Padova. Avruscio (Cimo e Anpo): “Medici discriminati, ma non siamo meno importanti degli ospedali da realizzare”
Continua la battaglia del sindacalista contro gli stipendi dell'Aoui di Padova, più bassi rispetto a quelli di altre realtà ospedaliere. “Noi medici non siamo meno importanti della nuova struttura che nascerà entro 2031. I cittadini devono sapere che siamo i più discriminati e per questo motivo molti colleghi se ne stanno andando”.
di Endrius Salvalaggio
11 DIC - Dopo la
presentazione del nuovo policlinico universitario di caratura internazionale che, parole del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, supererà i 1680 posti letto, il presidente
Giampiero Avruscio, presidente Anpo e Federazione Cimo per l'Azienda Ospedale-Università di Padova, torna all’attacco contro le “discriminazioni” subite dai medici dell’Aou. Lo fa ripartendo proprio dalle parole di Zaia, che definisce i medici dell’attuale Azienda ospedaliera di Padova i numeri uno, professionisti che meritano un grande investimento per un nuovo Policlinico.
“Siamo felicissimi che dopo oltre 25 anni di un ospedale ‘a rotelle’, si arrivi oggi ad un progetto di fattibilità. Certo non è ancora il progetto esecutivo – dice Avruscio - non è stata bandita la gara...ma abbiamo una data certa, nel 2031, sperando che non vi siano le stesse peripezie come il ponte sullo stretto di Messina, Padova fra 8 anni avrà finalmente il suo polo sanitario universitario più grande d'Europa. Intanto i numero 1 di Padova, medici, Infermieri, tecnici, amministrativi, a parità di ruolo e funzioni, restano gli ultimi della Regione del Veneto, discriminati nei valori stipendiali rispetto ai colleghi delle altre realtà ospedaliere e che fino al 2019 arrivavano a percepire uno stipendio di “carriera” anche di 10-15 mila euro in meno” come la tabella allegata.
“Questa amministrazione regionale a fronte di forti investimenti sulle strutture, sui muri e sulle tecnologie, per quanto fondamentali siano, continuano a discriminare il popolo sanitario di Padova – continua il sindacalista - rispetto al resto della Regione del Veneto ed è poco dignitoso per chi la subisce questa contraddizione, cominciando dai cittadini padovani che pagano le tasse al pari di tutti i cittadini del Veneto e lo è soprattutto per la politica regionale e per coloro che in regione sono stati eletti nel collegio dove lavorano i numeri uno della Regione del Veneto. Stendendo un velo pietoso sulle 1.429 firme arrivate pochi mesi fa, ai vertici Regionali per chiedere l'istituzione di una commissione che faccia chiarezza sull'origine della distribuzione dei fondi regionali sulla quale ad oggi non è stata spesa una sola parola”.
Per il sindacalista dell’attuale azienda ospedaliera di Padova, non avere detto e fatto nulla a fronte delle firme raccolte è stata un'occasione persa, perché a curare le persone ci sono altre persone, non meno importanti dei muri e delle tecnologie che più avanzate sono, più servizi offrono e proporzionalmente più personale formato e di esperienza diventa necessario.
“E la politica dove pensa di trovare questo personale sanitario per il miglior ospedale a livello europeo?”, domanda a Zaia il presidente della Federazione Cimo-Fesmed e presidente Anpo di Padova. “Con lo sblocco delle assunzioni? Rendendo più attrattivo il lavoro nell’ospedale mantenendo gli stipendi da ultimi in classifica? Noi non ci inventiamo nulla ci sono delle tabelle che lo testimoniano e le rendiamo pubbliche perché la gente le possa conoscere e possa rendersi conto perché sempre più personale sta dando dimissioni volontarie per andare altrove”.
I sindacati dell’ospedale-università di Padova, che da anni denunciano questa contraddizione attendono che la Regione compia un ulteriore atto di coraggio e che un giorno o l’altro annunci che adeguerà gli stipendi alle altre aziende ospedaliere e sanitarie del veneto, prima di parlare di un nuovo ospedale da quasi 1700 posti letto.
Endrius Salvalaggio
11 dicembre 2023
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