Una dottoressa è stata aggredita con un coltello stamane a Padova da un paziente all'interno dello Iov (Istituto Oncologico Veneto). Subito soccorsa dai colleghi le sue condizioni sono stabili.
La donna, secondo le prime informazioni, avrebbe riportato ferite ad una mano, cercando di difendersi, ed al collo. Sembra che l'aggressione sia avvenuta mentre l'uomo, non un ricoverato nell'istituto, stava aspettando di effettuare una terapia antalgica. L'aggressore è stato fermato dalla polizia. La sua posizione è al vaglio della Procura.
Il fatto è stato reso noto dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: "Sono stato informato da poco che un medico in servizio a Padova presso l’Istituto Oncologico Veneto è stato aggredito questa mattina da un paziente, con un coltello. La professionista è stata immediatamente soccorsa. Le condizioni sanitarie sono stabili. Voglio esprimere la più ferma condanna per un gesto di enorme viltà e la mia personale vicinanza alla professionista ferita. Seguo personalmente l’evolversi della vicenda, in contatto costante con la direzione dello IOV e dell’Azienda Ospedale Università di Padova. Si tratta di fatti che non possono essere tollerati o liquidati, serve che il legislatore tratti questi casi con la massima severità e con norme ad hoc".
“Ci troviamo dinanzi ad un gesto esecrabile che purtroppo evidenzia, in tutta la sua gravità, la difficilissima posizione nella quale ogni giorno i medici sono costretti a lavorare – commenta il Dottor Domenico Maria Crisarà, Presidente Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Padova –. Sta venendo meno quel rapporto di fiducia che era il caposaldo del rapporto medico-paziente sino a poco tempo fa. Lo ribadisco nuovamente: da eroi salvatori i medici sono ora visti come il nemico da osteggiare e financo da colpire in senso letterale dando sfogo a tutta la propria violenza ed insoddisfazione”.
“Ovviamente in merito ad una vicenda tanto delicata lasciamo spazio interamente al legislatore – prosegue il Presidente Crisarà –. Da parte nostra, esprimiamo condanna del vile gesto e solidarietà nei confronti al collega che si è trovato a fronteggiare questa drammatica situazione. Auspichiamo che le autorità preposte siano in grado di rafforzare la sicurezza nei luoghi di cura, sia per i pazienti che per i medici e gli operatori sanitari che vi lavorano. Da parte nostra tutto l’impegno per recuperare e ristabilire una corretta relazione tra medici e pazienti cosicché episodi come quello occorso stamani al collega dello IOV non abbiamo a ripetersi”.
“Saranno gli inquirenti – ha detto il presidente della Fnomceo Filippo Anelli – a far luce su una vicenda così delicata. Esprimiamo la nostra solidarietà alla collega, alla sua famiglia, al personale e ai pazienti dello Iov che hanno dovuto assistere a un episodio di violenza in un luogo deputato alla cura dei più fragili; al Presidente dell’Ordine dei Medici Domenico Crisarà e a tutto il Consiglio”.
“Quello che chiediamo è che sia rafforzata la sicurezza delle strutture sanitarie – conclude Anelli – e che i medici non siano mai lasciati soli: la presenza di personale può essere un deterrente contro le aggressioni. Per fortuna la dottoressa sembra ora fuori pericolo ma il pensiero non può non andare a Paola Labriola o a Roberta Zedda, uccise a coltellate da due loro pazienti”.
“È sconcertante – aggiunge il Vicepresidente della Fnomceo, Giovanni Leoni, che è anche Presidente dell’Ordine dei Medici di Venezia - che un paziente possa entrare armato di coltello in un Istituto dedicato alla cura dei pazienti oncologici. Auguriamo alla collega una pronta guarigione e auspichiamo una approfondita analisi dell’evento e una revisione dei protocolli di sicurezza per i lavoratori”.