Infermieri di famiglia. No a forzature di Opi e Nursind in Toscana
09 LUG -
Gentile direttore,
il Sindacato Medici Italiani della Toscana nel comunicato del 4 luglio ha segnalato le gravi criticità presenti nella Delibera 597/18 della Regione Toscana istitutiva della figura dell'Infermiere di famiglia e comunità (IFC). Delibera, che secondo lo SMI, si esprime in termini ambigui perché non distingue con chiarezza ruoli,funzioni ed ambiti operativi tra le figure mediche e quelle infermieristiche, assegnando agli Infermieri compiti che travalicano il loro ambito professionale ed attribuendo funzioni di management operativi di sviluppo di piani che sono, di fatto, diagnostico - terapeutici ,di coordinamento organizzativo, di controllo di risultato e di garanzia di equità nella erogazione delle cure, facendo riferimento, nella premessa, al Piano Nazionale della Cronicità (PNC).
La delibera 597/18, nel rapportarsi al PNC ed al Chronic Care Model (CCM) fà riferimento, per le fonti,all'intero quadro del complesso legislativo e normativo precedente della Regione sulla sanità di iniziativa, ma va molto oltre con una libera interpretazione del combinato disposto delle sue stesse norme e compie un "salto quantico" attribuendo all'Infermiere la funzione di Care Manager, con la precisa motivazione che "questa figura professionale, sulla base degli indirizzi deliberati in precedenza favorisce trasversalmente lo sviluppo di un piano di cure personalizzato, favorendo il coordinamento e l'utilizzo appropriato dei diversi servizi" e "diventa una risorsa dell'intero sistema di presa in carico e di erogazione delle cure territoriali" e "una adeguata assistenza infermieristica può ridurre il bisogni di un'assistenza medica ".
In sintesi, non è più il Medico al centro del sistema, come pure il CCM prevede e definisce, ma l’Infermiere, secondo lo SMI, che è chiamato a coordinare e sviluppare quel Piano di Assistenza Individualizzato per tutte le situazioni ad alta complessità sanitaria e socio assistenziale,che costituisce il "cuore" stesso della strategia diagnostico - terapeutica, di organizzazione dei percorsi e di controllo incrociato sui risultati e sulla equità di erogazione delle cure.
Per lo SMI Toscana questo significa travalicare pesantemente il proprio ambito professionale, creare una confusione dei ruoli e provocare un pericoloso conflitto di competenze. Risultato: la demolizione dello spirito della Riforma, la sconfitta nella sfida della cronicità, un prezzo alto che il cittadino pagherà nel quadro generale della promozione della salute.
La risposta degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (OPI) è lo specchio preciso di questo clima, creato dalla delibera 597/18, di esaltazione emozionale coniugata ad orgoglio professionale. Una reazione compatta ed euforica, forte nei toni, ma non condivisibili, a nostro avviso, nei contenuti. Si sottolinea continuamente che l' intervento infermieristico "non deve essere prestazionale" “ma deve prendere in carico in toto il paziente" (OPI PRATO).
Questo, inutile girarci intorno, significa solo una cosa: fare diagnosi e terapia. Ancora, "l' Infermiere può garantire cure odontoiatriche" (quali?) e "può evitare gli accessi inutili al Pronto Soccorso" (OPI FIRENZE) : quindi ancora diagnosi, prognosi e terapia! "L'Infermiere si prende carico (ancora diagnosi e terapia) di tutte le età" (ma non era legato alla cronicità?) e del "fine vita" secondo quanto prevede la legge 219/17 (OPI MASSA CARRARA), legge che, però fà riferimento alla sinergia professionale con le figure mediche e specialistiche di cui la OPI non fà cenno!
Il Sindacato Nursind, nel
comunicato del 29 Giugno 2018 arriva addirittura a sostenere che "L'aiuto ai malati cronici ed ai familiari non può essere messo in capo al MMG che di altro si occupa (sic!) e può diventare partecipe nel momento in cui viene attivato dall'Infermiere"
Per lo SMI Toscana è giusto investire risorse per una formazione ulteriore e specifica degli Infermieri per i loro nuovi compiti di famiglia e comunità, ma giudica che sia assolutamente inopportuna la mancata delimitazione dei compiti incentivata dalla Delibera 597/2018 per la sua impropria enunciazione e, per tale motivo, chiede che anche l' Ordine dei Medici sia presente insieme all'Ordine delle Professioni Infermieristiche nella "cabina di regia" nella fase pilota del percorso formativo dell'IFC.
Obiettivo: evitare che vengano spesi soldi di tutti i cittadini toscani per fornire agli Infermieri una formazione relativa a compiti diversi da quelli previsti dalle leggi dello Stato e dal Codice Deontologico dell' Infermiere che, ricordiamo afferma (art.22) : "L'infermiere conosce il progetto diagnostico terapeutico" (quindi conosce, non elabora ed attua che è compito del Medico) e all' art.41 "L'Infermiere collabora con gli altri operatori di cui riconosce e valorizza lo specifico apporto".
Il Codice Deontologico del medico l’Art. 3 prevede, invece, che "La diagnosi a fini preventivi ,terapeutici e riabilitativi è una diretta esclusiva e non delegabile competenza del medico e l’Art. 13 contempla : L'adozione di protocolli diagnostico - terapeutici e di percorsi clinico assistenziali impegna la diretta responsabilità del Medico nella verifica della tollerabilità e della efficacia dei soggetti coinvolti".
Per tutte queste motivazioni, per la tutela delle prerogative professionali dei Medici, per la salvaguardia della equità e della qualità dei livelli assistenziali offerti ai cittadini lo SMI Toscana, tramite i propri rappresentanti provinciali, ha già rivolto formale richiesta di incontro a tutti gli Ordini Provinciali dei Medici della regione. Analoga richiesta verrà a breve rivolta all'Assessore alla Salute Saccardi sulle tematiche sviluppate.
Nicola Marini
Segretario Regionale SMI Toscana
09 luglio 2018
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