Sangue. Avis Veneto: “Non siamo solo fornitori, vogliamo partecipare alla programmazione”
Innalzare il ruolo del servizio del dono del sangue, dare ad Avis Veneto un ruolo centrale sulla programmazione del sistema sanitario Veneto. Sono questi gli auspici che la presidente Pradal vuole realizzare per una associazione come Avis che conta nel 2021 ha raggiunto 206.667 donazioni. “Abbiamo cercato più volte di avere un dialogo costruttivo con le strutture regionali e con i politici regionali. Siamo stati ascoltati, abbiamo portato proposte ma, purtroppo, di fatti nel 2021 ne abbiamo visti pochi”
di Endrius Salvalaggio
10 GIU - Sono diverse le iniziative che Avis Veneto sta svolgendo in questi mesi per sensibilizzare l’importanza del dono del sangue. Iniziative che stanno creando dibattito ed interesse come il tema della carenza dei medici e di organizzazione precaria che, secondo la presidente Vanda Pradal, minerebbero la generosità del donatore. Il ruolo di Avis Veneto nel panorama sanità, dati del 2021 resi noti un paio di mesi fa, vede fra Avis e Abvs vede:176.078 sacche di sangue e 30.589 di plasma, per un totale di 206.667. Un risultato di grande valore se si pensa che, difficoltà a parte, sono state cedute alla regione Sardegna e Lazio, 5.112 unità di sangue.
Un risultato che ha superato in positivo quello dell’anno precedente con 199.347 sacche. Nonostante questo
Vanda Pradal, presidente Avis Veneto, va dritta al punto in tema di carenze e di organizzazione: “Non è concepibile che ci si trovi con donatori idonei pronti a donare, ma che non possono essere prelevati per carenza di medici e per problemi organizzativi e gestionali. Abbiamo cercato più volte di avere un dialogo costruttivo con le strutture regionali e con i politici regionali. Siamo stati ascoltati, abbiamo portato proposte ma, purtroppo, di fatti nel 2021 ne abbiamo visti pochi”.
Vanda Pradal, eletta a giugno dell’anno scorso, si sta battendo affinché Avis non sia solamente considerata una fornitrice di sangue, ma abbia un ruolo più strategico. “In Avis siamo concreti, lavoriamo, abbiamo idee per migliorare la situazione, siamo a contatto con i donatori e cogliamo le esigenze, e quindi vorremmo più ascolto e compartecipazione – precisa precisato Pradal - e mi rivolgo ai rappresentanti regionali. Ci sembra ormai maturo il tempo perché il prezioso dialogo con la sanità veneta possa condurci a risposte, in primis, sul reperimento del personale sanitario. Avis ha un ruolo importante e non può essere considerata solo una fornitrice, ma va inclusa nei processi decisionali e di programmazione del nostro sistema sanitario”.
Altra iniziativa è stata il recente progetto "Io Valgo 3.0", con la firma di un protocollo d'azione fra Avis regionale Veneto, Admo Veneto e altri partner, e che ha come obiettivo quello di promuovere la salvaguardia della salute dei lavoratori attraverso alcune immagini di cittadini, diffuse nei social, che, vestendo i propri abiti da lavoro, ricordano l’importanza di tutelare con semplici regole la propria e l’altrui salute. Iniziativa partita come “Io Valgo 1.0” nel 2019 con incontri all’interno delle aziende e che si è rimodulata a causa della pandemia nel 2020 (Io Valgo 2.0) con interventi a distanza e su piattaforme digitali.
La firma del protocollo d’azione va verso la direzione di una maggiore sensibilizzazione da parte di tutti sulla salute di ciascuno e della collettività, partendo dal luogo di lavoro, in cui ognuno di noi passa la maggior parte del suo tempo”, spiega Chiara Manfrin, coordinatrice del progetto.
Ultimo in ordine di tempo è stata, in vista della “giornata mondiale del donatore” dell’11 giugno prossimo, la creazione di un pieghevole che illustra i fattori che mettono a rischio la salute dell’ambiente e la nostra. Piccole azioni e attenzioni quotidiane possono aiutare a preservare l’ambiente e la natura circostante, ottenendo così effetti enormemente benefici sulla vita di ognuno, migliorandone la qualità.
“Buona salute e stile di vita sono molto condizionati dall’ambiente in cui viviamo. Spendersi per la loro tutela e salvaguardia diventa anche per noi di Avis, che proteggiamo la salute dei nostri cittadini attraverso la donazione di sangue e la promozione di una vita sana, un obiettivo ormai fondamentale”, conclude Vanda Pradal
Sulla carenza dei medici, l’assessore alla salute Manuela Lanzarin, risponde che “il problema è comune per tutti i settori e che la Regione sta ragionando con le università per l’inserimento degli specializzandi nel settore trasfusionale. Intanto, abbiamo portato da 6mila a 17mila le borse di specializzazione ed è in partenza in alcune province il sistema informatico sanitario unico, che dovrebbe entrare a regime regionale entro il 2023”.
Endrius Salvalaggio
10 giugno 2022
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