OGM ancora limitati in Italia. I prodotti alimentari rispettano normativa su etichettatura
Si conferma che sul mercato italiano i prodotti alimentari hanno rispettato i requisiti di etichettatura previsti dalla normativa vigente, assicurando una corretta informazione al consumatore. Inoltre la presenza di OGM, autorizzati e non, negli alimenti in Italia continua ad essere decisamente limitata e a concentrazioni estremamente basse. LA RELAZIONE DEL MINISTERO DELLA SALUTE
21 GIU - Il Ministero della salute, in collaborazione con il Centro di referenza nazionale per la ricerca degli OGM (CROGM) e l’Istituto superiore di sanità, predispone dal 2006 un Piano nazionale triennale di controllo ufficiale sulla presenza di organismi geneticamente modificati (OGM) negli alimenti, finalizzato alla programmazione e al coordinamento delle attività di controllo svolte in questo specifico settore da parte delle Autorità sanitarie regionali e provinciali, in applicazione, sia della normativa quadro del settore degli OGM, i regolamenti comunitari 1829/2003 e 1830/2003, sia del regolamento CE 882/2004 relativo ai controlli ufficiali. Con il 2015 inizia la programmazione del Piano Nazionale OGM 2015-2018.
Il numero complessivo dei campioni appartenenti a diverse matrici alimentari, prelevati 2015 e analizzati, è stato di 804, di cui 688 sul territorio e 116 all’importazione. Esaminando i dati relativi al territorio, su 688 campioni prelevati e analizzati, la percentuale di quelli positivi è stata del 2%.
"Questo conferma sempre di più - scrivono dal Ministero della Salute - la consapevolezza crescente degli operatori del settore alimentare, che pongono particolare attenzione lungo tutta la filiera, dall’approvvigionamento delle materie prime alla commercializzazione del prodotto finito, sia l’efficacia dei controlli ufficiali messi in atto. Sono stati campionati prodotti trasformati e materie prime principalmente a base di mais, di soia e di riso".
L’attività all’importazione si è mantenuta costante, con i 116 campionamenti effettuati, e ha consentito di intercettare 4 partite non conformi per la presenza di riso GM non autorizzato proveniente dalla Cina. Ciò conferma quanto sia fondamentale che gli uffici di frontiera, prime Autorità sanitarie coinvolte nella nazionalizzazione e commercializzazione di prodotti alimentari provenienti dai Paesi terzi, contribuiscano attivamente alla realizzazione di quanto programmato proprio in relazione al ruolo essenziale che rivestono nella catena dei controlli ufficiali.
"Risulta evidente - scrivono ancora dal Ministero - la crescente attenzione delle Autorità e degli operatori dei Paesi terzi alla rispondenza dei prodotti da immettere sul mercato dell’UE ai requisiti previsti dalla normativa europea sugli OGM, tanto che i respingimenti frontalieri segnalati con il sistema RASFF nel 2015 sono stati solo 5, riguardanti prodotti a base di riso provenienti dalla Cina".
"E’ indubbio - proseguono dal Ministero della Salute - che la crescente complessità dell’offerta biotecnologica nel mercato agro-alimentare mondiale richiede la ricerca di un numero di eventi GM, autorizzati e non, in continuo aumento. Considerata la complessità del controllo analitico, l’attività dei laboratori diventa sempre più intensa, sia per la parte che riguarda la validazione dei metodi, sia per la parte esecutiva nell’ambito del controllo ufficiale. Va riconosciuto ai laboratori che dal 2010 ad oggi hanno accresciuto molto il numero di prove accreditate per la ricerca di OGM negli alimenti, anche se per alcuni gli innegabili miglioramenti rappresentano ancora un modesto incremento del numero di eventi ricercati mentre per altri l’impegno ha portato anche a raddoppiare il numero di prove accreditate".
Tenuto conto dei risultati complessivi ottenuti anche per il 2015, si conferma che sul mercato italiano sostanzialmente i prodotti alimentari hanno rispettato i requisiti di etichettatura previsti dalla normativa vigente, assicurando una corretta informazione al consumatore. Inoltre la presenza di OGM, autorizzati e non, negli alimenti in Italia continua ad essere decisamente limitata e a concentrazioni estremamente basse.
Lorenzo Proia
21 giugno 2016
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