato standard organizzativi/assistenziali, criteri autorizzativi, modalità di determinazione delle rette-tipo per i centri diurni e, quindi, le quote di rilievo sanitario e le quote sociali, a seconda dell’indice di gravità della disabilità.
“Obiettivo del tavolo regionale è individuare un percorso graduale per superare l’attuale disparità che si è creata nel tempo tra le rette dei Ceod delle diverse Ulss venete, ad esempio, tra i centri diurni del Trevigiano e quelli del Veronese. Chiederemo l’impegno dei sindaci, delle amministrazioni locali e delle Conferenze dei sindaci e metteremo in campo una quota del Fondo regionale per la non autosufficienza, nel rispetto dei vincoli di bilancio, per facilitare l’armonizzazione delle rette dei centri diurni. Per la Regione non esistono disabili di serie A e di serie B, e a tutti vogliamo garantire servizi di qualità e parità di trattamento”.
10 gennaio 2017
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