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Riforma sanitaria. Per il sindaco di Grosseto “a rischio la rappresentatività dei territori”. Saccardi: “Si sbaglia”

Vivarelli Colonna punta il dito contro i mega-distretti e le Società della Salute, e parla di “guerra, interamente voluta dal Pd, nella sanità” che “sta mettendo in serio pericolo la democrazia”. L’assessore risponde: “Lavoriamo per il bene dei cittadini indipendentemente dal credo politico. Nessun volontà da parte della Regione di togliere voce e autonomia ad una città”.

02 FEB - “I mega-distretti e le nuove Sds mettono a rischio la rappresentatività dei territori e la democrazia”. Lo sostiene il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, secondo il quale “la guerra, interamente voluta dal Pd, che si sta combattendo nella sanità toscana sta mettendo in serio pericolo la democrazia e la rappresentanza dei territori, a pericoloso discapito della salute dei cittadini”.

Per Vivarelli Colonna  il ridisegno dei distretti socio-sanitari e delle Società della Salute, ad esempio, è stato compiuto in maniera tanto scriteriata da avere, nella nostra provincia, la singolare condizione di due distretti assolutamente sproporzionati: uno con circa 170mila abitanti da Monterotondo a Castell'Azzara passando per Grosseto; un altro con circa 50mila abitanti, quelli della zona tra le colline d’Albegna e il sud. Si accorpano, quindi, tre distretti vasti e variegati, se ne lascia uno intatto. Questa drastica contrazione incide sia sulla organizzazione aziendale della Asl per le materie afferenti la sanità territoriale e le materie sociosanitarie, sia sulla riorganizzazione degli strumenti per l’integrazione e l’esercizio associato delle materie socio-assistenziali. Avrà, quindi, conseguenze sull’erogazione dei servizi mentre la riduzioni dei costi, trionfalisticamente annunciata, non è ancora dato sapere a quanto possa ammontare”.

“Con la definizione dei nuovi confini – continua il sindaco - si dà, poi, il colpo di grazia alla capacità decisionale del capoluogo: è dunque evidente come le logiche seguite non siano quelle indicate dalla legge regionale. A prevalere, infatti, rischiano di essere le pressioni e le rappresentanze di natura politica. È quanto meno bizzarro che, nelle future decisioni in tema si salute dei cittadini, i sindaci di città importanti come Grosseto o Follonica abbiano un peso non proporzionato al numero di abitanti”.

Secondo Vivarelli Colonna “per garantire equità e giustizia il peso del sindaco capoluogo e delle città maggiormente popolate dovrebbe essere proporzionale alla popolazione. La proposta di legge in discussione in Regione, al contrario, si orienta proprio ad un depotenziamento, all’interno dell’assemblea dei soci della futura Sds (Società della salute, ndr), dei sindaci delle città più popolate e quindi più rappresentativi, creando un’evidente stortura democratica nel processo decisionale in uno dei temi più vitali, fondamentali e decisivi per la qualità della vita di una popolazione.  È un duro colpo alla rappresentatività e alla democrazia di un territorio, quello inferto dal nuovo marchingegno architettato dal Pd, per un motivo ancora più bizzarro: all’interno del variegato panorama toscano, solo la maremma godrà di questa tipicità. È quindi chiaro che l’unico intento sia quello di rendere inoffensivo il sindaco di Grosseto e a diluire il peso della città alla luce dei recenti risultati elettorali”.

Per il sindaco di Grosseto, “la scelta di collocare Giacomo Termine, sindaco del piccolo Comune di Monterotondo, a capo della conferenza dei sindaci dell’azienda Usl Toscana sud est poche settimane prima della mia elezione ha, di fatto, già blindato il Pd nel governo della sanità sul territorio: il sindaco di Grosseto, non essendo in questo caso presidente della Sds, non può avere diritto di voto in quella assise. Noi vogliamo contare, vogliamo partecipare ad un tavolo dove ci sia, per Grosseto, una capacità reale di scegliere e decidere. E non certo per velleità di protagonismo ma perché è in ballo il bene più prezioso: la salute dei cittadini”.

Immediata la risposta dell’assessore alla Salute, Stefania Saccardi. “Lo spirito che ha animato la scrittura e poi l'approvazione della riforma della sanità toscana è quello di lavorare per migliorare un sistema sanitario già riconosciuto come uno dei più efficienti d'Italia. Dire che la volontà della Regione è togliere voce e utonomia ad una città è quanto di più distante possa esserci dalle nostre intenzioni”, afferma l’assessore in una nota di replica a Vivarelli Colonna.

“Nella direzione di migliorare il sistema sanitario, chiaramente, va anche la riorganizzazione dei distretti - spiega Saccardi - La proposta attualmente in discussione nella commissione consiliare competente si basa su stime precise, che ci dicono che il 90 per cento dei bisogni socio-sanitari dei cittadini si riferisce alla zona distretto di appartenenza. A partire da questo abbiamo disegnato le nuove aree, facendo riferimento alle esigenze dei cittadini e alla capacità di organizzazione dei servizi: la scelta di creare distretti più grandi risponde all'esigenza di investire sul territorio e dare maggiore autonomia ad ogni singola area”.

“Si passerà dalle attuali 34 zone a 26 - spiega ancora l'assessore - Sarà ridotto il numero dei dirigenti e delle strutture amministrative, mentre la programmazione unitaria permetterà di presidiare di più e meglio le prestazioni sanitarie sul territorio, come i prelievi del sangue o le visite specialistiche, senza far spostare i cittadini anche dalle località più lontane. Con gli accorpamenti, poi, saranno messe a disposizione anche maggiori risorse da spendere per l'organizzazione e la gestione dei servizi”.

“Noi lavoriamo per il bene dei cittadini toscani - conclude Saccardi -, indipendentemente dal credo politico di ognuno e, soprattutto su materie delicate come quelle socio sanitarie, è bene sempre ribadirlo. Temo invece che il sindaco di Grosseto non abbia ben capito la reale importanza della riforma, per questo gli dico: incontriamoci e confrontiamoci, credo sia utile”.

02 febbraio 2017
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