Veneto. Coletto al Nursind: “Rigore? Roma non aspetta che di poterci commissariare”
Non si placa la polemica tra l’Assessore e il sindacato degli infermieri sulla carenza di personale negli ospedali. Coletto: “Confrontiamoci anche duramente su qualsiasi argomento ma nel farlo evitiamo inutili e dannose fantasie. Il blocco delle assunzioni è figlio delle scelte dei Governi Monti prima, Letta poi e Renzi adesso”.
08 GEN - “Dipingere catastrofi non è il miglior modo per mettere a posto le cose se e dove non funzionano”. Con queste parole l’Assessore regionale alla sanità
Luca Coletto interviene con una contro replica sulla polemica e sull’allarme lanciato dal sindacato degli infermieri Nursind sulla carenza di personale negli ospedali.
“Confrontiamoci anche duramente su qualsiasi argomento – aggiunge Coletto – ma nel farlo evitiamo inutili e dannose fantasie. La realtà è che il blocco delle assunzioni è figlio delle scelte dei Governi Monti prima, Letta poi e Renzi adesso, tanto che è inserito in bella vista nella legge di stabilità. La verità è che da tempo immemore usiamo ogni possibilità legittima per assumere, garantiamo totalmente il turnover, non neghiamo pressochè mai una richiesta di assunzione di medici o infermieri se in qualche reparto viene messa a rischio l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, tanto che negli ultimi anni sono stati assunti numerosi medici, infermieri e tecnici. La stessa delibera sul minutaggio minimo di assistenza da garantire ad un singolo paziente, che si può ampliare su semplice richiesta del direttore generale – conclude Coletto - ben lungi dal bloccare le assunzioni, ne rende invece più agevole l’attivazione. Ad esempio quando in un reparto tale minutaggio scende sotto il minimo o si dimostra troppo elevato indicando così una possibile carenza di personale, o nel settore del privato convenzionato, che di fatto è stato costretto ad assumere per rispettare il minutaggio minimo”.
“Sullo sfondo rimane sicuramente un quadro di difficoltà – aggiunge Coletto – ma, di fronte all’atteggiamento del Governo che continua a punire Abele invece di Caino, dobbiamo difenderci con le armi che abbiamo e cioè con un immenso e faticosissimo lavoro di mantenimento in ordine della spesa. Roma non aspetta altro che noi si sfori anche di qualche centinaio di euro per far scattare il commissariamento nazionale, che significherebbe introduzione al massimo possibile dell’addizionale Irpef (che siamo gli unici in Italia a non avere) e tagli, quelli sì pesantissimi, per i quali il problema non sarebbe più avere del personale in più, ma riuscire a non chiudere interi reparti”.
“Lo si tenga bene a mente – conclude Coletto – quando, con leggerezza, si accusa la Regione di ‘non voler’ fare qualcosa. L’alternativa a quello che stiamo facendo noi, con il sacrificio di tutti, a cominciare dai nostri medici e dai nostri infermieri e tecnici, che ringrazio per ogni minuto che dedicano ai nostri malati, è consegnare una delle migliori sanità d’Europa a un futuro di veri stenti e di veri tagli ai servizi”.
08 gennaio 2015
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