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Assunzioni, stipendi e vaccinazione Covid. Tre passaggi interconnessi

di Marcello Bozzi

Riprendendo le dichiarazione del Ministro Speranza (QS 1 gennaio), certamente va riconosciuto l’impegno per l’implementazione del Fondo Sanitario Nazionale e del fondo per l’edilizia sanitaria; di contro si evidenzia la necessità di approfondimenti riguardanti le argomentazioni “assunzioni e stipendi personale sanitario”, cui va aggiunta, collegata alla prima, la questione “vaccinazioni”
 

11 GEN - Prima di tutto va apprezzato lo sforzo del Governo per rispondere alla grave epidemia COVID-19, spesso rincorrendo le emergenze. Forse è il momento di fermarsi e riflettere sui dati e comparare gli investimenti ai risultati raggiunti (considerando “valore aggiunto” anche gli errori, al fine di evitare il ripetersi degli stessi).
 
Riprendendo le dichiarazione del Ministro Speranza (QS 1 gennaio), certamente va riconosciuto l’impegno per l’implementazione del Fondo Sanitario Nazionale e del fondo per l’edilizia sanitaria; di contro si evidenzia la necessità di approfondimenti riguardanti le argomentazioni “assunzioni e stipendi personale sanitario”, cui va aggiunta, collegata alla prima, la questione “vaccinazioni”.
 
1. Assunzioni personale sanitario:
a. potrebbe essere interessante conoscere nei dettagli i numeri relativi ai neo-assunti “veri” ed ai neo assunti “stabilizzati”. Nel secondo caso si tratta di professionisti che hanno ricoperto un posto già occupato a “tempo determinato”, pertanto non sono risorse aggiuntive);
 
b. relativamente agli infermieri, mantenendo comunque valido il punto precedente, è opportuno ricordare che per l’applicazione degli artt. 1 e 2 del DL 34/2020 (implementazione dei pl di T.I., riqualificazione dei pl di S.I. e attivazione dell’Infermiere di Comunità e Famiglia) era stata stimata una necessità di oltre 23.000 infermieri, pertanto, ipotizzando il mantenimento del trend delle uscite del 2018 (dati MEF), quantificate in circa 12.000 infermieri/anno, le risorse assunte (circa 25.000), rispetto alle nuove esigenze di funzionamento delle strutture e alla garanzia del turnover, risultano comunque carenti di circa 10.000 unità (senza contare l’inadeguatezza delle dotazioni organiche conseguenti ai tagli lineali delle recenti “spending-review”);
 
Considerazioni:
• interventi “spot” senza toccare le organizzazioni e le strutturazioni esistenti non portano ad alcun risultato;
 
• l’analisi relativa alla rigorosa applicazione del DM 70/2015 potrebbe essere un importante punto di riferimento per la riorganizzazione del sistema (comparazione tra reale e atteso) con possibili ripercussioni importanti anche per il territorio, stante le probabili eccedenze ospedaliere;
 
• è necessario rivedere le organizzazioni e gli staffing assistenziali per un reale miglioramento della qualità dell’assistenza, tenuto conto delle evoluzioni normative e formative che hanno interessato tutte le professioni sanitarie;
 
• i cambiamenti devono riguardare i modelli organizzativi ed i sistemi di cura/assistenza/riabilitazione, unitamente al ripensamento dei ruoli e delle responsabilità.
 
2. Stipendi personale sanitario:
a. 500.000.000 di aumento stabile per i medici e per la dirigenza sanitaria (+ 27% indennità di esclusività) che significa una indennità annuale lorda variabile da 2.169€ (medici con meno di 5 aa di servizio), a 7.347€ (medici da 5 a 15 aa di servizio), a 17.104€ (medici con > 15 aa di servizio).
 
b. 335.000.000 di aumento stabile per gli infermieri (ripristino di una indennità) quantificata in circa 1.200€/anno;
 
c. 100.000.000 per le altre professioni sanitarie, per gli assistenti sociali e per gli operatori socio sanitari (quantificata in meno di 1.000€/anno);
 
Considerazioni:
• Viene evidenziata una “disattenzione” relativamente all’esclusione della dirigenza delle professioni sanitarie da tale riconoscimento … e non è la prima volta ! … (unica dirigenza esclusa … che, con le 4 aree, rappresenta il 70% dei dipendenti di una azienda. Chissà se si tratta di una “disattenzione” … o di una “precisa volontà”?);
 
• viene mantenuta l’indennità di “specificità” medica quantificata in 8.477€/anno (quando è indubbio che tutte le professioni sanitarie hanno una loro “specificità” … e non si capisce perché solo una è riconosciuta!);
 
• probabilmente è il momento di superare definizioni anacronistiche e riferimenti normativi non più attuali e ridefinire (e unificare nella logica di pari diritti e pari dignità) una nuova indennità, a superamento delle precedenti, per tutta la dirigenza sanitaria, per il riconoscimento di una progettualità e di una responsabilità non comparabili con il passato;
 
• la valorizzazione delle professioni sanitarie non può essere solo “a parole” ma serve anche “equilibrare” i riconoscimenti economici, certamente nel rispetto dei ruoli e delle responsabilità individuali … ma certe “disattenzioni” e discrepanze sono sicuramente stridenti.
 
3. Aumenti personale sanitario:
a. 35.000.000 per l’indennità del personale infermieristico negli studi dei MMG/PLS – Stante il fatto della partecipazione di denaro pubblico nel finanziamento di tali risorse (una parte è a carico degli studi dei MMG/PLS), potrebbe essere interessante conoscere, relativamente a tali professionisti, il rispetto di tutti i requisiti per l’esercizio professionale, la tipologia ed i volumi delle attività svolte, per una trasparenza e correttezza nei confronti di tutti (sistema - professionisti - contribuenti);
 
b. 40.000.000 (fondo Camera dei Deputati) incentivi economici del personale sanitario impiegato nell’emergenza Covid-19 – con l’auspicio di una destinazione esclusiva ai professionisti realmente operanti in ambito Covid-19, senza differenziazioni tra famiglie professionali, stante l’invarianza del rischio.
 
4. Vaccinazioni
Quotidiano Sanità lancia l'allarme per i pochi infermieri che hanno risposto al bando del Commissario Arcuri (QS 7 gennaio). Ma probabilmente gli infermieri “non disertano” … semplicemente non ci sono!!! (vedi tabella).
 

 
Sicuramente apprezzabile il posizionamento FNOPI relativamente alla possibilità dell’utilizzo degli infermieri libero-professionisti. Ma serve anche altro, in particolare:
a. la vaccinazione degli operatori sanitari e degli ospiti delle residenze (circa 2.000.000 di persone) può essere considerata “di facile soluzione” (interna alle aziende con il coinvolgimento dei dipendenti);
 
b. pur lasciando “fuori” la popolazione under 16 … il vero problema è vaccinare gli altri 51.000.000 di persone e forse servono nuovi progetti regionali ed aziendali, forti integrazioni multi-professionali (a partire dall’utilizzo corretto degli infermieri assunti per il nuovo ruolo di infermiere di famiglia e comunità, magari utilizzando gli stessi in questa fase per la campagna vaccinale), grande attenzione alla sicurezza, meno parole e più fatti;
 
c. è il momento di un progetto serio, con il coinvolgimento di tutti gli stake-holder interessati, per la risposta che il Paese si aspetta.
 
Marcello Bozzi
Segretario ANDPROSAN – associata COSMED

11 gennaio 2021
© Riproduzione riservata

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