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Liste d’attesa. Crisarà (Fimmg Padova): “Non è vincolando i medici prescrittori che si risolve il problema”

Da inizio 2023 è entrato in vigore un nuovo modello sui Raggruppamenti di Attesa Omogenei (RAO). Questo grazie alla nuova delibera 1526 dello scorso dicembre, che ha come obiettivo quello di abbattere le liste di attesa. Ma alla Fimmg di Padova il nuovo sistema non è condivisibile. Crisarà: "I medici non hanno bisogno del ‘bignami prescrittivo' per la scelta dei tempi delle prescrizioni mediche atteso che stiamo parlando di un atto esclusivo del medico”. LA DELIBERA RAO

di Endrius Salvalaggio
09 GEN - E’ stata approvata il mese scorso la nuova delibera regionale sul modello Raggruppamento Attesa Omogenei (RAO), trasmessa ai direttori generali delle Ulss provinciali, Azienda Ospedale-Università di Padova, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, Istituto Oncologico Veneto Irccs e Azienda Zero, perché fosse applicata già a partire dal 1 gennaio 2023. Il provvedimento prevede un prontuario già precostituito con le classi di priorità (urgente, breve, differita e programmata), in base ai sintomi, da applicare alle singole ricette. Una delibera che trova la sua ratio nella necessità di accorciare le liste d’attesa, ulteriormente messe in difficoltà dal Covid e dalla conseguente sospensione dell’attività specialistica ambulatoriale non urgente.

“In questo contesto, proprio per agevolare la prescrizione secondo l’appropriatezza clinica – recita la delibera nr 1526 dello scorso dicembre - si propone, di adottare il nuovo modello RAO, che ha l’obiettivo di differenziare i tempi di attesa per i cittadini/pazienti che accedono alle prestazioni specialistiche ambulatoriali”.

Per la Fimmg di Padova, tuttavia, si tratta di un modello non condivisibile. “A quanto ci risulta – dichiara il segretario Fimmg di Padova e presidente Omceo, Domenico Maria Crisarà - i medici non hanno bisogno del “bignami prescrittivo” per la scelta dei tempi delle prescrizioni mediche atteso che stiamo parlando di un atto esclusivo del medico, ma sarebbe necessario rivedere piuttosto l’organizzazione e la programmazione della sanità regionale”.

Secondo il segretario Fimmg Padova sarebbe opportuno rivedere e concordare le operatività dei CUP, che rimangono ancora oggi un universo oscuro. Ricordando che porre una priorità ad un paziente su una prescrizione non è un semplice atto burocratico, ma un vero e sostanziale atto medico, che non può essere modificato a piacimento dell’operatore il quale dovrebbe limitarsi a prenderne atto. Ribadiamo ancora una volta il concetto che, dice Crisarà, “non è vincolando la mano dei medici prescrittori che si risolve il problema delle liste d’attesa, ma piuttosto attraverso l’efficientemento del sistema a valle della prescrizione, ferma restando la necessità d’analisi su eventuali lacune formative sull’appropriatezza prescrittiva”.

Secondo il segretario Fimmg, il ruolo del medico viene sempre più imbrigliato nella burocrazia e la sua professionalità viene sempre più utilizzata a risolvere problemi tutt’altro che medici e tutto ciò rischia di “spegnere” il Ssn, con l’immediato conseguenza di consegnare i medici alla sanità privata.

Endrius Salvalaggio

09 gennaio 2023
© Riproduzione riservata

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