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Alcol. Consumo fuori controllo per 8,5 milioni di italiani


Cresce il consumo di alcolici in Italia e cambia l'identikit del consumatore. Si allontana sempre di più dal tradizionale modello mediterraneo per avvicinarsi allo stile nord europeo che privilegia il consumo fuori pasto. Un fenomeno che riguarda soprattuto le donne. Questo e molto altro nella Relazione al Parlamento del Ministero della Salute.

21 FEB - Nel dicembre 2010 il Ministro della Salute ha trasmesso ai Presidenti di Camera e Senato la  settima Relazione al Parlamento sugli interventi realizzati da Ministero e Regioni in  materia di alcol in attuazione della Legge 30.3.2001 n. 125 “Legge quadro in materia di  alcol e problemi alcolcorrelati”.
Il testo è stato però diffuso solo l'altro ieri. Eccone un'ampia sintesi tratta dal sito del ministero della Salute.
I dati sui consumi alcolici e i modelli di consumo confermano il progressivo allontanamento  del nostro Paese dal tradizionale modello di consumo mediterraneo. E’ cresciuta  nell’ultimo decennio la quota di coloro che consumano bevande alcoliche al di  fuori dei pasti, con un incremento particolarmente significativo tra le donne. Il binge drinking, modalità di bere di origine nordeuropea che implica il consumo di  numerose unità alcoliche in un breve arco di tempo, ha riguardato nel 2009 il 12,4% degli  uomini e il 3,1% delle donne ed è ormai abitudine stabilmente diffusa, soprattutto nella  popolazione maschile di 18-24 anni (21,6,1%) e di 25-44 anni (17,4%). Pratica il binge drinking anche una buona percentuale di donne fra i 18 e i 24 anni (7,9%)  e fra le giovanissime di 11-15 anni esso appare più diffuso che fra i coetanei maschi.
 
In generale il consumo a rischio riguarda il 15,8% degli italiani al di sopra degli 11 anni,  per un totale di quasi 8 milioni e mezzo di persone. Tra esse in particolare circa  475.000 minori (il 18,5% dei ragazzi e il 15,5% delle ragazze al di sotto dei 16 anni), in  cui il consumo dovrebbe essere pari a 0; e circa 3 milioni di anziani  (il 44,7% dei maschi  e l’ 11,3% delle femmine di oltre 65 anni) in cui il consumo a rischio coincide  prevalentemente con il consumo giornaliero non moderato, soprattutto durante  i pasti. La tipologia di consumo a rischio prevalente tra i giovani è il consumo fuori pasto, che ha riguardato nel 2009 il 34,4% dei maschi e il 22,8% delle femmine di età  compresa fra gli   11 e i  25 anni.
Già a 18-19 anni la quota dei consumatori è vicina a quella media della popolazione e la  percezione della disponibilità di bevande alcoliche è tra i giovani italiani fra le più  alte in Europa. Quasi la metà (45,4 %) delle diagnosi ospedaliere per patologia totalmente alcolcorrelata  riguarda persone di oltre 55 anni, ma da alcuni anni  la percentuale di diagnosi  alcolcorrelate appare  in aumento nella classe di età 36-55 anni, mentre   continua a  diminuire  nella fascia di età 15-35 anni. La percentuale di diagnosi ospedaliere per cirrosi epatica alcolica si presenta in crescita  da qualche anno in rapporto alle altre diagnosi di ricovero alcolcorrelato, passando tra   il  2000  e  il 2008 dal 26,30 % al  35,00 % del totale di tali diagnosi.

Gli alcoldipendenti in trattamento nei servizi pubblici sono in costante aumento dal 1996 e  nel 2008 ne sono stati rilevati 66.548. Fra essi in particolare la percentuale dei giovani  al di sotto dei 30 anni  rappresenta il 10,2% del totale, con un valore in crescita  rispetto a quello della precedente rilevazione(10%), soprattutto tra i nuovi utenti. Risulta ancora bassa rispetto agli altri Paesi europei la diffusione di conoscenze sul  tasso legale di alcolemia per la guida e sui limiti di consumo con esso compatibili. Il 2,12% di tutte le cause di incidente stradale rilevate nel 2008, per un totale di 5.920  casi, riguarda l’ebbrezza da alcol, con una percentuale in aumento rispetto all’anno  precedente.
Nonostante la quota importante di popolazione esposta a una vasta gamma di rischi  alcolcorrelati i dati della Relazione segnalano anche qualche positiva tendenza nella  evoluzione di alcuni indicatori di rischio, in relazione sia alla popolazione più giovane  (diminuzione dei consumi fuori pasto tra i maschi di 14-17 anni, diminuzione degli  atteggiamenti di tolleranza nei confronti dell’ubriachezza tra da i giovani studenti di 15 -19 anni, diminuzione della quota di giovani studenti che si ubriacano) che a quella  anziana di oltre 65 anni (lieve diminuzione  del consumo a rischio in entrambi i sessi). Inoltre si presentano in costante calo il tasso nazionale di mortalità per cirrosi epatica   e  quello di ricovero ospedaliero per patologie totalmente alcolcorrelate; appare in lieve  calo da qualche anno la percentuale dei nuovi utenti al di sotto dei 20 anni in trattamento  nei servizi alcologici; resta ferma infine la minore diffusione tra i nostri giovani,  rispetto ai coetanei europei, di consumi a rischio quali i consumi frequenti, il binge drinking e le ubriacature.

21 febbraio 2011
© Riproduzione riservata


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