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Pubblica Amministrazione: per un italiano su due è corrotta


Quasi il 50% dei cittadini italiani crede che nella Pubblica Amministrazione ci siano corruzione e diseguaglianze. Nonostante il dato negativo, il trend del Belpaese, negli ultimi tre anni, dall’approvazione della legge anticorruzione, è migliorato. È quanto emerso dall’analisi di Transparency International che ha effettuato uno studio su 176 Paesi del mondo: la media dei risultati è nettamente negativa. Ecco i risultati.

25 GEN - I cittadini non si fidano dell’operato della Pubblica Amministrazione. Accade in Italia, dove quasi un abitante su due crede che in certi luoghi ci sia troppa corruzione, ma anche all’estero. Gli Stati più virtuosi sono Danimarca e Nuova Zelanda, al margine della classifica si trova la Siria. Questi sono alcuni dei risultati di un accurato studio condotto da Transparency International: l’analisi ha passato al setaccio la percezione degli abitanti di 176 diversi Paesi. C’è sfiducia per la corruzione, ma anche per le diseguaglianze riscontrate nei servizi erogati da alcuni enti pubblici. La fotografia ritrae un’immagine dello scorso anno, un 2016 in cui i cittadini di tutto il mondo appaiono disincantati nei confronti della classe politica e dirigente.
 
La fotografia dell'Italia
Eppure, anche se il giudizio di quasi il 50% degli italiani, più precisamente del 47%, è negativo, il Belpaese mostra un netto miglioramento per il terzo anno consecutivo. Ancora troppo poco, soprattutto se si confrontano i numeri italiani con quelli dei vicini europei. 
La scalata dell’Italia verso la vetta dei Paesi virtuosi è cominciata nel 2012, anno in cui è stata varata la legge anticorruzione. Da quel momento ad oggi l’Italia ha riconquistato ben 12 posizioni nel ranking mondiale, portandosi dal 72°al 60° posto. Passi in avanti, ma pur sempre piccoli rispetto alla strada che resta da percorrere per potersi ritenere soddisfatti e in linea con i Paesi migliori d’Europa.
 
La  situazione nel mondo
Lo studio, per definire l’indice di corruzione, ha utilizzato una scala da zero a cento, da “molto corrotto” a “per nulla corrotto”. Il 69% dei 176 Paesi analizzati ha ottenuto un punteggio inferiore a 50. Il risultato mostra come la corruzione nel settore pubblico sia ancora percepita come uno dei mali peggiori. Se l’Italia ha avuto un miglioramento, lo stesso non si può dire facendo una media tra le situazioni analizzate. La percezione della corruzione è aumentata in generale nel mondo: sono più i Paesi che hanno perso punti, di quelli che ne hanno guadagnati.
Ai primi classificati, Danimarca e Nuova Zelanda che guidano la lista dei Paesi virtuosi, seguono Finlandia e Svezia. Al versante opposto: Somalia, Sud Sudan, Corea del Nord e Siria.

Sono tutti dati preoccupanti che non possono lasciare indifferenti e che, anzi, dovrebbero spingere ad un’immediata azione: “Non possiamo permetterci il lusso di sprecare altro tempo – ha concluso José Ugaz, presidente di Transparency International - la lotta alla corruzione va portata avanti con la massima urgenza se davvero vogliamo che la vita delle persone del mondo possa migliorare”.

25 gennaio 2017
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