Infermieri, in Veneto 26% dei posti nelle Università restano scoperti. Nursind: “Quadro drammatico”
Non si ferma l’emorragia di personale infermieristico. Il calo delle iscrizioni ai corsi di Laurea in certe aree è grave: in Veneto su 1.782 posti messi a bando ben 459 sono rimasti scoperti. “Uno dei tassi peggiori in Italia”, commenta Andrea Bottega del Nursind. Per Bottega “invece di continuare a investire sui medici, è arrivato il momento di fare uno studio vero sul reale fabbisogno di personale sanitario”. I DATI
14 SET - “Il Veneto purtroppo dovrà sempre più fare i conti con una emorragia di personale infermieristico che non accenna ad arrestarsi. I posti scoperti ai corsi di laurea in Infermieristica appena rilevati nelle università di Verona (con o senza considerare le sedi di Trento e Bolzano), Padova e Ferrara (sede di Adria), infatti, cominciano davvero a fare paura: si tratta di un 26% sul totale di quelli offerti, uno dei tassi peggiori in Italia. A maggior ragione se confrontati anche solo con quelli dello scorso anno accademico, perché confermano che ciò che abbiamo di fronte è proprio un trend negativo che si sta consolidando”. A dichiararlo, in una nota, è il segretario nazionale del Nursind,
Andrea Bottega, commentando i dati sulle iscrizioni agli atenei per le professioni sanitarie.
“Nonostante i posti messi a bando siano aumentati, infatti, le domande sono calate, lasciando scoperti, appunto, ben 459 posizioni su 1.782. Se ipotizziamo che tutte le domande presentate vengano accettate (quindi senza selezione) e applichiamo la media consolidata del 25% di abbandoni o cambi di facoltà, gli infermieri che si laureeranno tra 4 anni saranno meno di mille. Poco più della metà dei posti offerti e meno di un terzo dei 3mila richiesti dalla Regione”, continua Bottega.
Il segretario del Nursind parla di un “quadro drammatico di fronte al quale la domanda angosciante da porsi è: come faremo a garantire i servizi con un gap di 2mila infermieri all’anno e se col passare del tempo avremo sempre meno iscrizioni ai corsi di laurea? Perché il nodo è tutto qui ed è un vulnus che riguarda tutta Italia: mentre su Medicina, infatti, con 80mila domande su 20mila posti, le richieste delle Regioni vengono evase, per Infermieristica siamo lontani anche da qualsiasi soglia di sicurezza”.
Ecco perché, secondo Bottega, “invece di continuare a investire sulla professione medica, è arrivato il momento di fare uno studio vero sul reale fabbisogno di personale sanitario”.
L’appello alla Regione, infine, che arriva dal Nursind è a “farsi promotrice di una riforma delle norme sull’esercizio professionale per dare finalmente maggiore autonomia agli infermieri. Se si vuole rendere attrattiva questa professione, infatti, non c’è altra strada da seguire se non questa. Oltre, ovviamente, ad agire sulla leva degli stipendi. Solo così si potrà impedire che l’intero Ssn salti in aria e che interi reparti, se non ospedali, chiudano i battenti”.
14 settembre 2023
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