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Anziani. Allarme Spi Cgil: “In Veneto +20% di ultra80enni in 10 anni e solo 100 giovani ogni 281 over65”   

In sindacato accende i riflettori sull‘aumento del bisogno di salute ma anche sul rischio isolamento e abbandono degli anziane. Biancardi: “Nel 2033 nella nostra regione si conteranno quasi 257 mila ultra 65enni in più. Ancora più delicata la questione degli ultra 80enni. L’invecchiamento di per sé è un bene, ma richiede già da oggi politiche adeguate”. I DATI

di Endrius Salvalaggio
28 OTT - La popolazione anziana aumenterà in modo considerevole nei prossimi dieci - vent’anni. “I numeri parlano chiaro e raccontano di un trend inesorabilmente in crescita perché legato a una crescita dell’aspettativa di vita, ma testimoniano anche la necessità di gestire al meglio questa evoluzione”. A dirlo Nicoletta Biancardi, segretaria generale dello Spi Cgil del Veneto, commentando uno studio della Spi Cgil Veneto che nasce dall’ elaborazione dei recenti dati demografici pubblicati da Istat.

In Veneto l’esercito degli ultra 65enni, secondo le proiezioni Istat, aumenterà di oltre il 20 per cento entro il 2033 e del 39 per cento nel 2043. Parlando in termini assoluti, in dieci anni si passerà da circa un milione e 170 mila anziani, il 24,1 per cento della popolazione, a un milione 425 mila, il 29,5 per cento. Di fatto, nel 2033 nella nostra regione si conteranno quasi 257 mila ultra 65enni in più di adesso. In termini assoluti, poco meno di mezzo milione di anziani in più di oggi.

Ancora più delicata la questione degli ultra 80enni, per molti dei quali la programmazione della sanità e dell’assistenza diventa non necessaria ma fondamentale, visto che parliamo dei soggetti più fragili, spesso affetti da una o più malattie croniche e da situazioni di non autosufficienza. Oggi sono 374 mila e 800, il 7,7 per cento della popolazione veneta. Nel 2033 diventeranno quasi 450 mila, circa 74 mila in più, con un aumento del 19,7 per cento, e andranno a rappresentare il 9,3 per cento degli abitanti. Fra 20 anni gli ultre80enni veneti supereranno abbondantemente il mezzo milione (543 mila circa), l’11,4 per cento della popolazione.

“L’indagine – commenta Nicoletta Biancardi dello Spi Cgil del Veneto – scatta una fotografa che non può essere assolutamente ignorata dalla Regione, in particolare dalla giunta che succederà l’attuale. L’invecchiamento di per sé è un bene, perché conferma un prolungamento dell’aspettativa di vita. Sappiamo benissimo però, che a certe età si presentano problematiche che possono rendere la quotidianità una vera sofferenza, e per questo, in campo sanitario e socioassistenziale, bisogna riprogrammare già da oggi politiche adeguate. È chiaro che serve una nuova riorganizzazione con più risorse, nuove assunzioni e più posti letto nelle case di riposo, nuove politiche per le e gli assistenti familiari e per i caregiver, il riconoscimento del lavoro di cura, l’incremento delle impegnative di residenzialità, una vera e capillare riorganizzazione dell’assistenza domiciliare”.

“A questo si dovrà fare i conti con altre problematiche di tipo socio economiche, come il rischio di abbandono degli anziani – continua la segretaria generale, Nicoletta Biancardi - senza il supporto di giovani può essere reale, soprattutto in alcune aree geografiche o contesti sociali specifici. Questo rischio può essere legato a vari fattori, come lo spopolamento delle aree rurali che nei comuni veneti, soprattutto agricoli o montani ovvero anche in altre aree interne, mentre i giovani tendono a spostarsi verso le città in cerca di opportunità lavorative. Questo fenomeno lascia le aree più isolate con una popolazione prevalentemente anziana e senza una rete di supporto, poiché mancano sia familiari sia i volontari”.

Endrius Salvalaggio

28 ottobre 2024
© Riproduzione riservata

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