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Gioco d’azzardo. Boom tra gli adolescenti: lo pratica il 50%. In arrivo stretta su slot e videolottery


I numeri nell’indagine “Young Millennials Monitor”, ideato da Nomisma e Unipol. Sono oltre 1,2 milioni, infatti, quelli che hanno tentato la fortuna almeno una volta nel 2016. Il giocatore maggiormente problematico è maschio, maggiorenne, frequenta istituti tecnici/professionali, ha un rendimento scolastico basso e proviene dalle regioni meridionali. E il Ministro Costa annuncia arrivo di misure che prevedono slot e video lottery solo nelle sale gioco. LA RICERCA.

23 GEN - Un ragazzo su due in Italia si è lasciato affascinare dal gioco d'azzardo. Sono oltre 1,2 milioni, infatti, quelli che hanno tentato la fortuna almeno una volta nel 2016. Gli effetti del gioco su chi è utilizzatore più frequente sono allarmanti: secondo il “Young Millennials Monitor”, ideato da Nomisma e Unipol, ha un rapporto “problematico” il 5% degli studenti, il 9% è etichettato come “a rischio”, ovvero manifesta i primi potenziali segnali di rischio di approccio problematico al gioco.

In base ai dati raccolti dall'indagine che ha coinvolto 11 mila giovani tra i 14 e i 19 anni, il giocatore maggiormente problematico è maschio, maggiorenne, frequenta istituti tecnici/professionali, ha un rendimento scolastico basso e proviene dalle regioni meridionali.
 
I dati di “Young Millennials Monitor” diffusi a Bologna indicano che il numero di giocatori è in leggero calo: nel corso del 2016 il 49% dei giovani studenti ha tentato la fortuna almeno una volta (circa 1.240.000 di ragazzi). Molti giovani (il 21%) iniziano a giocare per curiosità o per caso (20%); altri per semplice divertimento (18%), per il fatto che amici e familiari giochino (11%), o per la speranza di vincere una somma di denaro (11%). Dopo aver sfidato la sorte almeno una volta i giovani tendono a pensare che il gioco d'azzardo sia soprattutto una perdita di denaro (lo pensa il 32% degli studenti tra i 14 e i 19 anni).
 
Ora slot e videolottery potrebbero, però, progressivamente sparire dai bar e dagli esercizi commerciali per essere “confinate” esclusivamente nelle sale gioco. Questa la prospettiva disegnata dal provvedimento messo a punto dal governo e dalle Regioni. A parlarne è stato il ministro degli Affari Regionali, Enrico Costa, proprio a margine della presentazione dell'indagine.
 
“E’ un provvedimento articolato in molti passaggi - ci sarà una riduzione dei punti di gioco, delle macchine, con una prospettiva di arrivare a confinare certe situazioni in luoghi deputati”. Insomma, puntualizza il ministro, “gli esercizi generalisti devono dedicarsi ad altro e non a coltivare queste abitudini”. Si tratta ancora, “di una linea di tendenza”, in ogni caso. Peraltro, aggiunge Costa, occorre "cercare di conciliare il percorso con i provvedimenti che gli enti locali hanno messo in essere e che devono essere salvaguardati perché gli enti locali hanno una consapevolezza di quanto fenomeni attecchiscano”. Il provvedimento rappresenta, dunque, "un grande passo avanti: arriverà in conferenza unificata delle Regioni e di fatto è ultimato”. Certo, conclude Costa, “non basta: si deve procedere ad un'attività fortissima nelle scuole”.

In Emilia-Romagna, il 22,7% della popolazione tra i 15 e i 64 anni riferisce di aver giocato d'azzardo almeno una volta nel corso dell'anno. Tra questi, il 4,4% è a rischio - moderato o grave - di dipendenza. Ed è proprio per contrastare, prevenire e ridurre questo pericolo che la Regione ha rafforzato la propria normativa in tal senso, dopo che, prima in Italia a farlo, già nel 2013 aveva approvato una legge specifica sul tema. 

Due mesi fa, infatti, c’è stato il via libera "al Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell'economia responsabili, con l'obiettivo di dire no alle mafie, legge che fra le altre misure introduce il divieto di installare apparecchi per il gioco d'azzardo entro una distanza di 500 metri da scuole, luoghi di aggregazione giovanili e di culto, cioè quelli più frequentati dai ragazzi". Ha sottolineato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, intervenendo anche lui alla presentazione della prima indagine realizzata dall'Osservatorio "Young millennials monitor" di Nomisma su motivazioni e approccio dei giovani verso il gioco d'azzardo. E anche se l'indagine ha rilevato in Emilia-Romagna una propensione al gioco, tra i giovani della fascia d'età 14-19 anni, inferiore rispetto al Centro e Sud Italia, "l'attenzione resta alta, soprattutto per i soggetti più vulnerabili, e quindi anche giovani e giovanissimi. A maggior ragione - ha ribadito il presidente della Giunta - come Conferenza delle Regioni proseguiremo il nostro lavoro per arrivare a un'intesa con il Governo sul gioco d'azzardo".

Bonaccini ha poi ricordato anche il bando regionale, da poco chiuso, che assegna ai Comuni 150.000 euro per progetti che valorizzino gli esercenti che scelgono di non installare macchine per il gioco d'azzardo nei loro locali e che, pertanto, aderiscono al marchio etico "SlotFreeER" voluto dalla Regione. Il presidente della Regione ha colto l'occasione per annunciare che nel nuovo bando del prossimo anno l'impegno finanziario raddoppierà, passando dagli attuali 150mila a 300mila euro. Le persone che nel 2015 si sono rivolte ai servizi per le dipendenze delle Aziende Usl dell'Emilia-Romagna per dipendenza da gioco d'azzardo sono state 1.310 (ultimo dato disponibile). L'utenza è in prevalenza di sesso maschile e la fascia di età più rappresentata è quella tra i 41 e i 50 anni.
 
 E se il gioco è spesso "un'abitudine occasionale o un divertimento", talvolta - ha fatto notare Luca Dondi, consigliere delegato di Nomisma  - ha "preoccupanti implicazioni negative sulla vita quotidiana e sulle relazioni familiari: il 36% dei giovani giocatori ha nascosto o ridimensionato le proprie abitudini di gioco ai genitori e il 4% ha derogato ad impegni scolastici e/o familiari per giocare. Grazie a questo prezioso patrimonio informativo, Young Millennials Monitor si pone due obiettivi: innanzitutto mettere a disposizione di istituzioni, operatori economici e famiglie numeri e metodi per valutare i comportamenti di gioco, l'incidenza del gioco problematico e le relative conseguenze in termini assistenziali, nonché garantire una maggior informazione per sostenere azioni di policy in logica di prevenzione e di creazione di consapevolezza”.

23 gennaio 2017
© Riproduzione riservata

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