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Covid. “Una bussola per il rilancio del Ssn”. Un libro bianco per aumentare la resilienza


Frutto del lavoro collettivo di una task force composta da una ventina di sociologi della Sezione di Sociologia della salute e della medicina dell’Associazione Italiana di Sociologia il “Libro Bianco. Il Ssn e la pandemia da Covid-19. Problemi e proposte” indica le linee di azione strategiche per aumentare la capacità di risposta ai bisogni emergenti di salute in tempi di pandemia. Il lavoro sarà presentato in un webinar l'8 aprile.

07 APR - Un libro che indaga sulla configurazione del Ssn di fronte al Covid-19, indicando le linee di azione strategiche ed i principi-guida per aumentarne la resilienza e la capacità di risposta ai bisogni emergenti di salute in tempi di pandemia.
 
Si presenta così il volume curato da Giovanna Vicarelli e Guido Giarelli,Libro Bianco. Il Servizio Sanitario Nazionale e la pandemia da Covid-19. Problemi e proposte” edito da Franco Angeli, Milano, 2020 (liberamente scaricabile dalla piattaforma Franco Angeli), frutto del lavoro collettivo di una task force composta da una ventina di sociologi della Sezione di Sociologia della salute e della medicina dell’Associazione Italiana di Sociologia.
Il Libro Bianco sarà presentato giovedì 8 aprile 2021 dalle ore 16 alle 19 nel corso del convegno organizzato via webinar dall’Associazione Italiana di Sociologia (AIS) – Sezione di Sociologia della salute e della medicina con il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanità.

“In particolare, nella prima parte del volume – spiega Guido Giarelli, professore di sociologia dell’Università Magna Graecia Campus di Germaneto (Cz) – vengono analizzate le quattro distorsioni fondamentali che, alla luce di quanto emerso dai diversi contributi scientifici presentati, caratterizzano storicamente il Ssn italiano e lo hanno indebolito nella sua capacità di resilienza e di risposta efficace ed appropriata alla crisi prodotta dalla pandemia di Covid-19”.
 
Queste le distorsioni:
1) la distorsione distributiva, riguardante le profonde disuguaglianze sociali, sia in termini di salute che di equità assistenziale e di accesso ai servizi, che la mappa ampiamente differenziata a livello territoriale dell’attuazione dei LEA evidenzia;
2) la distorsione culturale, relativa all’orientamento alla malattia e alla conseguente medicalizzazione della salute che caratterizza ancora in gran parte il SSN italiano, trovando espressione in diversi aspetti quali la scarsa rilevanza che la prevenzione assume nel complesso dei servizi sanitari, nella prevalenza del tradizionale modello organizzativo fondato sulla cosiddetta “medicina d’attesa”, fondata su di un approccio ancora di natura prettamente organicista e riduzionista, privo di una visione olistica del malato;
3) la distorsione strutturale, che si identifica con il regionalismo differenziato che è andato progressivamente realizzandosi negli ultimi due decenni dopo l’approvazione della riforma del Titolo V della Costituzione (l. cost. 3/2001) nelle forme di una autonomia asimmetrica e competitiva, sempre più lontana dai principi costituzionali;
4) e la distorsione funzionale e si può riassumere nel concetto di ospedalcentrismo quale perno e asse portante del sistema sanitario con costi economici non più sostenibili e risposte assistenziali inappropriate in una società nella quale le malattie cronico-degenerative costituiscono da tempo le patologie prevalenti.
 
“Alle quattro distorsioni fondamentali del Ssn italiano, i contributi presentati nella seconda parte del Libro Bianco – prosegue Giarelli – hanno cercato di offrire una risposta in termini strategie fondate su principi-guida ricomposti in quella che è stata definita la “bussola” per guidare il rilancio del Ssn italiano: un universalismo bilanciato, in grado di garantire alla popolazione uguaglianza di accesso ai servizi ed equità assistenziale, ma anche personalizzazione delle cure anziché una loro standardizzazione omogeneizzante; un orientamento salutogenico anziché patogenico, centrato sul ruolo del cittadino quale co-produttore di salute sia in forma singola che associata; una visione comunitaria del Ssn come bene comune, che si realizza in un regionalismo coordinato, responsabile e solidale; ed una articolazione reticolare del Ssn, basata su di una ridefinizione complessiva dell’assistenza primaria territoriale ed una riorganizzazione dell’ospedale sulla base del modello per intensità di cura e complessità assistenziale”.

07 aprile 2021
© Riproduzione riservata


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