Rapporto Ocse. Buono (Aglea Salus): “Molti italiani hanno rinunciato a cure. Sanità privata può essere preziosa alleata”
Il presidente della società di mutuo soccorso osserva come “i dati Ocse parlano di un Paese al di sotto dei livelli di spesa precedenti alla crisi economica e ben al di sotto dei livelli degli altri Paesi presi in esame”. Per questo “è prioritario pensare da subito a nuove misure per abbattere il dislivello nella capacità di spesa”.
07 NOV - “I dati resi noti dall’OCSE rappresentano non solo la fotografia di un Paese sotto la media europea, ma un monito preciso a prendere seriamente in considerazione il fatto che milioni di italiani hanno rinunciato da anni a curarsi, e che il quadro potrebbe peggiorare da qui ai prossimi cinque anni”. Questo il commento al Rappporto Health at a Glance 2015 stilato dall’OCSE, del Presidente della Società di Mutuo Soccorso Aglea Salus,
Filippo Buono.
“Il report – precisa - racconta di un continuo calo della spesa sanitaria pro capite conseguente alla crisi e arriva proprio in un momento in cui, in Italia, si discute di tagliare la sanità pubblica. E’ importante, dunque, valutare il modo in cui saranno ridistribuiti i fondi al SSN e come questo saprà garantire un sistema pubblico più efficiente”.
“Dall’’Health at a Glance 2015’ – prosegue Buono – emerge un altro elemento da non sottovalutare: l’Italia arranca in fatto di prevenzione. In questo caso, a mio avviso, si tratta di un fenomeno che riguarda in parte l’aspetto economico ma, più probabilmente, si lega anche a fattori di carattere sociale e culturale che richiedono un cambio di mentalità generale in favore di una maggiore informazione per la cura preventiva della propria salute, soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione e l’uso di alcol e tabacco. Gli esperti OCSE anticipano già un futuro in cui la richiesta di assistenza sanitaria andrà crescendo, ma è prioritario pensare da subito a nuove misure per abbattere il dislivello nella capacità di spesa; è una questione urgente e riguarda la sanità pubblica come quella privata, che ha la possibilità adesso di reinventarsi come preziosa alleata al Servizio Sanitario Nazionale e avviare un modello moderno e integrato di assistenza”.
07 novembre 2015
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