In Veneto troppi ticket? Zaia contro Cittadinanzattiva: “Sgangherata polemica, non si gioca sulla pelle dei cittadini”
Dura replica del presidente del Veneto alle affermazioni dell’associazione che, citando i dati della Corte dei Conti, sostiene che i veneti pagherebbero una quota più elevata di ticket sanitari del resto dei cittadini italiani. Secondo questi dati in Veneto risulta effettivamente la quota procapite di ticket più alta d'Italia ma, secondo Zaia, questo non vuol dire che i cittadini della sua regione paghino effettivamente più ticket degli altri.
07 MAG - “Nessuno contesta che la quota di compartecipazione media italiana alla spesa sanitaria sia di 47 euro contro i 61,7 del Veneto. Ma Cittadinanzattiva - Tribunale del Malato commette numerosi ed elementari errori nella lettura dei dati (elaborati dal Mef e non da loro) e omette faziosamente di indicarne le reali motivazioni”, così in una nota il presidente del Veneto
Luca Zaia replica alle accuse dell’associazione già oggetto di una polemica televisiva nei giorni scorsi e poi rilanciate in occasione della giornata del malato che, citando
i dati della Corte dei Conti sostiene che i veneti pagherebbero una quota più elevata di ticket sanitari del resto dei cittadini italiani.
“Siccome ci si fa vanto della parola ‘cittadino’, vorremmo aiutare tutti, compresa Cittadinanzattiva – prosegue Zaia - a capire che il dato dei 61,7 euro attiene - ma non è una novità - alla virtù e alle buone pratiche della Regione Veneto e non a una volontà di mettere le mani nelle tasche dei contribuenti, come dimostra il fatto che siamo gli unici a non aver applicato nessuna addizionale Irpef oltre quella che ci impone lo Stato. Vorrei spiegarlo con chiarezza, in modo definitivo ai cittadini e in modo didascalico particolarmente a Cittadinanzattiva”.
“Spero che dal seguente decalogo, comprensibile anche a chi non sa nulla di sanità – prosegue il Presidente – risulti chiaro che Cittadinanzattiva ha completamente sbagliato bersaglio e ha studiato poco:
1) il cosiddetto superticket da 10 euro su ogni ricetta rossa fu introdotto dal governo Monti per compensare i tagli al Fondo sanitario nazionale;
2) la quota di 10 euro è fissa, cioè indipendente dal numero di prestazioni prescritte dal medico;
3) la Regione Veneto ha ridotto della metà (5 euro) il superticket per i redditi fino a 29 mila euro;
4) la Regione Veneto ha presentato ricorso contro l’introduzione del superticket. Il ricorso è stato respinto;
5) alcune Regioni hanno nel frattempo introdotto ticket regionali sulle prestazioni, in aggiunta a quelli nazionali;
6) la Regione del Veneto non ha mai introdotto ticket aggiuntivi;
7) accade che in numerose Regioni il combinato disposto di ticket nazionali + ticket aggiuntivi regionali + superticket sulla ricetta rossa renda in molti casi più conveniente per l’assistito ricorrere alle prestazioni delle strutture private;
8) affinché sia chiaro una volta per tutte: la prestazione sanitaria erogata dai privati risulta in molte Regioni meno costosa del carico di ticket che lo Stato addossa all’assistito. Un po' come nel caso dei prodotti petroliferi dove nel prezzo alla pompa la componente fiscale supera il costo industriale. Esemplificando ulteriormente. Sul prezzo della benzina, come detto, incidono molte tasse nazionali e le Regioni possono imporre accise aggiuntive. Il Veneto non ne mette (come non ha mai messo ticket sulla sanità), ma risulta essere la Regione che spende di più in carburanti. Ciò non significa che il Veneto fa pagare la benzina più cara, ma semplicemente che il Veneto ‘corre’ di più in auto o in camion, banalmente perché si lavora e si produce di più. Quindi per un motivo virtuoso, non perché si tassa. Esattamente come in sanità;
9) questo eccesso di ticket ha determinato in molte Regioni una vera e propria fuga dal pubblico, con conseguente minore introito e, di conseguenza, abbassamento della quota pro capite citata impropriamente da Cittadinanzattiva;
10) in Veneto la Regione effettua, anche sulla base dell’ottima collaborazione con la Guardia di Finanza e della Corte dei Conti, efficaci e pervasivi controlli sul pagamento dei ticket e sulle certificazioni delle esenzioni per patologia e reddito, cosa che non avviene in altre Regioni, altro elemento che incide sull’abbassamento della compartecipazione pro capite in altre Regioni”.
“Non si capisce dunque per l’abolizione di quale ticket i cittadini veneti dovrebbero firmare, visto che la Regione non ne applica – conclude il Presidente del Veneto –. E spiace che le spiegazioni da me fornite nello studio tv e all’esterno all’esponente di Cittadinanzattiva - Tribunale del Malato non siano state affatto prese in considerazione. A questo punto invito l’organizzazione a farsi trovare la prossima volta più preparata, se vuole attivare una contesa meno sgangherata col sottoscritto e con la Regione. Ma soprattutto sia chiaro che se si vuole fare polemica politica con false informazioni sulla pelle dei cittadini, resterò loro col fiato sul collo”.
07 maggio 2016
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