Assistente infermieri. Il “No” del Nursing Up Veneto: “Operazione fallimentare”
“Mancano coperture economiche, inquadramento contrattuale e definizione dei ruoli”, sostiene il Nursing Up Veneto, secondo il quale “trasformare parte degli oss in assistenti infermieri o formarli ex novo, è un passo indietro, che non risolve l’emergenza nazionale del personale sanitario, in particolare la carenza nella sanità veneta dove mancano oltre 5.500 tra oss e infermieri”.
23 OTT - “In un contesto drammatico, dove solo in Veneto mancano più di 5.500 tra infermieri e operatori sociosanitari (oss) - indispensabili per garantire servizi assistenziali essenziali in ospedali, centri servizi e assistenza domiciliare sul territorio - l’istituzione dell’assistente infermiere rischia di essere un pericoloso passo indietro. Si pensa, con un colpo di spugna, di trasformare una parte degli oss in assistenti infermieri, ma di fatto senza andare ad aumentare il numero di professionisti e senza agire sulle cause dell’emorragia di personale che abbandona la sanità pubblica”. Così, in una nota, il Nursing Up del Veneto, che esprime uno No secco all’istituzione dell’assistente infermiere.
“Il problema è stato affrontato partendo dalla coda anziché dalla testa”, afferma
Guerrino Silvestrini, referente regionale Nursing Up Veneto, secondo il quale “prima si sarebbe dovuto agire con provvedimenti per il riconoscimento professionale ed economico dell’infermiere, e poi ragionare sulle figure di supporto all’attività infermieristica. L’assistente infermiere non rappresenterà una soluzione alla carenza di personale infermieristico, ma solo un preoccupante autogol per la qualità dell’assistenza sanitaria”.
Sul piano ipotetico, spiega il Nursing Up Veneto, avviando ora la formazione, i primi assistenti infermieri potranno essere verosimilmente pronti per il 2026, “ma ad oggi manca la proiezione di quanti potranno essere. Mancano del tutto le coperture economiche e le basi contrattuali. Al momento non ci sono infatti finanziamenti specifici, né tantomeno indicazioni certe sul ruolo della nuova figura, i suoi compiti e il rapporto con l’infermiere”.
“Abbiamo il fondato timore che si verifichi un’erosione delle funzioni infermieristiche, creando confusione nei ruoli, nelle responsabilità e nei compiti, con un aumento del rischio clinico a discapito del paziente» prosegue il segretario regionale Silvestrini. «Non permetteremo che l’infermiere, laureato e altamente qualificato, venga via via sostituito dall’assistente infermiere, una figura “low-cost”, meno formata e meno qualificata, che alla fine non garantirebbe un risparmio economico, ma certamente influirebbe in modo negativo sulla sicurezza di lavoratori e pazienti” rileva Nursing Up Veneto.
Pur riconoscendo l’importanza del supporto all’assistenza, “se si analizza l’elenco delle attività previste per l’assistente infermiere – secondo il sindacato veneto degli infemrieri - emergono non poche perplessità. Si fa riferimento alla collaborazione di questa nuova figura con l’infermiere e alla supervisione di quest’ultimo, ad esempio per il rilevamento dei parametri vitali del paziente, ma anche per attività assistenziali a carattere sanitario quali medicazioni, somministrazione della nutrizione con sondino, preparazione di terapie da far assumere”.
“Riteniamo che questo tipo di inquadramento sia uno stratagemma per arrivare a un’ampia sostituzione degli infermieri attraverso un impiego improprio degli assistenti infermieri, anche in attività che eccedono la loro formazione, nel nome del risparmio e a svantaggio dell’utenza, oltre ad accrescere il rischio di contenziosi per attività improprie eseguite senza assunzione di responsabilità” puntualizza Silvestrini.
Nursing Up Veneto si dice “pronta ad agire con iniziative dimostrative e a sostenere in tutte le sedi la propria posizione per dare assoluta priorità ad altri tipi di azioni organizzative, basate su programmazione e lungimiranza”.
Il sindacato degli infermieri ritiene che occorra puntare prioritariamente sulla valorizzazione degli infermieri, “migliorando le condizioni lavorative attraverso un incremento retributivo degno di questo nome e un maggiore riconoscimento della professionalità, implementando la pratica infermieristica avanzata con la prescrizione di presidi sanitari. Ben venga anche il consolidamento del ruolo dell’oss, definendone la cornice delle competenze e rispettandone le specifiche attività. Vanno inoltre favoriti ad ampio raggio gli investimenti nella formazione, incoraggiando i giovani nell’accesso ai corsi di laurea, sgravando le famiglie con esoneri dalle tasse universitarie e creazione di tirocini retribuiti e favorendo l’inserimento lavorativo post-laurea”.
23 ottobre 2024
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