Medici toscani a favore dell’obbligo vaccinale per i bambini
07 FEB -
Gentile Direttore,
il primo motivo per chiederle ospitalità è per ringraziarla per l'impulso che ha dato alla discussione sui vaccini su cui fole, bufale o, peggio, truffe, mettono a rischio la salute di tutti. Nella nostra Regione si discute il
Disegno di Legge con cui si nega ai bambini non vaccinati di frequentare le comunità infantili. La legge non obbliga alla vaccinazione e non impedisce l'accesso alla scuola dell'obbligo,
come ha notato il collega Geddes sul suo giornale, bensì rappresenta un'occasione di controllo sanitario e di incentivo alla tutela della salute di tutti i nostri figli e nipoti.
Nella proposta regionale si cita il documento della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici del luglio 2016 che, tra l'altro, esorta a “dare il massimo impulso alla vaccinazione nei primi mesi di vita al fine di prevenire patologie potenzialmente gravissime e a sostenere tutte le normative regionali e nazionali tendenti a riaffermare la necessità della vaccinazione” in quanto “lo stato di salute della popolazione non è un dato definitivamente acquisito ma deve essere continuamente presidiato e difeso”.
Di fronte alla caduta dei tassi di vaccinazione al di sotto dei limiti minimi indicati dalla OMS l'Ordine dei Medici apprezza e condivide la proposta regionale con l'auspicio che in tal modo si porti la discussione in Parlamento.
Come era da attendersi si è aperta una forte polemica; al di là delle proteste di alcuni pregiudizialmente antivaccinisti, talora con motivazioni poco lecite, occorre spiegarsi bene con tutti coloro che, compresi alcuni valenti colleghi, esprimono ragionevoli perplessità che, tuttavia, non sono condivisibili.
Questa legge induce a riflettere su diversi piani. Per primo su quello della legittimità; non vi è dubbio che l'ordinamento consente, anzi esige, l'adozione di provvedimenti di sanità pubblica qualora sia necessario e il calo vaccinico è sotto gli occhi di tutti. Ovviamente i medici sono tenuti a collaborare all'attuazione dei provvedimenti di sanità pubblica tra i quali spiccano le campagne vaccinali.
Sul piano etico il discorso è più ampio. Si invoca l'articolo 32 della Costituzione: “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività”. E' un evidente diritto dei bambini essere tutelati dalle malattie che i vaccini sono in grado di evitare ed è interesse della collettività che tutti siano protetti impedendo la circolazione dei virus e dei batteri.
Si dovrebbe modificare il dettato costituzionale (anche se simili proposte non portano fortuna!) comprendendo che le vaccinazioni sono un diritto della collettività che in tal modo tutela l'interesse dei singoli. La libertà di ognuno trova un limite evidente nel danno altrui e il caso dei vaccini è paradigmatico. La mancata vaccinazione non solo danneggia i singoli ma incide sulla salute di tutti.
Invece sul piano dell'efficacia ci sarà più da impegnarsi. Nel rispetto della libertà o, meglio, del principio di non costringere mai, potremmo pensare questa legge come un ponte per imboccare la strada del consenso diffuso alle vaccinazioni. Ed è questo il compito concreto che i medici debbono assumere; un impegno importante non solo a vaccinare e vaccinarsi ma a convincere razionalmente le persone sfatando i dubbi e le fandonie amplificate dal web.
I vaccini costano poco, molto meno di quanto costerebbero i casi di malattia non prevenuta; i vaccini sono sicuri e non contengono tossici; i vaccini sono studiati in relazione alle più moderne conoscenze sull'immunità; l'età giusta per vaccinare è quella del calendario vaccinale; i vaccini, in conclusione, rappresentano una delle più grandi conquiste della medicina.
Per questo l'Ordine dei Medici si impegna insieme alle Aziende Sanitarie a sostenere, mediante iniziative formative e informative rivolte alla cittadinanza, le campagne di vaccinazione come battaglia di civiltà. Chi scrive è un medico che purtroppo ha visto le tragiche conseguenze della poliomielite. Vederla ricomparire sarebbe la più grande sconfitta della medicina e della società.
Antonio Panti
Presidente dell'Ordine dei Medici di Firenze
07 febbraio 2017
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