Infertilità. C’è un decalogo internazionale ma, per Foresta, “è carente in più di qualche aspetto”
Quello dell’infertilità è un problema globale, sul quale influiscono numerosi fattori. Da un pool di esperti internazionali arrivano delle raccomandazioni che, tra le altre cose, sollecitano l'istituzione di una biobanca globale di tessuti e dati clinici di uomini, partner e figli. Ma per l’endocrinologo presta poca attenzione a prevenzione, sensibilizzazione dei giovani a sottoporsi a visite specialistiche e approfondimenti diagnostici.
di Endrius Salvalaggio
17 NOV - In un recente incontro tenutosi ad Abano Terme a Padova, si è discusso di medicina della riproduzione, denatalità ed infertilità oltre al commento di un decalogo di raccomandazioni internazionale. Un incontro presieduto dal Prof.
Carlo Foresta, già ordinario di Endocrinologia all’Università di Padova, presidente dell’appuntamento con il prof.
Alberto Ferlin, Professore di Endocrinologia e direttore della UOC di andrologia e medicina della riproduzione dell’Azienda Università di Padova.
“Per restare in ambito Veneto, anche se l’emergenza è globale – spiega Foresta - da un recentissimo studio presentato si stima che la nostra Regione, nel 2033, abbia perso circa 45 mila abitanti. Conseguente con un crollo delle nascite di circa 10 mila bambini. L'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che l'infertilità oggi colpisca una coppia su sei. E per fare qualcosa prima che sia troppo tardi, un consorzio di esperti internazionali ha preparato un elenco di dieci raccomandazioni urgenti per affrontare il calo della fertilità maschile, chiedendo ai governi e ai sistemi sanitari di riconoscere l'infertilità maschile come una condizione comune e grave”.
Le raccomandazioni del rapporto includono l'istituzione di una biobanca globale di tessuti e dati clinici di uomini, partner e figli per aiutare i ricercatori a comprendere le cause genetiche e ambientali dell'infertilità, il sequenziamento genomico e migliori test diagnostici offerti di routine agli uomini per aiutarli a capire perché avranno difficoltà a generare un figlio, test rigorosi sugli impatti delle sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino nei prodotti di consumo quotidiano, sul posto di lavoro e nell'ambiente in generale, normative e politiche per proteggere uomini e ragazzi da composti dannosi e sviluppo di alternative sicure, oltre a una migliore formazione per aiutare gli operatori sanitari a promuovere la salute riproduttiva maschile durante l'intero arco della vita.
Ad oggi, come sostiene il prof Foresta, per cercare di venir incontro al problema dell’infertilità si ricorre al dell’uso della pratica della fecondazione assistita che, per il professore dell’Università di Padova, non è assolutamente l'unica strada percorribile. Infatti, “la principale lacuna che mi sento di evidenziare nel decalogo internazionale risiede nella totale mancanza di un riferimento alle politiche socio-sanitarie di prevenzione dell'infertilità maschile, concentrandosi invece sugli aspetti più clinico-terapeutici per il trattamento dell'infertilità, o per la presa in carico della coppia infertile più in generale”, commenta il professor Carlo Foresta, già Ordinario di Endocrinologia dell'Università degli Studi di Padova e del Consiglio Superiore di Sanità.
“È necessario sottolineare come la fecondazione assistita non sia la prima linea di approccio terapeutico nelle coppie infertili. L'eziologia dell'infertilità di coppia – continua l’esperto di Endocrinologia all’Università di Padova - richiede infatti un approfondimento diagnostico di entrambi i partner, e quando la diagnosi è completata il trattamento della coppia deve basarsi prima di tutti sul trattamento medico per ripristinare la fertilità, seguito dalla possibilità di un trattamento chirurgico per ripristinare la fertilità e, solo in ultima battuta, alle procedure di fecondazione assistita”.
“Ritengo sarebbe necessario ampliare lo spettro di approfondimenti diagnostici – aggiunge il professore - penso ad esempio all'analisi infettivologica, completamente omessa nel decalogo e fondamentale per individuare ad esempio l'infezione da Hpv nel liquido seminale, che tanto negativamente impatta sulla fertilità di coppia”.
Sebbene la necessità di uno specifico e più mirato iter diagnostico del maschio infertile sia certamente auspicabile, per il professore è altrettanto fondamentale ancor prima della diagnosi e della terapia di proporre importanti iniziative sulla prevenzione della fertilità maschile in età giovanile, quando il sistema endocrino-riproduttivo è più sensibile e quando si è ancora in tempo per intervenire sui principali fattori di rischio e stili di vita nemici della fertilità.
“Per tutti questi motivi ritengo sia fondamentale inserire nel decalogo una forte richiesta di maggior attenzione alla prevenzione delle patologie andrologiche in età giovanile e adolescenziale", prosegue l'esperto.
Foresta rivolge quindi una raccomandazione ai cittadini: “Una visita andrologica al termine dell'adolescenza, a 18 anni, equivalente alla prima visita ginecologica per le ragazze, che permetta uno screening della salute sessuale e riproduttiva dei giovani, al fine di educare ed informare sui fattori di rischio per la fertilità, ma anche per intercettare tutte quelle patologie andrologiche che, se trattate in giovane età, possono garantire una normale fertilità in età adulta, come la sindrome di Klinefelter, il varicocele o il criptorchidismo. Condizioni che se sfuggono, e non vengono identificate per tempo, non solo rappresentano un fattore di rischio per la fertilità, ma possono anche diventare momento patogenetico per altre patologie nell'adulto come sindrome metabolica, obesità e osteoporosi”.
Ecco gli altri consigli di Foresta per preservare la fertilità: “Evita sempre fumo e droghe, non abusare con l’alcool, scegli una alimentazione sana, tieni sotto controllo il tuo peso e fai una adeguata attività fisica, adotta un sano comportamento sessuale, osserva una corretta igiene intima, stai attento al fattore stress, non usare indumenti troppo stretti, non portare il cellulare nella tasca dei pantaloni, esegui l’autopalpazione dei testicoli, dopo i 18 anni inizia ad aver cura della tua salute andrologica, parlando con il tuo medico di fiducia che ti saprà indirizzare da uno specialista”.
Endrius Salvalaggio
17 novembre 2023
© Riproduzione riservata
Altri articoli in QS Veneto