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Qualità delle cure. L’ospedale Santa Maria di Terni promosso da 8 pazienti su 10


L’indagine, realizzata da MGResearch, riporta un giudizio positivo sull’ospedale per il 75,3% degli intervistati. Quasi il 90% di chi ne ha fruito negli ultimi tre anni è soddisfatto delle prestazioni. Il dg Dal Maso: “Azioni intraprese dalla direzione aziendale hanno consolidato rapporto di fiducia con i icittadini”.

20 MAR - "Tempo di bilanci, a tre anni dall’inizio del suo mandato, per Maurizio Dal Maso, direttore generale dell’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni, che in un incontro rivolto agli operatori ha sintetizzato l’andamento del piano di riorganizzazione e delle attività del triennio 2016-2019, illustrando anche i risultati dell’indagine realizzata dall’istituto di ricerca e statistica MG Research sulla percezione della qualità dell’attività e delle prestazioni della struttura ospedaliera ternana con riferimento ai cambiamenti introdotti negli ultimi tre anni". È quanto si legge in una nota dell'Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni.
 
"L’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni gode di una buona 'reputation' tra i cittadini - spiega la nota -: il 75,3% degli intervistati esprime un giudizio positivo e tra questi il 20,3% la reputa una struttura eccellente, di pari livello (27,3%) o superiore (42,0%) agli altri ospedali della regione, in particolare per quanto riguarda Cardiologia e Cardiochirurgia (49,8%), Neurologia e Neurochirurgia (14,8%), Oncologia (13,5%)".
 
“'Qualità' e 'preparazione' sono le caratteristiche che vengono attribuite spontaneamente dagli intervistati alla struttura Santa Maria - prosegue l'Azienda -, che viene percepita come un ospedale efficiente (78,8%), con prestazioni di elevato standard qualitativo (75,0%) e di alta specializzazione (73,3%) e dove viene garantita la centralità del paziente (71,8%)".
 
"Tra i residenti nella provincia di Terni - aggiunge la nota -, l’ospedale Santa Maria costituisce senza dubbio un punto di riferimento in caso di necessità: l’80,8% degli intervistati, infatti, si rivolgerebbe all’ospedale di Terni laddove dovesse avere bisogno di un intervento chirurgico di routine e ben il 60,5% lo farebbe anche in caso di un intervento chirurgico complesso e di elevata specializzazione".
 
"Ampiamente positivi i giudizi di chi ha avuto un’esperienza diretta con l’ospedale negli ultimi tre anni: l’89,8% si dice soddisfatto delle prestazioni ricevute; il 93,2% apprezza la qualità delle strumentazioni e dei macchinari e il 91,5% la competenza e preparazione dei medici presenti nella struttura. Il 61% pone appena al di sotto della sufficienza i tempi di attesa".
 
"Un intervistato su tre - prosegue la nota - ritiene l’Azienda ospedaliera di Terni migliorata nell’ultimo triennio: solo il 7,5% della popolazione di riferimento ha percepito un peggioramento. Il merito di questo miglioramento viene attribuito principalmente alla direzione dell’ospedale (51,1%), nonostante solo il 33,8% degli intervistati sia a conoscenza del piano di efficientamento, riorganizzazione e miglioramento dei percorsi e della qualità delle cure messo in atto dalla dirigenza. Gli aspetti in cui in assoluto è stato percepito un cambio di passo da parte dell’ospedale Santa Maria sono principalmente l’organizzazione complessiva della struttura (49,6%) e il livello e la qualità del personale medico (41,2%)".
 
“Dal 2016 - ha spiegato il dg Maurizio Dal Maso - le azioni della direzione aziendale si sono concentrate su due fronti: da un lato la prosecuzione delle attività di ristrutturazione e riqualificazione della struttura ospedaliera e il rinnovamento tecnologico; dall’altro l’avvio dei cambiamenti organizzativi e dei nuovi modelli clinico-assistenziali, che in poco tempo hanno migliorato gli indicatori di efficacia ed efficienza, iniziando a far crescere i livelli qualitativi e quantitativi delle prestazioni, a consolidare un solido rapporto di fiducia con i cittadini di Terni e dell’Umbria e ad esercitare un'attrattività ancora più elevata nei confronti dei cittadini di altre regioni”.
 
"Infatti - aggiunge l'Azienda -, con quasi 26 milioni di ricavi, il Santa Maria di Terni è l’azienda in Umbria che attrae la più alta mobilità attiva extraregionale, che in termini di percentuale sul fatturato raggiunge il 31,4% rispetto al 26,7% dell’azienda ospedaliera di Perugia e del 20-21,9% delle aziende Usl Umbria 1 e 2".
 
I dati. "In termini di risorse - specifica la nota -, è cresciuta la dotazione del personale medico-infermieristico e di tutte le professioni sanitarie, passando da 1.627 unità nel 2014 a 1.666 unità alla fine del 2018, contro le 1.864 unità attese al 2020 in base al fabbisogno concordato con i sindacati e comunicato alla Regione. Inoltre, nel rispetto dei limiti imposti dalla vigente normativa, i posti letto sono cresciuti passando da 541 nel 2014 a 554 nel 2016 a 578 nel 2018 (di cui 533 ordinari e 45 in regime di day-hospital e day surgery)".
 
"In crescita del 16,5% rispetto al 2015 il volume dell'attività specialistica ambulatoriale - si legge ancora -, dell’1% rispetto al 2017 il numero delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e del 2,8% quelle di Pronto soccorso, che nel 2018 ha registrato 44.442 accessi di cui il 2,9 % con codice rosso, il 25,2 % con codice giallo e il resto con codice verde e bianco (60,1 + 11,9%) a testimonianza della inappropriatezza di accessi di cui si fa carico la struttura ospedaliera".
 
"Nonostante la carenza di anestesisti e la riduzione di circa 400 sedute operatorie - conclude l'Azienda -, la riorganizzazione dei blocchi operatori ha consentito di mantenere stabili le attività di sala operatoria, con 19.866 interventi (solo 70 in meno rispetto al 2017), un numero medio di interventi per seduta che è passato da 3,28 a 3,54 e una generale riduzione delle liste operatorie, dovuto anche all’istituzione del CUR, la centrale unica di ricovero che governa tutto il percorso delle attività chirurgiche programmate, dalla pre-ospedalizzazione alla post-acuzie e dimissione".
  

20 marzo 2019
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