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Welfare. Rapporto Cittalia-Anci: "Dimezzato il fondo sociale nel 2011"


Ma la "drastica riduzione" era già iniziata dal 2008. Ora quasi il 70% del sociale viene finanziato attraverso le risorse dei bilanci comunali, i contributi statali coprono poco più del 16% della spesa locale e le Regioni sostengono con risorse proprie il 15% delle spese. Il rapporto Cittalia-Anci.

21 GIU - "Taglio drastico dei trasferimenti statali al welfare locale nel 2011". A denunciarlo è Cittalia-Anci nel rapporto “Ripensare allo sviluppo del welfare locale. Dal quadro attuale alle priorità di intervento future”, da cui emerge che il Fondo nazionale per le politiche sociali è stato tagliato del 50% rispetto al 2010 (vedi immagine a fondo pagina) mentre la quota del Fondo destinata direttamente ai Comuni è stata sostanzialmente azzerata. Lo studio evidenzia anche l’aumento del contributo con risorse proprie da parte dei Comuni al welfare locale come conseguenza dei tagli ai finanziamenti statali per le politiche sociali.

Partendo da panoramica sull’evoluzione della spesa sociale in Italia la ricerca del centro studi dell’Anci sottolinea inoltre come i Comuni siano i principali finanziatori della spesa sociale impegnati a garantire livelli quantitativi e qualitativi soddisfacenti di servizi e prestazioni sociali. Quasi il 70% infatti viene finanziato attraverso le risorse dei bilanci comunali, mentre i contributi statali coprono poco più del 16%della spesa locale. Le regioni riescono invece a sostenere con risorse proprie appena il 15 per cento delle spese destinate al welfare locale.

Dall’analisi della spesa sociale gestita dai Comuni nel 2008 emerge che la media pro-capite è di 111 euro con una distribuzione territoriale molto disomogenea: si va da un minimo di 30 euro pro-capite in Calabria ad un massimo di 280 euro nella provincia autonoma di Trento.

Famiglia e minori, anziani e persone con disabilità, ricorda il rapporto, sono i principali destinatari delle prestazioni di welfare locale: su queste tre fasce della popolazione di concentra oltre l’82% delle risorse impiegate dedicate principalmente a servizi socio-educativi per la prima infanzia (40,3%) seguiti da quelli per gli anziani (21,2%) e per le persone con disabilità (21,1%).

Lo studio suggerisce anche l’importanza di una ridefinizione del sistema del welfare locale alla luce dell’attuale situazione socio-demografica italiana, che vede un aumento della popolazione anziana. Le priorità individuate sono “più investimenti centrali sul tema, riallocazione delle risorse da parte dello Stato per le politiche sociali  e migliore sinergia con le Regioni per evitare una sovraesposizione economica dei Comuni sul fronte sociale”. E “un rafforzamento della programmazione regionale  attraverso un accordo quadro Regioni-Comuni o individuando, a livello di ogni singola Regione, sedi, strumenti e procedure di raccordo  e concertazione, come indicato dall’articolo 8 della legge 328/2000”.



 

21 giugno 2012
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