Fascicolo sanitario elettronico. Disponibile nel 95% delle Regioni. Attivato già da 11 mln di italiani
È quanto risulta dalle ultime rilevazioni analizzate durante il convegno “La trasformazione digitale per integrare sanità e sociale”, organizzato da Agid e Cnr Icar in collaborazione con FPA. Rispetto al 2016 le Regioni operative sono passate da 10 a 19.
12 APR - “Attualmente il 95% delle Regioni italiane dà la possibilità ai cittadini di attivare un fascicolo sanitario elettronico. Il FSE può consentire di avere a disposizione in qualsiasi momento i propri dati clinici in formato digitale, eliminando la documentazione cartacea, quindi permettendo risparmi di costo e una migliore accessibilità delle informazioni sanitarie da parte del paziente, nonché delle Asl e delle strutture ospedaliere e facilitando così anche gli interventi di cura ordinari e straordinari. Secondo le ultime rilevazioni nazionali, in ben 19 su 20 risulta sia stato attivato almeno un fascicolo sanitario elettronico, con una crescita del numero di Regioni che consentono questa opzione del 90% negli ultimi 3 anni. Oggi le Regioni operative sono passate dalle 10 del 2016 alle attuali 19: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria, Val d’Aosta, Veneto. Mentre ammontano a 11 milioni e mezzo gli italiani che hanno dato il consenso all’apertura di un proprio fascicolo sanitario elettronico e hanno toccato complessivamente quota 239 milioni i referti digitalizzati”.
I dati sono stati oggetto di dibattito durante il convegno “
La trasformazione digitale per integrare sanità e sociale”, organizzato da Agid e Cnr Icar in collaborazione con FPA a Sorrento.
“La messa a punto e l’implementazione dell’infrastruttura nazionale – si legge in una nota Icar Cnr e Agid - , degli standard e delle regole tecniche relative al Fascicolo sanitario elettronico coinvolgono una serie di attori istituzionali a cominciare da Agid, con il supporto di Cnr, Mef, Ministero della Salute e Regioni”.
Prossimo “obiettivo dell’Agenzia per l’Italia digitale, - prosegue la nota - in collaborazione con tutti gli altri attori istituzionali, sarà quello di favorire un’evoluzione del fascicolo sanitario elettronico come punto di accesso unico delle informazioni cliniche del cittadino, secondo il paradigma once only, in base al quale le pubbliche amministrazioni dovrebbero evitare di chiedere agli utenti informazioni già in precedenza fornite. Il fascicolo potrà diventare lo strumento cardine per abilitare nuovi percorsi di cura e prevenzione personalizzati soprattutto per i malati cronici e gli anziani, anche in collegamento con i sistemi di telemedicina”.
“Nei mesi a venire – continua il comunicato - l’Agid lavorerà alla definizione di nuove linee guida per migliorare e valorizzare la gestione dei dati che transitano su dispositivi medici, wearable device e fascicolo sanitario elettronico affinché possano integrarsi tra loro ed essere resi fruibili anche al mondo della ricerca. In questo modo i dati potrebbero essere utilizzati infatti, sempre nel rispetto della privacy degli utenti, per studiare l’incidenza di determinate patologie sulla popolazione o per avviare programmi nazionali di prevenzione, anche con il supporto delle tecnologie emergenti di Intelligenza artificiale”.
“La nuova sfida per il Fasciolo Sanitario Elettronico (FSE) è il reale utilizzo dei documenti e dei dati per lo sviluppo di applicazioni evolute a supporto dei processi di cura, ricerca e goverance. In questo contesto, il CNR ICAR è impegnato nell’applicazione delle nuove tecnologie dell’ Intelligenza Artificiale per fornire soluzioni innovative per l’analisi dati e la produzione di nuova conoscenza.” Ha dichiarato
Giuseppe De Pietro, Direttore Cnr Icar.
QUALI DOCUMENTI SANITARI PUO’ RACCOGLIERE IL FSE
Attualmente il fascicolo elettronico può raccogliere una serie di documenti sanitari di base tra cui il profilo sanitario del paziente, i suoi referti, i verbali di pronto soccorso, le lettere di dimissione, i dossier farmaceutici e il consenso o diniego alla donazione degli organi e tessuti. A questi documenti, in alcune Regioni, se ne stanno aggiungendo altri come ad esempio la raccolta delle cartelle cliniche, dei bilanci di salute, i programmi di assistenza domiciliare, piani diagnostico terapeutici, i certificati medici, le vaccinazioni, e altri ancora.
12 aprile 2019
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