Politica e Ordini dei medici. Quale autonomia?
26 SET -
Gentile Direttore,
in questi giorni si è accesa la campagna elettorale per il rinnovo delle cariche dell'Ordine dei Medici e degli Odontoiatri. Anche a Firenze, dopo il lungo regno del Dr.
Antonio Panti, il confronto s’infiamma con la pubblicazione di un
articolo molto polemico dell'attuale Presidente rivolto direttamente all'Assessore
Stefania Saccardi e solo apparentemente estraneo al dibattito che si sta sviluppando nel merito dei programmi elettorali delle diverse liste che si contrapporranno per la guida dell’Ordine nel prossimo triennio.
L'articolo attacca l'Assessore per la gestione politica della riforma sanitaria, eludendo, però, qualsiasi riferimento alla principale responsabilità di chi al termine della scorsa legislatura, quella riforma, l’ha pensata e voluta e la cui impronta dirigistica sui modelli organizzativi, è indubbiamente fortissima.
Il Dr. Panti sembra rimpiangere i bei tempi durante i quali sedeva, oltre che sulla poltrona di Presidente dell'Ordine dei Medici, anche su quella di vice presidente del Consiglio Sanitario Regionale. Questo doppio ruolo ha sicuramente influito nell'orientare molte scelte di programmazione sanitaria degli ultimi anni, compresa la Legge regionale 84 del 2015 con cui si è avviata la riforma del sistema sanitario regionale.
Oggi per tutta la nostra categoria la domanda da porsi è quale ruolo istituzionale debba ricoprire l'Ordine dei Medici e degli Odontoiatri e la stessa domanda vale anche per i sindacati e per le società scientifiche. L'Ordine dei Medici e degli Odontoiatri è un’istituzione che deve o meno mantenere una propria indipendenza rispetto alla politica evitando nella maniera più assoluta rapporti che a qualsiasi titolo possano essere subordinati e condizionabili? E’ stato un bene per i medici aver avuto un presidente che utilizzando uffici regionali e personale amministrativo dedicato ha assunto il ruolo di consulente, se non, di fatto, di funzionario di alto rango, al servizio diretto delle politiche del Governatore, con il quale mantiene ancora oggi una relazione molto stretta, allargata, almeno per quanto riportano i media, al gruppo di testa della lista che nelle prossime elezioni di rinnovo dell’Ordine di Firenze, è apertamente sostenuta dal Dr. Panti?
Secondo alcuni questo tipo di relazione consociata avrebbe portato buoni frutti alla categoria (a tutta?). Noi non siamo d'accordo, il rischio di personalizzazioni e di sconfinamenti è troppo elevato.
Attualmente la relazione con la Regione Toscana, il suo Governatore e l'Assessorato, per la categoria e per i sindacati che la rappresentano, non attraversa una fase positiva. La carenza di personale, la politica sugli esuberi, gli attacchi di profilo nazionale all’esercizio della Libera Professione, il taglio (record a livello europeo) dei posti letto, la coartazione delle progressioni di carriera e le asimmetrie di trattamento economico emerse con la fusione delle ex USL, i tagli lineari ai bilanci di tutte le aziende (ricche o povere che siano), la mano libera di alcune direzioni aziendali che talvolta vanno oltre i diritti contrattuali e sindacali, sconfinando nel mancato rispetto di quelli individuali, è per noi un motivo di grande preoccupazione. E’ urgente avviare una stagione di serrato confronto su questi temi che porti a soluzioni condivise, se si ha a cuore la valorizzazione del lavoro dei professionisti e la difesa del diritto alle cure dei cittadini, un binomio per noi inscindibile.
Su un aspetto l'Assessore ha, comunque, espresso una posizione chiara: il prossimo presidente del nuovo organismo di governo clinico regionale sarà scelto in modo indipendente e non sarà un presidente di Ordine dei Medici. Una scelta coraggiosa di cambiamento perché avere come consulente “subordinato” il presidente della Federazione di tutti gli Ordini della Toscana può rappresentare certamente una condizione comoda che, però, rischia di indebolire entrambe le Istituzioni.
Con una nuova base di partenza che certifichi l'indipendenza di un'Istituzione, quella ordinistica, che esercita un fondamentale ruolo di garanzia, a tutela dei cittadini, relativamente ai contenuti deontologici della professione, forse si può ripartire per ridare alla Toscana lo smalto di regione guida nell'innovazione organizzativa in sanità e nella ricerca della qualità delle cure. Il materiale umano non manca: tanti medici, ma anche infermieri, dirigenti sanitari, tecnici, capaci di esprimere contenuti professionali ed etici di elevata qualità, che ogni giorno con il loro lavoro e sacrificio tengono in piedi un sistema sanitario che vogliamo pubblico, equo ed universale.
Segreteria Regionale Anaao Assomed Toscana
26 settembre 2017
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