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Ospedale Santo Stefano di Prato entra nel Network di simulazione pediatrica “ad alta fedeltà”

Il Network, nato in Toscana al Meyer, si propone di diffondere la modalità di formazione tramite simulazione in situ ad alta fedeltà nell’ambito della Rete pediatrica della Regione Toscana. La creazione di programmi di simulazione condivisi permetterà di introdurre rapidamente e rendere omogenei i protocolli diagnostico-terapeutici e assistenziali dell’emergenza pediatrica e acquisire gli aspetti organizzativi e di team work necessari per gestire pazienti pediatrici ad alta intensità di cura in emergenza.

23 MAG - La pediatria del Santo Stefano di Prato è inserita nel Network di Simulazione Pediatrica che comprende, oltre all’ospedale Meyer di Firenze, le pediatrie degli ospedali di Grosseto, Lucca e Pistoia, una rete che si sta allargando anche ad altre realtà nazionali ed europee.

Il Network, nato in Toscana al Meyer, si propone di diffondere la modalità di formazione tramite simulazione in situ ad alta fedeltà nell’ambito della Rete pediatrica della Regione Toscana. La creazione di programmi di simulazione condivisi permetterà di:

- introdurre rapidamente e rendere omogenei i protocolli diagnostico-terapeutici e assistenziali dell’emergenza pediatrica, testandoli in ambiente di simulazione prima dell’utilizzo sul paziente reale:

- acquisire gli aspetti organizzativi e di team work necessari per gestire pazienti pediatrici ad alta intensità di cura in emergenza.

Si tratta di un programma di Simulazione in emergenza pediatrica ad alta fedeltà, applicato sia nel Pronto Soccorso pediatrico di Prato che nel reparto di Pediatria, nato dall’esigenza di formare il personale.

Nell’ambito medico, la simulazione è una tecnica di formazione permanente del personale che utilizza scenari clinici simulati, a cui fa seguito un incontro strutturato nel quale tutti i partecipanti, insieme agli istruttori, analizzano lo svolgimento dello scenario e le azioni che sono state eseguite dal gruppo.

La tecnologia ad alta fedeltà consente di ricreare scenari clinici realistici. Vengono impiegati sofisticati manichini simulatori a grandezza naturale gestiti da computer, in grado di riprodurre fedelmente molte delle funzioni vitali di un organismo umano e di rispondere ai trattamenti applicati.

Questo scenario, fedele alla realtà, consente ai partecipanti (medici, infermieri e altri professionisti) di immedesimarsi in una situazione clinica vera, potenziando l’apprendimento e permettendo agli operatori di mettere in pratica protocolli e manovre che si rendono necessari sul paziente pediatrico durante un codice rosso, evento che, nella pratica clinica si verifica con una frequenza molto bassa (0.2-0.3%). Nel 2017 gli accessi al pronto soccorso pediatrico del Santo Stefano sono stati 18.152 (0-14 anni). Nell’arco di cinque anni gli accessi al pronto soccorso pediatrico sono raddoppiati : 2013 – accessi totali 9.559; 2014 – accessi totali 15.031; 2015 – accessi totali 16.857; 2016 – accessi totali 17.536.

Nel 2017 la percentuale più alta registrata nei codici di priorità di accesso è stata la seguente: verde (59,2%) a seguire il bianco (36,9%), giallo (3,7%) e infine rosso (0,2%).

Nei pazienti pediatrici le situazioni critiche sono meno frequenti che negli adulti, ciò espone al rischio di trovarsi impreparati ed ansiosi quando si presenta un evento in emergenza. Gli errori che sono commessi durante la gestione di un evento critico sono raramente riconducibili a mancanza di conoscenza. E’ dimostrato infatti che circa il 70% degli errori è dovuto al fattore umano, a problematiche di lavoro in team ed a tutte le circostanze che complicano la trasformazione delle conoscenze teoriche in azioni efficaci.

L’analisi della gestione di eventi critici nasce nel mondo dell’Aviazione, dopo il verificarsi di eventi rari e catastrofici ed ha dimostrato che negli incidenti aerei una percentuale molto elevata era dovuta ad errori umani piuttosto che a problemi tecnici.

La strategia è denominata CRM (Crisis Resource Management – gestione delle risorse durante la crisi) e solo da poco tempo è stata applicata all’ambito medico.

L’errore che può essere commesso durante una simulazione senza correre alcun rischio diventa così fonte di apprendimento.

Il team coinvolto ha la possibilità di analizzare tutte le fasi dell’evento, confrontarsi e valutare tutti i percorsi alternativi quando si è rilevata una difficoltà di gestione. La tecnica della simulazione è particolarmente indicata per la formazione dei team di lavoro multidisciplinari.

23 maggio 2018
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