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Piombino. ‘Killer in corsia’. Arrestata dai Nas un’infermiera accusata di aver ucciso 13 pazienti

In 12 casi avrebbe utilizzato un'iniezione letale di eparina per causare una rapida, diffusa ed irreversibile emorragia che ha portato alla morte dei pazienti. Un altro paziente sarebbe morto per arresto cardiaco riconducibile alla somministrazione di un altro farmaco. Gli omicidi sono avvenuti tra i 2014 e il 2015. I pazienti erano tutti ricoverati all'Uo di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale.

31 MAR - Dalla tarda serata di ieri i Carabinieri del NAS di Livorno coadiuvati da militari del Comando Provinciale, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Livorno dott. Antonio Pirato nei confronti di Fausta Bonino, un’infermiera professionale di 55 anni ed un decreto di perquisizione.
 
Secondo le indagini, l’infermiera è ritenuta responsabile del reato di omicidio volontario continuato, avvenuto negli anni 2014 e 2015, nei confronti di 13 pazienti tutti ricoverati, a vario titolo e per diverse patologie, presso l’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale civile di Piombino. Durante la conferenza stampa dell'Asl, come riporta Repubblica,  il primario del reparto Michele Casalis si è commosso: "Una persona con trent'anni di esperienza, maniacale nell'attenzione al paziente, diligente e sensibile", ha detto a proposito della donna. "Se verrà ritenuta responsabile mi ricrederò di tutto ma voi tutti l'avreste apprezzata come infermiera".
 
L’indagine, iniziata a metà anno del 2015 e condotta dai Carabinieri del NAS di Livorno – coordinati dalla Procura della Repubblica di Livorno (Pubblico Ministero Dott. Massimo Mannucci) – è scaturita da una segnalazione di un’ennesima ed inspiegabile morte, in quell’ospedale, di un anziano signore per emorragie diffuse non direttamente collegabili alle patologie di cui era affetto.

L’attività investigativa del NAS toscano, coadiuvato nelle varie fasi dal Reparto Analisi Criminologiche - Sezione Psicologia Investigativa e Sezione Atti Persecutori del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche (RaCIS) di Roma, ha consentito quindi di accertare la responsabilità di quelle 13 morti in capo ad una infermiera in servizio presso quell’ospedale da numerosi anni.
 
La complessa attività d’indagine ha messo in luce anche le modalità con le quali l’infermiera ha cagionato la morte dei pazienti, “ovvero – spiega una nota dei Nas di Livorno - attraverso l’iniezione letale, non per fini terapeutici, di un farmaco anticoagulante (EPARINA) tanto da determinare, soprattutto in alcuni casi, una rapida, diffusa ed irreversibile emorragia con conseguente morte”.

La presenza di questo farmaco è stata riscontrata nei rispettivi esami ematochimici effettuati sui pazienti nel corso dell’ordinario monitoraggio clinico, che hanno evidenziato una concentrazione, in alcuni casi, anche 10 volte superiore rispetto a quelle compatibili con le consentite dosi terapeutiche.

I pazienti deceduti, uomini e donne di età compresa fra i 61 e gli 88 anni, in molti casi avevano patologie per le quali la somministrazione dell’eparina non rientrava nelle possibili terapie.

“I tredici decessi, dodici dovuti a scoagulazione del sangue e uno ad arresto cardiaco ma ugualmente riconducibile alla somministrazione di altro farmaco, hanno alterato il totale nelle statistiche della struttura sanitaria”, spiegano i Nas, fornendo una tabella dettagliata delle date in cui sono avvenuti i decessi:

Anno 2014
19 gennaio, 27 giugno, 22 settembre, 2 ottobre, 24 novembre, 26 novembre, 20 dicembre, 28 dicembre.

Anno 2015
9 gennaio, 11 marzo, 1 luglio, 9 agosto, 29 settembre
 
Le vittime. Repubblica riporta i nomi delle 13 vittime, ricoverate tra il 2014 e il 2015: Marco Fantozzi, morto il 19 gennaio 2014 era stato ricoverato per insufficienza respiratoria, Terside Milianti, morta il 27 giugno 2014, era stata ricoverata per embolia polmonare. Adriana Salti, morta il 22 settembre 2014, Enzo Peccianti morto il 2 ottobre 2014 e ricoverato per insufficienza respiratoria, Elmo Sonetti ricoverato per intervento chirurgico e morto il 24 novembre 2014, Marise Bernardini arrivata al pronto soccorso il 25 novembre 2014 e morta il giorno seguente. Lilia Mischi, morta il 20 dicembre 2014 e Alfo Fiaschi il 28 dicembre 2014. Franca Morganti, morta il 9 gennaio 2015. Mario Coppola ricoverato il 10 marzo per insufficienza respiratoria acuta e morto il giorno seguente, Angelo Ceccanti ricoverato per una tracheotomia e morto il 2 luglio 2015, Marcella Ferri ricoverata per una valvoplastica e protesi all'anca e morta nell'agosto 2015. E Bruno Carletti, ricoverato per una frattura al femore e morto il 29 settembre 2015.


I Carabinieri, a seguito di accurate verifiche sui turni di servizio di tutto il personale operante, a vario titolo, in quel Reparto, sono anche riusciti a conclamare come unica e ricorrente presenza in tutti i turni sospetti (correlati alle morti), presso il Reparto Anestesia e Rianimazione, quella della infermiera arrestata oggi.
 
“Si sta facendo luce sulle motivazioni che hanno portato agli insani gesti,
verosimilmente da collegare allo stato psichico dell’infermiera, in particolare a depressione, uso di alcol e di psicofarmaci”, spiegano i Nas.

L’infermiera, dopo l’arresto e la perquisizione presso il domicilio e gli altri luoghi di pertinenza, è stata associata presso la Sezione femminile della Casa circondariale di Pisa a disposizione dell’autorità giudiziaria.

 

31 marzo 2016
© Riproduzione riservata

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