Covid. Gimbe: “Nuovi casi, decessi e carico ospedaliero sono in calo ma se il Decreto Riaperture diventa un libera tutti addio estate”
Tutti gli indicatori della settimana hanno infatti un segno meno: decessi (-17,5%); terapia intensiva (-10,6%); ricoverati con sintomi (-13,7%); isolamento domiciliare (-6,6%); nuovi casi (-7,8%); casi attualmente positivi (-7%). Ma per Gimbe la scelta del Governo è “sul filo del rasoio” perché se passa il messaggio del “liberi tutti” la stagione estiva è a rischio. Oltre ai vaccini, necessario un piano di medio-lungo periodo per uscire dalla pandemia.
22 APR - “Una coraggiosa decisione politica sul filo del rasoio”, la definisce così la Fondazione Gimbe la scelta del Governo Draghi di avviare la riapertura del Paese a partire da lunedì prossimo. Una scelta, avverte però Gimbe, “che affida ai cittadini una grande responsabilità” e chiaramente, avverte Gimbe, “se le graduali riaperture saranno interpretate come un liberi tutti, una nuova impennata dei contagi rischia di compromettere la stagione estiva”.
Con questa premessa vanno quindi letti i dati del nuovo report settimanale della Fondaziione presieduta da
Nino Cartabellotta che segnala, nella settimana 14-20 aprile 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (90.030 vs 106.326) e decessi (2.545 vs 3.083) ma anche il calo dei casi attualmente positivi (482.715 vs 519.220), delle persone in isolamento domiciliare (456.309 vs 488.742), dei ricoveri con sintomi (23.255 vs 26.952) e delle terapie intensive (3.151 vs 3.526).
In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
• Decessi: 2.545 (-17,5%)
• Terapia intensiva: -375 (-10,6%)
• Ricoverati con sintomi: -3.697 (-13,7%)
• Isolamento domiciliare: -32.433 (-6,6%)
• Nuovi casi: 98.030 (-7,8%)
• Casi attualmente positivi: -36.505 (-7%)
“La circolazione del virus nel nostro Paese – dichiara Cartabellotta – rimane ancora sostenuta. Con la progressiva riduzione dei nuovi casi settimanali, i casi attualmente positivi, raggiunto il picco della terza ondata il 5 aprile (n. 570.096), sono scesi a 482 mila, numero molto elevato e sottostimato dall’insufficiente attività di testing & tracing”.
Peraltro, osserva Gimbe, il dato nazionale risente di eterogenee situazioni regionali: infatti, la variazione percentuale dei nuovi casi aumenta in 3 Regioni e crescono i casi attualmente positivi in 6 Regioni.
“Gradualmente si allenta anche la pressione sugli ospedali – afferma
Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – ma il numero di posti letto occupati, sia in area medica che in terapia intensiva è ancora elevato in numerose Regioni”.
In dettaglio:
• Area medica: la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 29.337) ed iniziato la discesa con una riduzione del 20,7% in 14 giorni; tuttavia i numeri assoluti rimangono elevati (n. 23.255) e l’occupazione da parte dei pazienti COVID supera il 40% in 4 Regioni.
• Terapia intensiva: la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 3.743), ma la discesa è più lenta, con una riduzione del 15,8% in 14 giorni; restano occupati 3.151 posti letto e in 12 Regioni la soglia di saturazione supera il 30%.
“Numeri ancora alti anche per i nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega
Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – con una media mobile a 7 giorni di 182 ingressi/die, seppure in diminuzione da un mese”.
Vaccini: forniture. Al 21 aprile (aggiornamento ore 7.38) risultano consegnate 17.752.110 dosi, il 25,9% di quelle previste per il 1° semestre 2021.
In dettaglio:
“Nelle ultime due settimane – precisa Cartabellotta – sono state consegnate circa 5,7 milioni di dosi: numeri in crescita, ma ancora lontani dal garantire le 3,5 milioni di somministrazioni settimanali del Piano Figliuolo”.
Vaccini: somministrazioni. Al 21 aprile (aggiornamento ore 7.38) il 18,8% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 11.240.182) e il 7,8% ha completato il ciclo vaccinale con la seconda dose (n. 4.654.357), con notevoli differenze regionali. Nonostante l’incremento del 35,5% delle dosi inoculate nelle ultime tre settimane, al 20 aprile la media mobile a 7 giorni delle somministrazioni rimane a quota 315.506 al giorno: oltre 180 mila in meno delle 500 mila previste dal Piano per metà aprile.
Rispetto alla copertura delle categorie prioritarie definite nell’ordinanza del 9 aprile del Commissario Straordinario, a fronte di notevoli differenze regionali, l’analisi del dato nazionale rileva:
• Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 2.282.611 (51,6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.336.007 (30,2%) hanno ricevuto solo la prima dose.
• Soggetti fragili e loro caregiver: dal 20 aprile nel database ufficiale è stata aggiunta una specifica categoria di rendicontazione che riporta 1.847.928 dosi somministrate. “Tuttavia – precisa Gili – non è possibile effettuare ulteriori analisi perché non sono disponibili: la suddivisione tra 1a e 2a dose, il numero totale dei soggetti fragili e loro caregiver e la loro distribuzione regionale”.
• Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 284.113 (4,8%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.133.528 (35,7%) hanno ricevuto solo la prima dose.
• Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 438.890 (6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 965.448 (13,1%) hanno ricevuto solo la prima dose.
“Il Decreto Riaperture approvato ieri dal Consiglio dei Ministri – conclude Cartabellotta – è basato su un “rischio ragionato”: è una decisione politica presa sul filo del rasoio se guardiamo ai dati della pandemia e alle coperture vaccinali, ma al tempo stesso un coraggioso atto di responsabilità del Governo per rilanciare numerose attività produttive e placare le tensioni sociali che affida ai cittadini una grande responsabilità. Chiaramente, se le graduali riaperture saranno interpretate come un “liberi tutti”, una nuova impennata dei contagi rischia di compromettere la stagione estiva”.
Le proposte di Gimbe per un piano di uscita dalla pandemia. Al fine di garantire l’irreversibilità delle riaperture, pertanto, la Fondazione GIMBE esorta Governo e Regioni ad elaborare una strategia esplicita e condivisa per arginare la verosimile risalita dei contagi e, soprattutto, un piano di medio-lungo periodo per uscire dalla pandemia che tenga conto, oltre che delle coperture vaccinali, di scenari epidemiologici e criticità mai risolte in 14 mesi di pandemia.
22 aprile 2021
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